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QATAR: DALLE MAZZETTE ALLE MINACCE IL PASSO È BREVE...

Post n°1408 pubblicato il 21 Dicembre 2022 da scricciolo68lbr
 

QATAR, PRIMA LA CORRUZIONE DEGLI EURODEPUTATI, POI LE MINACCE! ARROGANZA E POTERE DEGLI EMIRI!

QATARGATE, ORA GLI EMIRI MINACCIANO L’EUROPA.

TUTTO È PRECIPITATO DOPO LA STRETTA ANNUNCIATA DA STRASBURGO: GIOVEDÌ INFATTI GLI EURODEPUTATI HANNO VITATO QUASI ALL‘UNANIMITÀ UN TESTO CON CUI SI SOLLECITA “LA SOSPENSIONE DEI PERMESSI DI ACCESSO PER I RAPPRESENTANTI DEGLI INTERESSI DEL QATAR” DURANTE LE INDAGINI DELL’INCHIESTA SVOKTE DALLA PROCURA DI BRUXELLES, INDAGINE CHIAMATA “CASH FOR INFLUENCE”. IL QATAR HA INFATTI DETTO APERTIS VERBIS CHE QUANTO AVVENUTO POTRÀ AVERE “UN IMPATTO NEGATIVO” SUKLE RELAZIONI CON L’EMIRATO DEL GOLFO E SULLA FORNITURA GLOBALE DI GAS, LA MATERIA PRIMA SU CUI IL QATAR STA COSTRUENDO LA SUA FORTUNA E, SI PRESUME, IL SUO IMPERO FATTO PRINCIPALMENTE DI “CORRUZIONE”.

 

Non si può dire che non fossero stati avvisati. A maggio 2022, quando l’Europa si pose il problema di sostituire il gas russo, quindi il problema di non dover più dipendere dalla Russia per l’approvvigionamento energetico, la decisione di “riabilitare” una serie di Paesi che fino al giorno prima erano messi alla berlina, fu infatti giudicata da tanti, compresi quotidiani e esperti politologi, una pura e semplice follia, perché si rischiava di cadere dalla padella nella brace. Ma come spesso accade, i vertici europei hanno preferito ignorare queste parole e qualsiasi altro tipo di avvertimento. Risultato: sei mesi dopo siamo sulla graticola e rischiamo di finire flambé. Anzi trattandosi di gas e di stop alle forniture in periodo invernale, il pericolo più concreto e di congelare.

 

Domenica 18 dicembre 2022, il Qatar ha condannato l’indagine sulla corruzione condotta dal procuratore di Bruxelles e la sospensione dell’accesso dello Stato del Golfo al Parlamento dell’Ue, affermando che potrebbe avere un impatto negativo sui legami tra Europa e Qatar e sulla fornitura di gas naturale. 

 

Lo scandalo è scoppiato mentre molti paesi europei guardano al Qatar per le forniture di gas naturale liquefatto. "La decisione di imporre una restrizione così discriminatoria che limita il dialogo e la cooperazione con il Qatar, prima che il processo legale sia terminato, influenzerà negativamente la cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché le discussioni in corso sulla povertà energetica globale e sulla sicurezza", ha affermato il diplomatico. "Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta", ha aggiunto la dichiarazione.

"Il Qatar non è stata l'unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato"

Secondo i resoconti dei media, anche gli interessi marocchini sono oggetto di scrutinio nelle indagini.

"Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva del nostro Paese di questa settimana", afferma la nota.

"È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo per stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse", ha affermato il diplomatico.

Il Qatar sente di essere stato ingiustamente preso di mira, con sentimenti influenzati da altre accuse mosse contro il ricco stato del Golfo per aver ospitato la Coppa del Mondo.

"La decisione di vietare esclusivamente i rappresentanti di una singola nazione al Parlamento europeo dimostra che gli eurodeputati sono stati notevolmente fuorviati", si legge nella dichiarazione. "È un peccato che alcuni abbiano agito sulla base di pregiudizi precostituiti contro il Qatar e abbiano formulato i propri giudizi sulla base delle informazioni inesatte contenute nelle fughe di notizie piuttosto che attendere la conclusione delle indagini".

