Abbandonare Tara
abbandonare le sicurezze, i luoghi comuni, alla scoperta di cosa c'è fuori di qui
« Il suo nome gridava vendetta | di bianco vestita » |
Elizabeth Shippen Green, May Percy
La vedo appoggiata ai vetri della veranda, dall'altra parte del cortile, che guarda verso il giardino lì in fondo.
O sembra che guardi là.
Ha un mano una curiosa tazzina da caffè in cui ogni tanto soffia, prima di portarsela alla bocca. Un oggetto di design industriale, mi par di capire, un particolare quasi assurdo in questa periferia una volta residenziale, che adesso sta scivolando verso l'abbandono.
Indossa una camicia da notte chiara, forse un abito da casa, non si capisce; se è una camicia da notte è senza fronzoli, trine, nastri o trasparenze. Come è lei.
Già mi meraviglia: spesso la vedo in quella stessa posizione, in quegli stessi atti, in tuta da ginnastica, in improbabili combinazioni di pigiamoni e felpe, sempre molto avvolta e molto coperta.
Ricordo ancora quando arrivò, saranno quasi vent'anni fa. Era un carnoso fiore portatore di vita. era vistosamente incinta, era forti colori e forti lineamenti, nero e rosso e seno strabordante e pancione.
Il tempo passa: si è come acquietata, negli anni.
Si è acquietato il suo sangue, si sono spenti i suoi colori, si è appoggiata sulla vita che scorre anche lei.
L'ho vista crescere i bambini, spesso l'ho sentita dalle finestre spalancate d'estate: risate, rimproveri, richiami, pianti e bizze, porte sbattute, feste di compleanno e partenze per il mare.
I panni stesi che hanno raccontato una vita: quei pantaloncini e quelle magliette sempre più grandi, prima colori pastello, poi pian piano soppiantati dal nero della divisa degli adolescenti, disegni di Walt Disney e poi maschere horror della musica metal, divise di calcio e continuamente roba da piscina.
Ed è ancora qui: la mattina spesso prende il suo caffè appoggiata ai vestri della finestra, guarda fuori o guarda solo nel vuoto, chissà.
Adesso spesso ha sul naso un paio di occhiali: da presbite, perché guarda oltre, non attraverso di essi.
Si ispira, raccoglie le forze, ricapitola il programma del giorno, pensa ad un sogno appena finito, chissà?
Al di là del cortile, verso il giardino; al di là del tempo, oltre lo specchio.
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E allora ho deciso di aprire un FOTOLOG:
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