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I DIRITTI NON SI SGOMBERANO

Post n°131 pubblicato il 25 Marzo 2011 da marcozio1
 
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I diritti non si sgomberano

  Martedì 22 marzo si è svolta presso la Camera del Lavoro di Milano la presentazione dell'appello "I Diritti non si sgomberano", per fermare gli sgomberi dei campi Rom a Milano, che ha già raccolto l'adesione di oltre 60 associazioni.

Un appello rivolto all’amministrazione perché opti per politiche di vera integrazione ed abbandoni la logica degli sgomberi, appello però rivolto anche al tessuto civile di questa città perché ritrovi il gusto della partecipazione alla costruzione di una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali.

In allegato il testo dell'appello con tutte le firme raccolte fino ad oggi.

L'intento è quello di raccogliere nuove adesioni sia di associazioni e gruppi che di singoli cittadini, che andranno comunicate ad uno dei seguenti indirizzi scendiamoincampo@gmail.com oppuregaggini@libero.it

L'invito è quindi quello di farlo girare il più possibile e di pubblicarlo sui diversi siti internet (se vi serve in altro formato chiedetemelo); allego anche una griglia da utilizzare eventualmente in caso di raccolta diretta delle firme (che andranno poi comunicate comunque ai due indirizzi mail indicati sopra).

Saluti a tutti

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Negli ultimi due anni a Milano sono stati effettuati oltre 360 sgomberi di campi abitati da Rom e Sinti che hanno coinvolto alcune centinaia di nuclei familiari presenti da tempo sul territorio cittadino.

Dopo ogni sgombero si assiste solo alla rituale esibizione dell'effetto"pulizia" e alle soddisfatte dichiarazioni degli Amministratori Comunali riguardo ai quintali di immondizia rimossi.

Spesso gli sgomberi vengono eseguiti senza alcuna preventiva notifica e a volte gli agenti di polizia intervengono in numero decisamente spropositato rispetto alla popolazione Rom che intendono allontanare, considerando anche l'alto numero di anziani e bambini presenti; gli sgomberi spesso sono attuati all'imbrunire o alle prime luci dell'alba ed anche in pieno inverno con avverse condizioni atmosferiche, molti sgomberi sono avvenuti sotto la pioggia o la neve; a seguito degli sgomberi le abitazioni e i pochi altri beni personali dei Rom sono arbitrariamente distrutti, spesso si tratta di oggetti di scarso valore economico che tuttavia per quelle famiglie rappresentano le uniche proprietà; la maggior parte delle persone sgomberate non riceve alcun tipo di offerta circa una sistemazione alternativa, e nelle rare occasioni in cui sono presenti i servizi sociali le soluzioni proposte prevedono lo smembramento delle famiglie o l'allontanamento dei minori.

A causa dei continui e ripetuti sgomberi molti bambini Rom sono stati costretti ad interrompere la frequenza scolastica e i preziosi legami di amicizia costruiti con i compagni. Le maestre e i genitori delle scuole dove sono stati inseriti alcuni bambini Rom, ci hanno più volte ricordato come i continui sgomberi violano l'inalienabile diritto all'istruzione. Quella di frequentare la scuola è l'unica possibilità per questi bambini di pensare ad un futuro diverso. I bambini a cui viene negato il diritto all'istruzione sono bambini privati anche del diritto di sapere che si può vivere in un modo migliore, privati anche solo del diritto di sognare una vita diversa.

Questa scelta praticata dall'Amministrazione Comunale di Milano ci risulta intollerabile, in quanto viola sistematicamente i più elementari diritti di adulti e bambini sanciti dalle Convenzioni Internazionali e dalla nostra Costituzione: il diritto all'abitare, all'integrità personale, alla salute, all'istruzione, nonché il divieto di discriminazione.

