Mr Nice Guy

Da quando sono tornato single, i miei venerdì sono l’immagine della tranquillità. Nel senso che me ne sto tranquillo a casa. E anche il sabato. Di solito vado a trovare i miei, che vivono ad un’oretta e mezza da dove sto io, ceno con loro, e poi me ne resto a casa anche il sabato sera. Mi sto facendo una cura di riposo.

Certo, lo so anche io che dovrei ricominciare ad uscire il finesettimana, e magari ridarmi all’acchiappo. Che non posso “stare in lutto”  per dei mesi e votarmi ad una vita monastica. Tornare all’acchiappo è sostanzialmente quello che fa ogni buon single di questa terra. Tra l’altro, ci sono centinaia di donne sui trent’anni che aspettano solamente il loro principe azzurro, e che lo cercano disperatamente in tutti i locali della provincia.  Di venerdì e di sabato, e generalmente coadiuvate nella loro ricerca da un elevato tasso alcolico e da un basso livello di inibizioni. Del resto, vanno per prove ed errori, ed aumentando il numero dei tentativi, si incrementa la probabilità di successo. Non fa una piega. Insomma, anche soltanto per bontà d’animo, non dovrei ostacolare il loro sogno di felicità rimanendo a casa. Potrei essere il principe azzurro di qualcuna di loro, e invece le sto costringendo a provare tutti questi uomini diversi. A passare da un letto all’altro senza toccare terra e senza speranza di riuscire nella loro impresa. Messa così, il mio è puro egoismo.

D’altra parte, la voglia di far festa con gli amici non mi è ancora tornata, e il pensiero di imbarcarmi in un’altra relazione è invitante come una frittura di scarafaggi. Poco. Poco invitante, per chi se lo stesse domandando. Lo so che su DMAX certe cose le spacciano per prelibatezze, ma non è questo il caso.  Una frittura di scarafaggi è poco invitante. Insomma, non ho voglia di far festa, e il pensiero di un’altra relazione è poco invitante. Però non posso nemmeno chiudermi in casa e tagliare i rapporti con il mondo.

Per dare ascolto al mio buon senso ed evitare di trasformarmi in un eremita, diciamo che sono arrivato ad un compromesso. Sono sceso a patti con me stesso ed ho trovato una mezza soluzione: uscire durante la settimana. Una volta o due la settimana, esco a cena o per un aperitivo con un’amica od un amico, e spesso mi vedo con mio fratello. Certo, come vi dicevo l’altro giorno, andare al ristorante  non mi esalta, ma alla fine nemmeno mi dispiace. Magari qualche volta li invito a casa mia, così cucino io, e tutto sommato è divertente.

Chiaramente mi rendo conto che non è proprio l’immagine di una vita sociale attiva. Le altre persone, magari escono durante la settimana, e poi vanno a fare festa il venerdì ed il sabato. Il massimo della mia vita  sociale in questo momento, è quello che qualcun altro potrebbe definire “mantenere i rapporti” con le persone. In sostanza, sto facendo il minimo. Però alla fine non mi importa più di tanto. Una parte del mio cervello sa benissimo che prima o poi dovrò tornare a fare il single all’acchiappo, e che è solo questione di tempo. L’angolino del mio cervello deputato alla vita sociale lo sa, e rimane in attesa. Sta al minimo, come il motore della macchina quando sei al semaforo. L’importante è non diventare come quei motori supertecnologici, che si spengono quando ti fermi, e poi magari non si riaccendono. Non mi fido molto di quella tecnologia, a me piacciono i motori di una volta, quelli grossi e rumorosi. Non posso stare con l’ansia che il motore mi si spegne, e rimango fermo al semaforo. Quindi lo tengo al minimo, così si abitua e non mi fa gli scherzi.

Prima o poi, riparto.