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QATARGATE: IL PD SPROFONDA TRA CORRUZIONE E SCAMBIO DI VOTI!

Post n°1411 pubblicato il 22 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr

Il Pd è morto! Ancora non lo sa, cioè per meglio dire, lo sa la gran parte dei suoi dirigenti, che tuttavia si affanna attorno al cadavere fingendo che il caro estinto sia ancora in vita. Gli ultimi sondaggi in realtà, non danno più segno di vita è più che parlare di encefalogramma piatto, occorre riconoscere che le oscillazioni oramai, ogni giorno che passa scendono sempre più in basso. Dal 25 settembre ad oggi, gli italiani che ancora si dichiarano disposti a votare per il Pd sono meno del 15 per cento. In pratica in soli tre mesi, Enrico Letta e compagni, sono riusciti a perdere quasi il 4,5 per cento, sprofondando ad un livello mai raggiunto neppure nei periodi peggiori. Sono lontani i tempi in cui Matteo Renzi, alle europee del 2014, conquistò il 40,81 per cento e sembra un sogno il risultato conseguito appena tre anni fa, quando si tornò a votare per il parlamento di Bruxelles e il Pd conquistò il 22,74 per cento. Ironia della sorte, da quando è stato fondato, le percentuali migliori sono state conseguite proprio alle europee: il 26 per cento nel 2009, 14 punti in più cinque anni dopo, quando l’ex sindaco di Firenze è oggi parlamentare di Italia Viva era segretario e presidente del Consiglio, e nel 2019 oltre otto punti di distacco rispetto ad oggi. L’ironia è data dal fatto che se fino a ieri il voto per Bruxelles garantiva una boccata di ossigeno ad un partito in affanno, oggi i guai peggiori, quelli che hanno contribuito a far discendere agli inferi le percentuali, arrivano da lì, dal cuore dell’Europa. Il Qatargate, ossia quelle buste piene di denaro che Antonio Panzeri, ex deputato prima del Pd poi di Articolo Uno, distribuiva con tanta facilità per ingraziarsi il favore di onorevoli e sindacati al fine di abbellire l’immagine del piccolo emirato del Golfo Persico. Enrico Letta, dopo una settimana di mutismo, ha parlato per proclamarsi vittima, annunciando l’intenz del suo partito di adire le vie legali in quanto parte lesa. 

Su “La 7”, nella serata di martedì, nel talk di Lilli Gruber, 65 anni, nessuno ha posto al “maestro di etica e di politica”, Pigi Bersani, 71 anni, questa domandina: “Come fa a dire che non conosce l’indagato per le eurotangenti, Antonio Panzeri, 67 anni, che è stato europarlamentare, eletto nella circoscrizione Nord-Ovest, per 3 legislature, dal 2004 al 2019,  le prime due per il PD, compreso, dunque, il periodo, dal 2009 al 2013, in cui lei è stato segretario nazionale di quel partito ?”. Non dovrebbe competere ai dirigenti controllare i deputati, le loro entrate e le loro spese esorbitanti? Don Antonio è diventato “manolesta” solo nei 15 anni vissuti, alla grande, tra Bruxelles e Strasburgo?

Bersani, che ossequia Berlinguer, morto nel lontano 1984, dovrebbe ricordare che, tra le lezioni del nobile sardo-archiviate da Piero Fassino, 73 anni, leader Ds dal 2001 al 2007-c’era la sottolineatura che la “questione morale” è diventata (e lo è ancora) politica, perché è decisiva per ripresa di fiducia dei cittadini.

 

Il vero scopo del recente incontro romano, convocato dal PD a piazza Ss. Apostoli, era quello di contare i presenti e vederli in faccia. La delusione, sul primo punto, denota l'assoluta incapacità di Re Travicello, Letta, e soci di percepire la situazione e di prenderla in mano. D'altro canto, appare sempre più preoccupante che il Pd stia lasciando un largo spazio ai grillini dell’abile Giuseppe Conte.

Quanto a Panzeri, e se, furibondo per essere scaricato dagli ex compagni, diventasse un eurotangentista “pentito” e dicesse: “Cari Pigi e c., non potete continuare a scaricarmi, come una mela marcia, dopo anni di onorato e lucroso servizio nel sindacato e nelle istituzioni. Io ho sempre tenuto famiglia e partito. Levatevi la…Speranza che io mi sacrifichi per la Ditta! Non resterò in cella a pettinar le bambole. Se mi arrabbio, vi farò un….Cozzolino così!”.


 
 
 
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