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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Fiori bianchi per Claretta?"

Post n°1011 pubblicato il 27 Maggio 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

E' dal 2007 che il napoletano Nico Pirozzi ci propone in forma romanzesca tante storie di quell’ebraismo napoletano che tanto ha dato alla nostra Città in termini di energie intellettuali e sociali. Ora il saggista ci propone un qualcosa di nuovo curando “Auf wiedersehen Claretta (pagg. 176, euro 15; Centoautori)” – che sarà presentato martedì 29 maggio alle ore 17 presso la Sala Conferenza della Fondazione Valenzi, alla presenza dell’autore, di Lucia Valenzi ed Armida Parisi -  un testo dell’altoatesino Gunther Langes, il diario dell’uomo che avrebbe potuto salvare Mussolini e la Petacci. Tutto nasce da un manoscritto inedito dimenticato nei cassetti per decenni, che fa un viaggio postale tra Verona e Napoli di 700 chilometri ed arriva sulla scrivania di Pirozzi che incomincia ad avere i primi dubbi morali. Non si tratta solo di tradurre e pubblicare un testo, ma anche di dare cittadinanza letteraria ad una storia che “passava per Salò”. Di più: si trattava anche di riprodurre i pensieri di un giornalista, simpatizzante nazista, di Fiera di Primiero ma formatosi alla scuola di Goebbels e di Julius Streicher, che raccontava delle vicende di una donna che, alla vigilia della sua morte, si dichiarava «antisemita per istinto razziale», e di un uomo che, il 17 novembre 1938, aveva tenuto a battesimo i ventinove articoli dei «provvedimenti per la difesa della razza italiana”. Langes inizia a scrivere questo ritratto cercando di dare nuova cittadinanza letteraria a Claretta Petacci, di cui s’innamora, nel momento in cui si trova come autista ad accompagnarla dopo i fatti del 25 luglio ad un incontro furtivo con Mussolini a villa Feltrinelli. Il diario di quei giorni di confusione istituzionale, guerresca e sentimentale di cui Pirozzi inventa solo un prologo ed un epilogo, avrebbe dovuto essere dati alle stampe con il titolo di “Fiori bianchi per Claretta” ma la storia decise un altro imprimatur. La traduzione del testo è di Giulia Renna.

Vincenzo Aiello

 

 
 
 
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