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DUE PAROLE SUL CASO ZUNCHEDDU.

Post n°1751 pubblicato il 29 Gennaio 2024 da scricciolo68lbr

La storia di Beniamino Zuncheddu, condannato all’ergastolo per triplice omicidio e, dopo trentatré anni (non 33 mesi, o giorni) di galera, riconosciuto innocente, dovrebbe far capire ai numerosi forcaioli, favorevoli all’introduzione della pena di morte nel nostro Paese che dovrebbero guarire da tale deviazione mentale: se ci fosse stata, adesso si sarebbe scoperto di aver assassinato un innocente. Sulla stessa falsariga si dovrebbe tener presente ciò che è accaduto nei «civilissimi» e «democraticissimi» Stati Uniti: un uomo è stato condannato a morte utilizzando l’azoto, una barbarie degna del più oscuro medio evo.

Nessuno pretende che le persone leggano i libri di Cesare Beccaria, però, qui intendo aprire una parentesi: Beccaria, giurista ed economista (Milano 1738 - ivi 1794), fu tra i massimi rappresentanti dell'illuminismo italiano, legò sua fama al trattato "Dei delitti e delle pene" (pubblicato anonimo a Livorno nel 1764), che pose le fondamenta della scienza criminale moderna. In questa celeberrima opera Beccaria considera la pena di morte inutile, perché non è l'intensità della pena che fa effetto maggiormente sull'animo della gente, ma piuttosto la sua estensione. La pratica della pena capitale non è mai servita neanche come utile esempio a far sì che gli uomini non commettessero più reati.

Per cui tutti coloro che inneggiano, ciascuno secondo i propri riscontri e le proprie convinzioni, alla pena di morte, prima di chiedere a gran voce alla forca in piazza, dovrebbero tener presente cosa significhi uccidere un essere umano. Dopo, una volta ucciso, non si torna indietro.

 
 
 
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Le parole contano
dille piano...
tante volte rimangono
fanno male anche se dette per rabbia
si ricordano
In qualche modo restano.
Le parole, quante volte rimangono
le parole feriscono
le parole ti cambiano
le parole confortano.
Le parole fanno danni invisibili
sono note che aiutano
e che la notte confortano.
                                  i
 
 

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