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Pesca nella memoria

Post n°156 pubblicato il 12 Marzo 2012 da fran.cippo

In quest'ultima settimana il mio gioioso impiegotemporaneo mi ha portato a lavorare in un'azienda veramente gradevole, dolcemente adagiata sulle alture di un paese situato poco al di fuori della cerchia collinare della piana fiorentina. Nel grazioso complesso, che si snoda tra corridoi estremamente articolati, per non dire labirintici, trovano sede non solo l'effervescente azienda costruttrice di ospedali che devo esaminare, ma anche la sua controllante, che però è tutt'altro che florida e naviga in pessime acque (proprio in questi giorni si dovrebbe sapere l'esito delle votazioni dei creditori sulla sua proposta di concordato preventivo). Il pessimo stato dei conti di questa società balza agli occhi anche attraversando i corridoi che dalla controllata portano alla controllante e che non appena si passa nella parte di competenza di quest'ultima si fanno (almeno nella prima parte) di colpo freddi, silenziosi e totalmente disabitati. Tutti quegli uffici che si affacciano sull'andito principale mi danno, ogni volta che ci passo, l'idea della risacca. La grande impresa che ha osato espandersi troppo mi pare ora come il mare in bassa marea, mentre mestamente si ritira e lascia a nudo ciò che non riesce più ad occupare.

Fin dalla prima volta che ci ero passato, però, quella parte abbandonata del plesso mi era piaciuta. Ho cercato di memorizzare subito la strada da seguire (perché garantisco che c'è da perdersi), mostratami da una gioviale collega e tutte le volte successive che ho avuto bisogno di recarmi da quelle parti l'ho fatto senza guide sherpa, inseguendo un gusto che non sapevo proprio da cosa fosse dato. Sulle prime, pensavo che fosse il gioco di luci ed ombre creato dalla particolare angolazione dell'edificio rispetto al sole pomeridiano e dalle persiane socchiuse, poi però ho capito che era altro, ma ci ho messo diversi giorni a capire cosa.
È una sensazione legata all'olfatto e, tramite di esso, ad una persona. Una persona cara ormai scomparsa, della quale ho già raccontato in questo blog. In quei corridoi su più livelli e, in special modo, sulle scale che li congiungono è presente fortissimo il medesimo odore che mi avvolgeva quando entravo in casa di mia zia. Un odore oggettivamente neutro, ma divenuto per me ormai inestricabilmente buono, come tutti i ricordi dell'infanzia.

Non biasimatemi quindi, se cerco ogni pretesto per recarmi in quelle sfitte contrade. 

 
 
 
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