Oggi la seconda. Ieri è morta una bambina di 9 anni sulla pista di sci. Oggi una di 8 anni sullo slittino. Direte che così è la comunicazione. Si riferisce tutto quello che fa notizia e la ripetizione di fatti luttuosi fa notizia. Chissà quanti bambini saranno morti sullo slittino andando a sbattere contro gli alberi, soprattutto in montagna...Però mia madre, che è nata in montagna e vi è vissuta fino alla maggiore età, non mi ha raccontato niente di simile del suo paese: un bambino è morto di tetano e uno di insolazione, ma con lo slittino nessuno. Forse una volta i bambini erano più accorti?
La bambina sugli sci: le protezioni antivento non sono imbottite. Se lo fossero non reggerebbero al vento? Io dico di sì. Solo che costerebbero di più e il prezzo si ripercuoterebbe sul costo degli impianti, eccetera. Prendersela col denaro, con l'economia del guadagno, con l'abbassamento dei costi che permette anche a chi non è ricco di pagarsi una settimana bianca? In sostanza col neocapitalismo?
C'è di peggio, a questo mondo: il riscaldamento globale; lo sfruttamento del lavoro: dagli schiavi immigrati nei campi (ormai non più solo al Sud) ai fattorini che portano le pizze, che spesso sono pagati a cottimo o considerati lavoratori autonomi; alla politica che non prende in esame il fatto che le migrazioni non si possono e non si potranno fermare. Vanno gestite ma non possono essere impedite. E non parlo solo dei profughi per ragioni politiche, ma anche di quelli che fuggono da paesi diventati invivibili per la siccità o le inondazioni dovute all'innalzamento dei mari; a quella che non prende coscienza del degrado ambientale che ci condurrà all'estinzione se non si ferma in tempo.
Insomma, belle cose a cui pensare in questo inizio d'anno...
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Cerco di capirti, Lucy. Quando qualcuno ci lascia, è per sempre. Ci si può consolare pensando che la persona sia sempre con noi, ma è una fantasia. Ci può un po’ consolare pensare che siamo riusciti a stare bene con loro almeno negli ultimi momenti. Mi è mancata questa cosa per i miei genitori. Un paio di mesi fa se n’è andata una cara amica e collega. La sua situazione era molto precaria, dopo 18 anni di combattimento, pure io speravo che riuscisse a vivere ancora un poco, voleva poter assistere al matrimonio della figlia. Vincendo una certa riluttanza un giorno sono andato a trovarla, in ospedale. Abbiamo chiacchierato come vecchi amici, quali eravamo, abbiamo parlato di altri amici, dei colleghi, del nostro lavoro. Sono state due ore piene, alla fine eravamo contenti entrambi, ci siamo ringraziati. Ci siamo lasciati ripromettendoci di rivederci qualche giorno più tardi. Due giorni dopo ha avuto un improvviso peggioramento ed è andata. Questo ricordo mi consola un poco, anche se lei non c’è più.
Lei teneva molto ad un pranzo che facevo in campagna nella bella stagione con gli amici e colleghi. Mi si stringerà il cuore quando lo rifarò, ma sarà anche in sua memoria. Vorrei che venisse anche il suo compagno, se ce la farà, ma lo vorrei proprio.
La vita è piena di tragedie e anche di cose belle, talvolta, e a queste dobbiamo aggrapparci. |
(Rispondi)
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