 

La storia ha inizio con l’invasione dell’Ucraina, allorquando la Ue si svegliò da un lungo sonno, e aprendo gli occhi, si accorse che Vladimir Putin non era a suo dire, un fine democratico, il quale, a sempre a suo dire, aveva già occupato la Crimea, combattuto una guerra senza quartiere in Cecenia, ammazzato a suo dire, ed incarcerato un certo numero di giornalisti ed oppositori. Ma pare che a Bruxelles nessuno avesse visto niente. 

 

Dunque, all’improvviso, in primavera  l’Unione si rese conto dell’urgenza di interrompere i rapporti con Mosca e, soprattutto, smettere di comprare miliardi di metri cubi di metano, onde evitare che gli acquisti finissero ad alimentare la macchina da guerra del Cremlino. E avendo maturato questa decisione, la baronessa Ursula von der Leyen e compagnia cantante, concordarono di rivolgersi per le forniture di gas, ad altri Paesi apparentemente più presentabili della Russia di Putin.

E quali sono questi campioni di democrazia che i nostri governanti hanno cominciato a corteggiare? Beh, dell’elenco facevano parte stati accusati di violazione di diritti umani, tra i quali Qatar, Algeria, Arabia Saudita, il Venezuela, l’Iran eccetera. Alcuni di questi erano sulla lista nera degli Stati Uniti, da anni soggetti a sanzioni perché sospettati di finanziare il terrorismo internazionale. Mentre altri, come Riad, dopo l’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, fatto a pezzi in ambasciata, erano semplicemente in una specie di limbo, cioè sospesi dal club dei buoni, in attesa di eventi che ne consentissero il riaccoglimento. L’occasione è stata fornita da Vladimir Putin, con l’invasione dell’Ucraina. I bombardamenti sui civili, alla fine, hanno convinto Americane ed Europa che in fondo massacrare un cronista che si era permesso di criticare il principe Mohammad bin Salman non era poi un fatto così grave, e neppure affamare il proprio popolo come ha fatto Nicolas Maduro. Risultato, in men che non si dica, per liberarci da una dipendenza, quella verso il gas di Putin, ne abbiamo accettata un’altra, legandoci mani e piedi a teocrazie e dittature che non possono essere di certo considerate migliori di quelle messe in piedi in Russia. Si può per calcolo baciare la pantofola di chi ha appena usata una per schiacciare la testa ad un oppositore?

 

Ebbene l’Ue ha deciso di voltare le spalle alla Russia ed al suo metano, per rivolgersi al Qatar. E di quanto sia democratico il nostro nuovo partner commerciale, quello da cui far dipendere la nostra energia e di conseguenza la nostra economia, ne abbiamo avuto prova di recente, non solo quando si è scoperto che per rendere accogliente il Paese in vista del Mondiale di calcio sono morti 6500 operai, ma anche quando appunto, è scoppiato lo scandalo delle mazzette all’Europarlamento. Soldi in contanti, dentro enormi Sacchi, per comprarsi il consenso e migliorare l’immagine, ma anche per consentire libera circolazione a politivi ed affaristi qatariani. 

 

Ora che lo scandalo è scoppiato, con l’arresto di onorevoli e portaborse di stanza a Bruxelles, la Ue ha alzato la voce, condannando la corruzione e BLOCCANDO I VISTI per i burocrati dell’emirato. Ma il soprassalto morale, a quanto are non è stato apprezzato da Doha, ed infatti quei simpatici signori vestiti bianche vesti, sempre pronti a mettere mano al portafoglio, sia per comprare qualche nostro albergo, sia per mettere a libro paga qualche deputato, hanno reagito malamente in modo poco urbano, minacciando di CHIUDERE IL RUBINETTO DEL METANO.

 

 

Una intimidazione bella e buona. Anzi, una rappresaglia, perché il Qatar sa di avere il tubo dalla parte del manico. Resta da vedere con quanta ipocrisia ora l’Europa farà retromarcia, mettendo a tacere lo scandalo delle mazzette. Altro che tetto al gas, l’Europa è unita nel metterci una pietra sopra: dal prezzo del metano al prezzo delle mazzette!

 
 
 
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