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Muore Giacomo Rondinella

Post n°2462 pubblicato il 27 Febbraio 2015 da stanzaNapolieNapoli

Ci lascia un pezzetto di Napoli: Giacomo Rondinella

Dopo Pino Daniele, la musica partenopea piange un altro dei suoi più amati maestri, epigono di un'epoca ormai lontana di versi e poesie tradotti in note musicali, cantate di petto davanti a platee commosse di tutto il mondo.

Rondinella era una star d'antan. Bello, dongiovanni, atletico e istrionico. Fu lui a scoprire il talento di una giovanissima Virna Lisi, presentandola al produttore Antonio Ferrigno.

La musica nel cuore, nei cromosomi: Giacomo nasce a Messina nel 1923, durante un tour dei suoi genitori, Ciccillo e Maria Sportelli, cantanti ed interpreti del vasto canzoniere partenopeo. Inizialmente la famiglia prova a sviarlo dalla carriera artistica, indirizzandolo ad una più sicura carriera in Marina.

Durante la Seconda guerra mondiale venne arruolato nel "reggimento San Marco" e, dopo l'armistrizio, intraprende una breve carriera di pugile, ma con scarsi risultati. Il fisico scolpito ed atletico gli tornerà utile anni dopo, per consacrare il suo ingresso nel mondo del cinema.

Non si sfugge al proprio destino. E a 21 anni Giacomo fa ingresso nel mondo dello spettacolo, risultando vincitore ad un concorso di Voci Nuove indetto da Radio Napoli. A dargli forte notorietà è stato soprattutto, nel 1950, "Carosello napoletano", di Ettore Giannini, portato sia a teatro che sul grande schermo. Una voce ferma e impostata, mai una sbavatura. Tra gli anni Cinquanta e Ottanta recita in numerosi film. Soprattutto storie d'amore di bello e dannato, ma anche pellicole impegnate, come "Dov'è la libertà...?" (1954), di Roberto Rossellini, con Totò e Leopoldo Trieste.

Un fratello, Luciano, anche lui attore e cantante e una moglie, Ada Alese, sposata nel 1947 (scomparsa
nel 2013). Da qualche anno, Rondinella viveva nel piccolo paese di Fonte Nuova, poco distante da Roma. Qui si cimentava in picocli esperimenti musicali, musicando vecchie poesie di Totò o cantando piccole chicche di indimenticati brani. Il cordoglio su Facebook è già partito. "Addio, grande maestro - gli scrive Doretta su un gruppo fan  -  ci hai lasciato uno scrigno enorme di musica e parole". I funerali si svolgeranno a Fonte Nuova, sabato alle 11.

"Clelia, Francesca e Amelia si uniscono in un abbraccio per la morte del loro zio Giacomo che ci ha lasciati stanotte. Che la terra gli sia lieve". Il post su Facebook, è di poco più di un'ora fa. Le sorelle Rondinella, attrici e cantanti, tra le ultime esponenti di un'intera famiglia votata all'arte da più generazioni, sono tra le prime ad annunciarne la scomparsa.

Alle tre di giovedì notte, se n'è andato Giacomo Rondinella, 91 anni, l'ultimo grande vecchio della canzone classica napoletana del secondo dopoguerra. Era sua la voce che per prima intonò nel 1945 la celeberrima "Munasterio 'e Santa Chiara", durante lo spettacolo cosiddetto "di rivista" (con contenuti leggeri e musicali) "Imputati... alziamoci" di Michele Galdieri (che firmò anche il testo del brano, con musiche di Alberto Barberis).

Così come di Rondinella è l'inconfondibile timbro dellla prima incisione di "Malafemmena", composta dal suo amico Totò.

 
 
 
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