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Quello che posso dire sull'EDS nero di Natale

Post n°851 pubblicato il 21 Dicembre 2013 da LaDonnaCamel
 
Tag: colori, EDS, nero
Foto di LaDonnaCamel

Spoiler: ti avviso che in queste mie note farò come se tu avessi già letto tutti i racconti, non ti lamentare se ti spoilero i finali.

E stavolta per cominciare parlo un po' di me: non ho mai scritto così tanto come da quando ho dato una scadenza periodica a questi EDS. Non sarebbe la stessa cosa se mi sfidassi da sola, elucubrando le regole più complicate, per poi magari infrangerle come ho fatto stavolta, difatti il mio racconto "Se tu mi amassii" non si può definire noir e nemmeno polar, hard boiled o gotico alla moda dei lupi mannari, vampiri e altri sarchiaponi come avevo chiesto. Mi è venuto fuori trash, o mezzo horror e mezzo ironico con un sedicesimo di erotico, boh. Mi è piaciuto così, l'ho lasciato andare dove voleva, all'inizio sapevo solo che c'era la nebbia e una coppia in macchina.
Ci ho messo tanto a scriverlo perché sono rompipalle, mi sono documentata su ogni cosa, a partire dalle automobili col pianale chiuso dietro. Avevo in mente il vecchio Fiorino ma ho dovuto aggiornarmi, cercare le nuove marche: quei furgoncini che davanti sono automobili e dietro hanno lo spazio per il carico, come si chiamano? quanto sono lunghi? Ci si sta sdraiati? Da dentro si vede fuori? Si può passare dai sedili davanti al pianale? Non volevo un vero e proprio camion, non mi sembrava adatto a un piccolo artigiano. Ho guardato i vari modelli sul web, sono partita dal Kangoo della Renault perché ce l'ha uno che conosco, ho visto il Doblò che è quello nuovo della Fiat, il Transit Connect, Il Nissan, il Peugeot, ce ne sono una cifra ma poi ho scelto il Caddy della Wolkswagen perché ne ho visto uno per strada e l'ho ispezionato per bene, l'ho misurato a braccia, ho guardato di che stoffa erano fatti i sedili, com'era il volante, il cambio, il cruscotto, ma soprattutto mi piaceva il nome, mi suonava bene tanto uno vale l'altro, chi li conosce. E poi, come funziona un cannello per saldature? come è fatto? Ha una impugnatura come una pistola? Quanto è lunga la fiamma? Ho raccolto molte più cose di quelle che ci ho messo dentro, e magari anche così un vero idraulico mi sgamerebbe subito: c'è un idraulico in sala? Per non parlare delle mappe di google con cui ho setacciato la campagna intorno a Pandino, zolla per zolla.
Scrivere non è mica una cosa da gnente, ci ho messo una ventina di ore, forse venticinque tra tutto. Un po' alla volta, si capisce. Se mi veniva in mente un particolare, una frase, una parola, me la scrivevo dove potevo, ho il telefonino pieno di note. Quando stavo facendo altro, quando andavo in giro, sul tram, per strada ce l'avevo sempre in mente, ero lì in macchina con loro e respiravo la stessa nebbia. 
Se non ci fosse stato l'EDS non l'avrei scritto, non scriverei niente se non avessi uno stimolo o almeno qualcuno che mi dice brava, continuamente. Il fatto che sia io a inventarmi le regole non conta, perché quando lo faccio non so ancora niente di quello che scriverò, mi posso scindere benissimo in due o più ruoli: quella sadica che inventa le regole più astruse, quella normale che le segue scrivendo e quella masochista che va a commentare tutti i testi.

