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RACCONTI STONATI: LA GUERRA DI PIERO

Post n°240 pubblicato il 28 Gennaio 2012 da sanguemisto84
 

Premessa: questo è un post un po' diverso dai soliti di questo blog. E' un esperimento di breve racconto. "Stonato" perchè nasce dall'ascolto di una canzone rielaborata in storia, ma dalle mani di uno che scrittore non è. Ci può stare, quindi, qualche "stecca". In fondo al post c'è la canzone da cui ha origine il tutto. Buona lettura.

La voce dall' altoparlante che annunciava che il treno fosse giunto al capolinea lo ridestò dai suoi pensieri. Piero fece le scale ed uscì dalla stazione pensando che d' inverno le 6 di pomeriggio sembran notte fonda, dirigendosi verso il piazzale dove stazionavano gli autobus: nelle orecchie le cuffie con De Andrè che cantava, in faccia e dentro sè il vento gelido di Gennaio.

"fermati Piero, fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
..."

Ma non era il momento di fermarsi. Salì nell'R5, che di lì a poco lo avrebbe portato a destinazione. L' R5, il pullman dei drogati: l'80% delle persone che vi salgono vanno a rifornirsi di roba alla più grande piazza di spaccio d' Europa. Piero guardava gli occhi delle persone sedute: tutti spenti. La speranza non era salita a bordo, ma rimasta al capolinea. Pensò a quello che stava per fare, pensò a come era iniziato tutto questo. Pensò a quando mesi fa era su quel pullman ad accompagnare Franco, il suo amico fraterno. Lo stronzo voleva provare qualcosa di nuovo. Aveva tentato in 1000 modi di fargli togliere quell'idea dalla testa ma nulla. Però lo accompagnò a comprare quella merda, perchè anche se un amico fa una cazzata non lo lasci mai solo. E perchè in cuor suo pensava di riuscire a distoglierlo all'ultimo momento dal fare quella cazzata, ma nulla. Tempo 3 mesi e Franco era morto. Che stronzo.

Arrivato a destinazione Piero non ebbe problemi a passare: il "palo" seduto sul motorino aveva riconosciuto la faccia e non gli disse nulla. Si diresse verso il suo obiettivo, che lo attendeva sotto una statua di Padre Pio. Sacro e profano si mischiano qui, si spaccia sotto la statua di un santo come se fosse la cosa più normale del mondo. Piero aveva in un orecchio l'auricolare e con l'altro ascoltava il suo interlocutore, che gli disse:

"chi non muore si rivede! tutto a posto? come sta l'amico tuo?"
"è morto..."
"ah, mi dispiace..."
"cazzate...comunque non sono qui per questo, mi serve qualcosa"
"e ti pare che non lo so. Quanto?"
"una basta"
"aspè, la prendo"

Il ragazzo si girò a prendere la roba in una nicchia sotto la statua. Era giovane, poca esperienza. "Meglio" pensò Piero, che con un gesto fulmineo estrasse dalla tasca del giaccone la pistola col silenziatore del padre e gliela puntò alle spalle. Dalla cuffietta sempre la canzone:

"sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo sangue
"

Di colpo ne bastò uno, preciso. E tutto finì li, perchè per precauzione non c'era nessun altro intorno. Nessuno aveva sentito nulla. Piero si allontanò di qualche metro. Aveva avuto ciò che voleva: vendicare il suo amico. Ma non gli bastava, sentiva il vuoto dentro crescergli, quando sperava che si fosse colmato. Chiuse gli occhi e si puntò la pistola alla tempia. E De Andrè continuava a cantare.

"cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
..."

 

(Fabrizio De Andrè - La guerra di Piero)

Altri racconti stonati:

- Liberi
- Notturno urbano

 

P.S. Presto un post adatto agli standard demenziali del blog, promesso

 
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Commenti al Post:
lunedi.bs
lunedi.bs il 28/01/12 alle 17:17 via WEB
wow!!!!
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 30/01/12 alle 15:08 via WEB
Yeah :-)
(Rispondi)
 
caputl
caputl il 29/01/12 alle 17:46 via WEB
Bel racconto, anche se tratta un tema difficile. Per l'r5 confermo, è il pulman dei tossici. Certi dettagli del racconto possono essere capiti solo da chi abita qui. Cmq ripeto, buon racconto.
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 30/01/12 alle 15:12 via WEB
Il racconto è ambientato qui (Napoli), parte dei posti descritti sono anche reali. Il tema so che è difficile, grazie per aver letto e per aver giudicato positivamente. Presto come dicevo si torna agli standard demenziali, questo post era una piccola "licenza" :-)
(Rispondi)
 
