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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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Rompi le catene e libererai l’anima

Post n°364 pubblicato il 24 Gennaio 2018 da irene.74
Foto di irene.74

Incontro Floriana in un'accogliente sala da tè. Al telefono, quando ci siamo sentite per la prima volta, mi è sembrata una Donna speciale. Ma ora che la osservo, seduta elegantemente dinanzi a me, colgo tutta l'infinita bellezza della sua Luce. Rompiamo il ghiaccio facendo due chiacchiere spensierate ma sembra che ci conosciamo da sempre. Nessun imbarazzo, zero timidezza, tanta... tantissima empatia... Floriana Maraglino attraverso il suo "laboratorio alchemico" aiuta le persone a liberare il proprio potenziale, superando le credenze limitanti del pensiero ordinario. E' una meravigliosa Donna in rinascita. Le faccio 5 domande che son certa offriranno a tutte noi preziosi spunti di riflessione...

Il tuo motto è "trasforma il piombo della tua vita in oro". Cosa compone questo "piombo", Floriana?

Il piombo è composto da emozioni che in termini alchemici si definiscono basse, inferiori, collegate ad una consapevolezza, figlia dell'esperienza che ho fatto, che è questa: ritengo che ognuno di noi abbia dentro di sé tutte le risorse per manifestare ciò che è venuto a fare ma l'ha scordato. Quindi io lo accompagno in questo percorso volto a ripescare il ricordo del fatto che abbiamo in noi tutto ciò che occorre. I testi di crescita personale che si trovano nelle librerie, partono dal presupposto di poterti insegnare qualcosa, seguono la logica secondo la quale tu paghi e dall'esterno aggiungi un dettaglio, una risorsa. Per questo il mio è un coaching ALCHEMICO. Il mio lavoro è quello di guidare delle vere e proprie trasformazioni, per risvegliare il ricordo di chi si è, destando la mente dal "dormire" sui morbidi cuscini della rassegnazione. Non serve diventare nessuno di diverso rispetto a quel che già si è: un essere luminoso che ha in sé tutte le risorse per gioire, manifestare, brillare.

Prima della rinascita che ti ha portato a divenire la donna felice e serena che sei oggi, con quale "piombo" hai dovuto relazionarti?

Il primo che mi viene in mente è il giudice che ho lasciato dimorare in me per tanti anni. Ricordo perfettamente che mi sentivo soggiogata, dicevo a mia madre: "C'è qualcuno dentro di me, non sono io..." Questa presenza sembrava somigliare a un demone che mi teneva in pugno da tantissimi punti di vista, dalla performance scolastica alla malattia alimentare, quando ho iniziato a togliermi il cibo... Praticamente vivevo all'insegna del perfezionismo. Finché ho compreso che quello che credevo un demonio era il seme del mio cambiamento. Ho imparato a prenderlo al guinzaglio e da drago l'ho visto diventare cucciolo, quindi l'ho ringraziato.

Come hai fatto a trasformarlo in oro?

Questo percorso ha contato un sacco di tappe. La prima è stata quella della frustrazione, della rabbia. Quando vivevo il periodo dell'anoressia, mi confrontavo con le altre, le vedevo andare a braccetto con la malattia, se la rendevano amica, si sentivano legittimate a soffrire. Io ero una gladiatrice, sentivo una voce dentro di me che ripeteva: "Ne verrò fuori." La seconda, tipica del viaggio dell'eroe, è quella contro cui molti combattono, la tappa della distruzione. Ero sempre la figlia perfetta, l'amica perfetta, la sorella perfetta... Più o meno consapevolmente vivevo in una lavatrice di emozioni bassissime in cui provavo rabbia, dolore, ribellione, frustrazione... e facevo male a me stessa e agli altri finché ho iniziato ad avvicinarmi alla mia morte. Devi stare vicino alle fiamme, per capire cosa c'è dentro. La terza tappa quindi è stata l'accettazione. Di tutto quel che arrivava. Rabbia? Rabbia. Dolore? Ok... Piangiamo. Mi son trovata come in un appartamento nuovo dove ho dovuto tirar fuori tutto e cercare ciò di cui avevo bisogno e che sapevo che comunque c'era. Così ho trovato la mia centratura. I miei malesseri mi hanno portato a studiare tutto. Ho dovuto lavorare sulla tendenza ad identificarmi in quello che arrivava. "Un fallimento? Sono una fallita." Oggi mi sento sposata con me stessa. Questo matrimonio è fondamentale, ritengo lo sia per tutte. Occorre rompere le catene per liberare l'anima.

A noi donne è stato dato il dono della procreazione. Forse anche questa componente ci predispone ad essere "arabe fenici" capaci di rinascere dalle nostre stesse ceneri. Ma troppo spesso ci sottovalutiamo. E magari la nostra forza finiamo col conoscerla solo nei tratti esistenziali più bui. Perché questo accade?

In passato abbiamo dovuto combattere contro tanti luoghi comuni. Probabilmente abbiamo dimenticato la nostra forza. Credo tantissimo nell'energia delle donne. Per questo voglio lavorare con loro e per loro. Abbiamo il dono della maternità che non è solo mettere al mondo un figlio. Hai presente il supereroe che sta morendo e si salva grazie all'ultima vita? Proprio per mezzo di quel dolore estremo che tu descrivevi prima. Mi chiedono... "Ma come si fa?" Non bisogna cercare fuori ma dentro di noi.

Alle donne che oggi vivono esperienze dolorose, non diverse dal "piombo" che ha creato smarrimento nella tua vita diversi anni fa, la Floriana di oggi, fiera e consapevole, cosa sente di consigliare?

Di iniziare seriamente a mettere tutto in discussione, soprattutto i propri pensieri. La nostra realizzazione di donna, madre, compagna, amica, figlia... passa dall'aver ripescato la propria bimba interiore. Quella bambina non appartiene al passato, ti scalcia dentro finché non tiri fuori la tua vera essenza. Bisogna riprendere la bambina, avere il coraggio di guardarla, iniziare a sentirla e poi trasformarci, se lo vogliamo, cominciare a decidere se diventare sua mamma, già... diventare mamme di noi stesse, sorelle di noi stesse, amiche di noi stesse. Quindi partire da lì. Mettersi in discussione. Quando arriva un pensiero, capire che non sono io quel pensiero. Iniziare a pensare, ad esempio... "Ok ho vissuto un fallimento sentimentale... Cosa posso prendere da questa lezione?" Non soffermarsi su ciò che è giusto o sbagliato... buono o cattivo... Imparare a gestire la mente che segue come delle strade neuronali ma... la mente, mente.

 

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Data di creazione: 30/09/2013
 
 

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