Ti prego, non chiamarmi Barbie
La gente delinque, diceva un mio amico avvocato penalista. E' con questo senso di resa all'ineluttabile (anche a me mi piace parlare un po' scelto) che la voce narrante ci dà conto della sua visione del mondo e dei suoi progetti più segreti.
Poi, proprio perché sei tu e me l'hai chiesto con tanto garbo, te lo dico cosa avrei fatto io fossi stata nella la tua tastiera: avrei fatto svegliare la vecchia prima, non dopo la coltellata. La ragazza magari è un po' stronzetta ma non così cattiva d'animo, dal suo punto di vista non c'era bisogno di complicarsi la vita e ammazzare la vecchia per arraffare la mancia, la rottura del giovedì non basta, i giovani sono pigri per natura. Se la vecchia dorme si prende la busta e si fila via, che ci vuole. Se le vecchia si sveglia e c'è il dubbio di essere visti allora il delitto, che palle, diventa necessario e la storia risponde a una sua logica coerente.
Poi ho apprezzato come sempre la tua lingua forbita e biforcuta, ho amato quelle oscure indicazioni buttate là che mi hanno costretta a sfogliare wikipedia, delle volte un nome come Kornelia Ender significa e soddisfa.
Tra tutte le frasi scelgo "Ha il cervello agli arresti domiciliari" ma bada: l'hai voluto tu.

Zebre e savane
Le voci nella testa fanno paura, sono misteriose, imperiose e affascinanti. Le voci nella testa possono dire quello che vogliono che noi ci crediamo, se lo dicono con  queste parole qui di Dario, che sembrano vere. Per quel che ne sappiamo sono vere e malevole quanto basta, azzannano e ordinano e si vorrebbe, si preferirebbe, se fosse possibile, non crederci.

Placida come il fiume
Il fiume, la notte, i topi. A volte per sognare basta una sottospecie di canale e qualche nutria, figurati un fiume vero, con le nuvole e le cupole e lucine che è sempre natale.
Mi è piaciuto "il balzo felino della pantegana che va a ripararsi sotto il ponte", chissà perché nei cartoni animati si tiene sempre per il topo e poi, quando c'è davvero, aiuto.

Madeleine
Farcita come una pietanza lussuosa e piena di cose buone, opulenta e generosa come una donna di Botero, tu che sei uno scricciolo, ci hai regalato un'altra dolce favola delle tue. Non state a interpretare, elucubroni che non siete altro, le favole si ascoltano così come sono, non si smonta il panettone mettendo da parte l'uvetta e i canditi per mangiarli dopo. Non è da tutti mescolare tanti ingredienti e farli amalgamare così bene e non basta saper applicare una ricetta, ci vuole esperienza, istinto e fantasia.

Natale con soffritto
Un poliziesco in piena regola, col morto nell'incipit, la scena del crimine, l'indagine, i sospettati e il detective acuto osservatore. Ma gli ingredienti classici sono stati rimescolati con la tua ironia, che è uno sguardo personalissimo e inimitabile e quella voce potente e sicura che rende un fatto un racconto divertente perché “la merda che puzza è quella raccolta fresca”. Olè.

Pedalata nera
Guarda guarda questo rospo come ha interpretato bene le regole dell'eds e che bella tensione ha saputo creare: così credibile che in tanti ci sono cascati dentro, chi l'avrebbe detto. Anche se il rospo è uno di quelli che posa grezzo ma sotto sotto chi lo sa cosa si legge la notte, non ci voglio pensare guarda, non lo voglio proprio sapere.  Resta il fatto che sono sempre sbalordita e invidiosa per il successo di pubblico che riesci a smuovere: 56 commenti, ma come fai?

Il quadro capovolto seconda parte
Vabbè vabbè, questo racconto è stato riadattato per l'occasione ma fa ancora la sua porca figura, come ti confermano i commenti, e tutti lo stavano aspettando. E' una storia interessante e tu ne hai saputo riportare le atmosfere e i colori, tutti i colori stavolta e non solo il nero: tanto meglio.

Una vita segnata
Lillina, tolta la prima virgola che eliminerei senz'altro, hai scritto un piccolo pezzo di molto ben fatto, divertente e allusivo, innocente e anche no, originale e non c'è bisogno che lo dica io, ho tutta una fila di ottimi commentatori che posso portare come testimoni. Scrivi e continua a scrivere che ti viene bene, ogni volta meglio.

