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IL BUNKER DEL CENTRO SPORTIVO BONACOSSA
Post n°129 pubblicato il 25 Marzo 2011 da marcozio1
Un rifugio antiaereo all'interno del Centro di via Mecenate Mercoledì 17 marzo abbiamo in tanti festeggiato i 150 anni del Regno d'Italia. Questa la dicitura corretta: quel meraviglioso giorno del 1861 il re del Regno di Sardegna, Vittorio Emanuele II, venne nominato Re Regno d'Italia. Nella nostra zona quasi tutti i commercianti italiani sono stati chiusi, compreso Ipercoop Lodi (non le altre catene di super e iper) e così abbiamo fatto un giro per monitorare la situazione. Poche bandiere davvero alle finestre e sui balconi, molte portate o addirittura indossate dai cittadini. Abbiamo scoperto che il Centro Sportivo Bonacossa (comunale) di Via Mecenate 74 era aperto e così siamo entrati in questa struttura dove si pratica il calcio a 5, la pallamano, il tennis (anche da tavolo: il ping pong), la ginnastica e il ballo. All'interno del Centro Sportivo abbiamo visto una curiosa struttura in cemento armato, un vero e proprio rifugio antiaereo, costruito ai primi anni del secondo conflitto mondiale. Collocato nei pressi dell'attuale sede stradale, accanto ai campi da tennis, un tempo rimaneva ai margini di un campo da calcio; era inoltre adiacente ai capannoni dell'ex Stabilimento Caproni di Taliedo. Importante industria dell'epoca, la Caproni si occupava principalmente della costruzione di velivoli ed altra componentistica per il settore aeronautico. Al momento non sono emersi dati certi in merito all'effettivo utilizzo del rifugio durante il periodo bellico, né della sua destinazione d'uso ma non va comunque esclusa l'ipotesi che, considerando il suo periferico posizionamento sul territorio metropolitano, servisse a personale militare facente parte del sistema di difesa antiaerea dell'area metropolitana. Il ricovero, oggi parzialmente interrato, misura 10.4 m di lunghezza, ha una larghezza massima di 6.3 m ed è alto 2.9 m. Realizzato in calcestruzzo di cemento armato, presenta le pareti spesse da 1.7 a 2 metri circa; in alcuni punti, anche a causa del deterioramento della copertura, determinato dagli agenti atmosferici, affiorano i tondini in ferro dell'armatura. Si compone di un corridoio e di una camera terminale di sezione circolare, costituente il ricovero antiaereo vero e proprio. L'ingresso alla struttura risulta semplicemente murato: non è stato possibile constatare la presenza di tracce che giustifichino la rimozione di un eventuale serramento a sua chiusura. Il corridoio interno è caratterizzato dal classico tracciato ad andamento spezzato o a "greca", adottato per limitare i danni causati dallo spostamento d'aria dovuto all'eventuale esplosione di una bomba nelle immediate vicinanze. La camera terminale presenta una volta a catino e tre piccoli vani ricavati nello spessore della parete: di limitate dimensioni, poteva contenere presumibilmente sino a 6-7 persone. Il suo accesso era provvisto di una porta antiscoppio, la quale è fuori sede e reclinata a terra nel corridoio. Questa veniva chiusa agendo su due volantini azionanti tre chiavistelli ciascuno. La ventilazione era assicurata da un sistema di tubature comunicanti con l'esterno. In malaugurato caso di utilizzo di gas asfissianti, durante un bombardamento aereo, queste aperture potevano essere sigillate dall'interno azionando appositi meccanismi, oggi mancanti. La stessa porta blindata è munita di una guarnizione che ne garantiva la tenuta ermetica. In una delle canne di ventilazione si è notata la presenza di un riscaldatore per l'aria immessa, a funzionamento elettrico. In tutta la struttura sono visibili i resti dell'impianto di illuminazione. |
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