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Fabio Zuffanti - La quarta vittima

Post n°333 pubblicato il 06 Febbraio 2014 da syd_curtis
 



Pollice su:
La bravura mostrata in ogni traccia di questo album è tale che è quasi impossibile muovere delle critiche a quest'ultima opera di Zuffanti. Venti anni di carriera nel campo della musica hanno portato a questo risultato che oggi è davanti agli occhi di tutti. I singoli strumenti, i singoli stili musicali si fondono perfettamente in queste sette tracce e sebbene le influenze musicali che hanno ispirato molti di questi brani siano lampanti, non si può certo parlare di un lavoro di semplice copia dei capolavori dei maestri, bensì di una rielaborazione ed integrazione all'interno di uno stile ben preciso, il punto di arrivo di venti anni di storia. (da SpazioRock)

Pollice a metà: “La quarta vittima” è sicuramente un disco gradevole, ma non ancora completamente a fuoco, o almeno così mi sembra. Più che un punto di arrivo, un momento di passaggio. Il che non toglie che questo album conti diversi episodi interessanti, più o meno in ogni brano. (da Rockit)

Opinioni di cui si può (largamente) far senza:
L'etichetta appiccicata al disco, prog, mi aveva pur messo sull'avviso, ma ho voluto dare una possibilità, cercato di saltare lo steccato dello stereotipo. E' andata male, lo confesso: per il sottoscritto, il prodotto resta indigeribile, salvo i casi -rari, in verità- in cui sconfina nel jazz. Cedo quindi volentieri la mano ai cultori e mi limito a segnalare (modestamente) un problema: la voce di Zuffanti. Non capisco che bisogno ci fosse di infilarcela, così priva di appeal, retorica, fastidiosa. Ma qui forse si ricade nella personale idiosincrasia, indi per cui mi taccio. Gli appassionati troveranno certamente pane per i propri denti.

 
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