Creato da Sylvia.P il 10/09/2013

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Sentimenti, deliri, amore

 

 

« Gertraud24 maggio 2014 »

Senza cielo

Post n°15 pubblicato il 05 Maggio 2014 da Sylvia.P

 

L'antefatto

Michela (Michelina per gli amici) dopo il divorzio ha cresciuto sua figlia da sola. Il marito - un uomo violento con un ego grande come uno zeppelin - aveva minacciato di uccidere lei e la loro figlia Carola di cinque anni, durante un litigio in cui diverse sementi di follia si erano sparse tra i loro dialoghi come micce assassine. Michelina si rifugia quindi dai genitori e cade in un torpore anestetico.

Il tempo che rallenta

Trascorre settimane e mesi sul divano, mentre tra le ciglia intravvede sua madre e suo padre, ormai anziani, cucinare piatti per lei e la cucciola e rimbrottarla di continuo. "Michela, vai a lavorare almeno una mezza giornata: ti farà bene", chiosa imperterrita e fastidiosa la madre, un'attrice di teatro in pensione, frustrata per la scemata mancanza di attenzione e di potere. Ed anche dispiaciuta per il divorzio di sua figlia (perchè lei glielo aveva detto che quell'uomo che aveva sposato era un disgraziato). Michelina chiude gli occhi e rivive i momenti della sua infanzia: suo padre che la porta al parco giochi, suo padre che le prepara gli spaghetti, la choucroute, la polenta e gli ossi buchi, l'insalata di qua e di là, il lungo viaggio negli States quando aveva dodici anni, gli amici di sua madre intorno alla lunga tavolata (attori famosi: i primi ad acquisire quella notorietà che la nascente televisione regalava come per magia), la famiglia dalla quale si recava ogni giorno, perchè sua madre lavorava dalla mattina alla sera.

La madre di Michelina e altre donne

La madre di Michelina: una figlia legittima di Stachanov, una donna minuta ed ossuta, nervosa, prolissa sino all'importunità, ampollosa ed insonne. Semprepresente. Assillante. Una donna emancipata ma con tutte e due i piedi ancora nel pentolone del senso di colpa per le critiche che Michelina, una volta quasi adulta, le ha rivolto e che sottolinea attraverso frasi sibilline o trattandola da minorata mentale. Michelina, dunque, odia consciamente sua madre e riversa sulla figlia Carola tutte le attenzioni che non ha ricevuto, come per sanare una ferita femminile, uno spregio verso il genere. In questo brodo d'amore contaminato, in questa melassa di desideri anticipati verso la figlia (tonnellate di giochi, vestiti e scarpette di ogni foggia e colore, cibo spazzatura per non farla piangere, parolacce e comprensione di ogni suo capriccio), Michelina si fa spazio e cerca un posto in questa vita. Spesso va dalle due donne che si sono prese cura di lei durante la sua infanzia, quando sua madre e suo padre erano al lavoro, e confida loro la sua rabbia per sua madre ed il disgusto per il suo ex marito che, oltre ad essere un violento è anche inaffidabile dal profilo del mantenimento della figlia. Le due chiocce ascoltano con attenzione le lamentele di Michelina e l'accolgono tra le loro braccia possenti. Passano gli anni e Michelina, uscita dal tunnel del lamento perpetuo e dalla regressione nostalgica, trova un lavoro sicuro e si mette a dieta, riuscendo a perdere qualche chilo che le si era accumulato sul giro vita e sugli avambracci. I suoi genitori sono entrambi morti di cancro e lei vive da sola con sua figlia Carola, di diciotto anni.

Il nuovo compagno

Una volta la settimana vede Francisco, un ragioniere lievitato come il buon pane, di mezza età, al quale piace fare l'amore la mattina alle sette. Francisco la raggiunge ad un'ora prestabilita ed inizia la routine che insieme hanno sottoscritto lentamente senza saperlo. Aperitivo in veranda, qualche patatina e tre olive e due bicchieri di bianco secco, quattro battute, un pettegolezzo, e per cena carne fatta cuocere lentamente con sugo al vino rosso, maizena per addensare, e le solite verdurine da brasato, patate, insalata. Così ogni sabato sera. Prima che lui arrivi lei si prepara con attenzione: unghie laccate, ceretta sui baffetti, rasoiata sulla gambe, intimo abbinato e succinto. Francisco ama stare davanti la televisione dopo cena con lei, ed accarezzarle le gambe e farle solletico sotto i piedi, tra le dita. Finchè si addormenta di botto ripiegando la testa all'indietro e russa russa sino che il suo gorgoglìo impedisce alle due donne di capire alcunchè del film. A questo punto bisogna sottolineare che Michelina si dedica ancora anima e corpo a Carola, che nel frattempo è diventata una ragazza saccente e tarchiatella, con un viso da madonna.

La figlia

Carola parla velocissimamente, come tutti gli adolescenti, ed ha sempre la risposta pronta. Petula petula come una vecchia balorda. Spesso risponde male alla madre, urla come un gabbiano, stridula, insomma! - come se un verso le montasse dalle viscere, dalle budella contorte. Le urla di non immischiarsi nella sua vita: "che cosa cazzo vuoi dalla mia vita, babbea?". Ma dopo fanno pace. Lunghi capelli biondi scendono sulla schiena di Carola, come spaghettini secchi, e sua madre glieli lava ogni due giorni "perchè lei non sa mettersi il balsamo". Quando Francisco se ne va, la domenica dopo pranzo, Michela e Carola si svestono e indossano il pigiama ed insieme commentano la serata e Carola chiede a sua madre cosa rispondere a certi sms e Michela chiede a Carola cosa c'è scritto sull'sms appena ricevuto in quanto lei non ha gli occhiali da vista a portata di mano... Carola dice a sua madre "mamma come sei bella, lo sai vero?" e così l'amore ritorna quello di sempre, un'amalgama dolciastra ed esclusiva, che profuma di pannolini, sali da bagno, paroline contuse, risatelle, secchiate di sarcasmo per tutti gli altri, quelli oltre l'arcobaleno...

La conclusione

Di uomini nemmeno l'ombra, sinora.

 
 
 
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