pinksweetbutterfly
pinksweetbutterfly il 30/01/12 alle 12:39 via WEB
Buongiorno :) Mi piace come hai adattato questa storia con la bellissima canzone. Il tema, anzi i temi, hanno davvero un certo peso. Se posso fare una piccola riflessione, oltre al fatto che chiaramente drogarsi è una cosa bruttissima, la vendetta non è sicuramente un mezzo per pareggiare un conto o per avere giustizia. E lo dimostra il fatto che tutto quello che il protagonista ha sentito è stato solo un grande vuoto, e ha fatto l'ennesima scelta sbagliata: il suicidio. Sono fermamente convinta che se tieni ad un amico, cerchi in tutti i modi di distoglierlo da una strada pericolosa come quella della droga. Che non fai anche tu quello che fa lui, perchè è una fesseria che un amico non si lascia solo quando fa un'idiozia. O cerchi di farlo ragionare o lo lasci dov'è, visto che non si può piantare un fucile alla testa agli altri decidendo della loro vita. Arrivare ad uccidere un'altra persona non ci da una reale giustizia, non siamo noi che dobbiamo giudicare ( pur anche sia evidente che il nostro prossimo ha sbagliato molto) perchè non rientra nei nostri compiti. E suicidarsi non è una soluzione. Naturalmente questo è un mio pensiero, e ci tenevo ad esprimerlo :) Buona giornata ^_^
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 30/01/12 alle 15:26 via WEB
I temi sono diversi, e tra questi ho cercato di incastrare vicende estreme di una parte di periferia, realtà in cui non sempre è il "buono" a vincere: esiste anche questo e ho voluto descriverlo, anche se il risultato è stato magari un tantino "ostico". La vendetta non è mai la soluzione, come il suicidio, o la droga. Non c'è un'aperta condanna di queste cose perchè ho cercato di evitare il più possibile di personalizzare il racconto: questa storia è come una foto di una realtà, poi ognuno pensa quello che vuole. Ed era questo l'obiettivo: che ognuno scrivesse ciò che pensa sull'argomento. Grazie di aver letto ed espresso un'opinione. Buona giornata e buona settimana :-)
(Rispondi)
 
massimocoppa
massimocoppa il 30/01/12 alle 17:24 via WEB
wow, folgorante
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 31/01/12 alle 13:32 via WEB
Più che folgorante, il sottoscritto è folgorato :-) comunque grazie, troppo gentile.
(Rispondi)
 
notte_serena
notte_serena il 30/01/12 alle 21:50 via WEB
Fisso l’arma che squarcia il cuore, ma anche la voce, sentirti forte per poi morire, cadere a terra senza lasciare il tempo di capire che la vita vale qualcosa in più di un solo piacere, che poi piacere non è, ma si trasforma in soffocante delirio, ma di cui più a meno non puoi fare… Selvaggia è la dipendenza, e se c’è qualcosa di oggettivo al mondo è proprio questo stupido lamento, che ci spinge oltre il consentito, che ci rende schiavi fino a morire… Vale davvero poco questo silenzio, davvero molto poco… morire in sussulto silenzioso… Che dire, trovo il tuo testo terribilmente attinente alla canzone, che la rende, se ce ne era ancora bisogno, sagace e fastidiosamente attuale. Credo che tu sia stato a posta pungente, per creare il giusto disturbo che rende il tutto molto verosimile, sai che ti preferisco quando fai capire che sei straordinariamente intelligente e sensibile… un dolce bacio allo scrittore
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 31/01/12 alle 13:39 via WEB
Il racconto è un pò tutto giocato su un linguaggio crudo e scenari cupi in contrasto con il ritmo lento e calmo della canzone (del resto anche il disco gioca su questa antitesi ritmo-argomento). Fastidioso forse, perchè troppi fanno finta che queste realtà non esistono, quando invece purtroppo spesso son molto più vicine di quanto si possa credere. Selvaggio è uno stato mentale, selvaggio è un mondo dove sei fuori se sei debole. Il silenzio finale è emblamatico dell'indifferenza che avvolge queste realtà. Ogni tanto cerco di essere me stesso in toto anche qui, poi non so se ci riesco o meno. Comunque grazie di tutto, e sai perchè :-) un bacio grande grande :-)
(Rispondi)
 
Shunrei78
Shunrei78 il 31/01/12 alle 11:17 via WEB
Diverso dai soliti post, è vero, ma hai fatto bene a pubblicarlo: complimenti, davvero un buon racconto! :)
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 31/01/12 alle 13:39 via WEB
Grazie a te di esserti soffermata a leggere :-)
(Rispondi)
 
cloudonmyhead
cloudonmyhead il 02/02/12 alle 10:15 via WEB
Mi stupisci sempre quando scrivi racconti. Forse perché è il modo che hai di tirare fuori il tuo buio in questo blog sempre così allegro e caciaro. E forse proprio per questo contrasto, tiri delle sberle che lasciano il segno.
(Rispondi)
 
 
sanguemisto84
sanguemisto84 il 02/02/12 alle 16:33 via WEB
E tu mi stupisci quando li commenti, perchè capisci sempre cosa c'è "dietro" :-) tendo a limitarle, le "sberle", perchè chi viene qui si aspetta sempre di trovare qualcosa di più o meno divertente, o che comunque faccia sorridere. E poi perchè principalmente sono convinto che sorridere faccia affrontare meglio anche i "lati oscuri". Ma ogni tanto mi tolgo lo sfizio di uscire dall'"incastro" di scrivere per forza solo cose allegre. Però di fondo resto sempre un cazzaro senza speranza :-) grazie comunque di leggere e cercare di capire.
(Rispondi)
 
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