In questi anni gli sgomberi e le ruspe non hanno risolto nulla, anzi - con un grosso dispendio di risorse pubbliche - hanno contribuito a rendere ancora più difficile e drammatica la vita delle famiglie Rom, ed in particolare di alcune centinaia di bambini, aumentando il loro disagio e la loro esclusione dal tessuto sociale.

Infatti, nonostante gli ingenti finanziamenti ricevuti (€ 13.115.700,00 il 29 agosto 2008, da parte del Fondo per la sicurezza urbana e la tutela dell'ordine pubblico del Ministero dell'interno), nessuna azione di integrazione e promozione sociale è stata avviata dal Comune di Milano nei confronti dei campi Rom non regolari.

Il Tribunale ha recentemente condannato il Comune di Milano per comportamento discriminatorio relativamente alla vicenda legata alla mancata assegnazione delle case alle famiglie Rom del Campo di Triboniano; per lo stesso motivo, un gruppo di 39 cittadini ha denunciato alla Procura della Repubblica il Sindaco Moratti e il Vicesindaco De Corato per i ripetuti sgomberi dei campi Rom, ipotizzando i reati di abuso di ufficio, interruzione di servizio pubblico (in particolare relativamente all'obbligo scolastico ) e danneggiamento, con l'aggravante di averli commessi per finalità di discriminazione e di odio etnico e razziale .

In questi anni a Milano c'è però anche chi ha scelto di incontrare questi volti, queste persone, di costruire rapporti di vicinanza, di considerarli i nuovi vicini di casa o i nuovi compagni di banco. A volte dopo uno sgombero sono partite inaspettate catene di solidarietà, che hanno avuto anche risalto sui mass-media locali e nazionale, ma queste reazioni pur importanti non sono sufficienti.

Alcune associazioni e gruppi ma anche singoli cittadini, maestre e genitori hanno costruito con le famiglie Rom dei rapporti basati sulla fiducia, imparando a superare diffidenze e paure reciproche. Sono nati così progetti di integrazione abitativa, lavorativa, scolastica. Queste persone hanno scelto di vivere così il proprio ruolo di cittadinanza attiva per costruire una città più vivibile e quindi più sicura per tutti, proprio perché più accogliente; una città capace di tutelare i diritti di tutti al di là delle appartenenze etniche e culturali.

Siamo coscienti che quelli dell'inclusione e della sicurezza sociale sono temi delicati e non facili da affrontare, ma queste esperienze ci hanno insegnato che basta riconoscere nei Rom e nei Sinti prima di tutto delle persone con gli stessi diritti e doveri di ogni abitante, vecchio e nuovo, di questa metropoli per iniziare un percorso diverso.

Chiediamo al Sindaco Moratti e al Vicesindaco De Corato di interrompere il trattamento disumano ed illegale cui sono sottoposte le popolazioni Rom e Sinte che abitano nel territorio municipale.

Chiediamo all'Amministrazione Comunale di Milano di porre immediatamente fine alla pratica degli sgomberi.

Chiediamo che le risorse pubbliche non vengano più sistematicamente sprecate per demolire e distruggere baracche e beni, sogni e legami, ma siano utilizzate per promuovere percorsi reali di integrazione abitativa e lavorativa e progetti che garantiscano il diritto all'istruzione ed alla salute per tutti, Rom e Sinti compresi.

Chiediamo che i Rom e Sinti siano riconosciuti come soggetti a pieno titolo, interlocutori attivi dei progetti che li riguardano

Ci rivolgiamo alle Associazioni, ai rappresentanti sindacali, alle Chiese, alle Confessioni Religiose, agli uomini di cultura, agli operatori dei servizi, agli insegnanti, agli avvocati e a tutti i cittadini che credano nell'inviolabilità dei diritti umani e civili sanciti dalla nostra Costituzione, affinché sostengano e sottoscrivano questo nostro appello.

Milano 2 febbraio 2011 Potete mandare la vostra adesione al presente appello ai seguenti indirizzi: scendiamoincampo@gmail.com gaggini@libero.it

 
 
 
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