Nero Livido
Se penso che Calikanto ha aperto il blog per metterci gli eds me la tiro da qui a Como. E non ne sbagli uno, anche questo è coraggioso, significativo, profondo. Quello che mi piace nelle tue storie, cara amica, è quello che non ci metti ma c'è, quello che lasci fuori e si intuisce in filigrana, il chiaroscuro che rende i personaggi più profondi, solide sculture e non sagomine di cartone. Sei fortissima.

Laggiù nel Bronx
Melusina è così letteraria - nel senso buono s'intende - che trasuda letteratura da ogni parola delle righe marroni che si sciorinano in comics dai suoi testi, anche tra le cartacce e nella spazzatura delle sue ambientazioni svolazzano fogli di Proust, Joyce e Dickens - stavolta per esempio, più Dickens che Proust. Per questo credo che la forma del racconto ti stia stretta, come ti ho già detto: qui si sente il respiro potente della prosa. Coraggio, dacci dentro.

Dissolvenza in nero
Apprezzabile il tentativo di usare un punto di vista maschile, purtroppo non sempre credibilissimo perché più che un amante in trasferta mi è sembrato un agente segreto che non può far sapere dove è andato. E se era davvero un agente segreto -ma non credo -  era così segreto che non me l'ha detto! Scherzo, esagerando, per spiegarmi meglio. In un racconto è meglio dire a Milano piuttosto che in città, e anche meglio dire il nome dell'albergo piuttosto che il numero di camera, io per esempio se vado al Principe di Savoia stai sicura che me lo ricordo ancora anni dopo e chi mi ascolta capisce subito che razza di suite potrebbe essere, ma il numero della camera è irrilevante perché è un particolare che non aggiunge informazioni: le stanze sono tutte uguali. I particolari sembrano irrilevanti ma sono proprio quelli che ti portano dentro la storia, è questo il famigerato show don't tell.

Chi è di scena?
Un bel ritmo, un bel detto e non detto, ricamato elucubrato. Angela entra e esce dal suo personaggio, si guarda dentro da fuori, entra nello specchio come Alice e si guarda là fuori, non sa più se ci è o ci fa, si mette un fiocco in testa e poi decolla come Mary Poppins.

Taccido
Ti manca solo un po' di coraggio: credici e vai avanti senza voltarti. Che importa se non sai il napoletano. Se hai scelto di usare questo modo per esprimerti vuol dire che hai i tuoi buoni motivi. Se l'hai reso tuo, aggiustato, modificato in qualche modo, nessuno ti potrà dire niente, è il tuo testo e ne fai quello che vuoi. Se qualcuno dovesse avere da ridire se la vedrà con me.

Notturno per Torino: Roma-Bologna; Bologna-Milano; Milano-Torino.
Tre puntate per un giallo itinerante dal finale inaspettato. C'è una cosa che non mi torna: non ho mai sentito di un centrino fatto ai ferri, di solito si fanno all'uncinetto oppure al tombolo. Che importa, diranno i miei piccoli indiani. Eh no, è una anomalia che attira subito l'attenzione, parte una sirena, si accendono le luci intermittenti, la freccia luminosa indica lì, quella strana cosa di fare un centrino ai ferri dove s'è mai sentita? Nero per giunta. Però ci vuol poco, dimmi che fai un maglione per il tuo cane, per esempio, e tutto va a posto, i sospetti rientrano e la sorpresa finale si salva.

Ecco qua. Ho cercato di dare qualche suggerimento in più come mi è stato chiesto, non scocciarti se me la sono presa con te più che con qualche altro: la vita è ingiusta.

(Pago pegno: ho usato tre volte la parola elucubrare e non è ammesso, non più di una volta ogni cento pagine. Sob.)

 
 
 
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