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La freccia

Post n°97 pubblicato il 15 Gennaio 2014 da Pugpug

Aveva sempre l'abitudine di disegnarle una freccia sull'agenda. Era un bell'uomo, un uomo buono. Aveva una moglie e due figli. Ed era il suo psicologo.

"Vede Clara, lei non deve mai dimenticarsi di essere una freccia"

E segnava con forza i contorni di quella freccia, che Clara seguiva con gli occhi, sperando in cuor suo di svegliarsi improvvisamente dal suo incubo di essere una donna e di ritrovarsi freccia.

"Dico quello che penso...faccio quello che dico" ripeteva lui.

Lei, Clara, diceva sempre quello che pensava,ma il suo problema era che non faceva quello che diceva di voler fare.

Non sempre...non con tutti...ma a volte si...a volte voleva puntare ad est ed invece puntava a ovest. A volte...lei sapeva quando...e anche lui, lo psicologo, lo sapeva. E lo sapeva anche Giulio, il suo più caro amico. E chi altro lo sapeva? Nessuno.

Clara era una persona buona, tranquilla, piena di vita e per piena di vita intendo veramente PIENA DI VITA. Riusciva a far ridere il più serio, compito, triste uomo sulla faccia della terra. Erano sempre belle le risate che si facevano con Clara, perchè lei era buona e la vedevano cattiva solo quelli che, da tutta quella voglia di vivere si sentivano minacciati...o ne erano invidiosi forse.

Ma a volte...e dico a volte...e lei solo sapeva quando e perchè, tutta quella voglia di vivere si perdeva in un'angoscia strana, lambita da una strana rassegnazione. Allora Clara, che aveva i suoi buoni motivi, spariva.

Non rispondeva agli sms, alle chiamate. Si, Clara spariva. Forse tentava di andare dritta dove puntava ... forse ci provava a diventare quella freccia.

"Sa - disse un giorno al suo psicologo - e' dura diventare quella freccia"

Lo psicologo la guardò e col sorriso più dolce del mondo le disse , con sospiro di reale comprensione "LO SO CHE E' DURA...CLARA...IO LO SO".

Lui lo sapeva, Giulio lo sapeva. Era risaputo. E li stagnava il suo problema.

"Cosa vuole Clara? Cosa vuole?"

"Tranquillità" rispose lei. Decisa e precisa. Disse quello che pensava.

"Per raggiungerla deve fare le cose che le piacciono"

E Clara automaticamente pensò che senza Ted..senza una condivisione con lui...tutto le sembrava privo di senso e che siccome lo amava , le sarebbe bastato condividere con lui un panino, per trovare quel panino "più buono". Se non quando lui...era infelice con lei. Allora non aveva senso la condivisione.

Una sera, dopo l'ennesima chiacchierata con Giulio, Clara capì che stava guardando lo stesso vecchio film di un mese prima del mese prima del mese prima del mese prima.

"Posso fare niente per te Ted? Qualunque cosa Ted". Lei amava Ted.

No, le disse lui. Ora no. Vedo tutto nero io...sono gli errori del passato.

Clara non poteva cancellare gli errori del passato, raccoglierli e buttarglieli dietro le spalle. Stava cercando di farlo con sè stessa....farlo per entrambi sarebbe stata un'impresa coraggiosa, sfrontata, esagerata...quasi impossibile.

E pensare che mezz'ora prima Ted le aveva detto che era una persona stupenda. Ma mezz'ora dopo non voleva più vederla . "Non sono dell'umore" le disse.

Clara che aveva smesso di darsi un voto da uno a dieci in base alle gratificazioni esterne, Clara che ogni giorno viveva una vita normalissima spaccandosi il culo al lavoro e cercando di condurre un'esistenza pacifica col mondo, cercando di vederlo bello nonostante tutto, questo mondo (nonostante qualcuno qualche giorno prima le avesse rigato l'auto), Clara rivide lo stesso vecchio film. Non si sentiva migliore o peggiore, ma non voleva sentirsi protagonista dello stesso film.

"Ted---che posso fare Ted?"

Niente, disse lui di nuovo.

E allora...se niente è quello che posso fare ...niente sarà quello che farò.

Clara era diventata una freccia. Lo pensò, lo disse, lo fece. Anzi non lo disse, se non tra sè e sè. Ma non poteva dire di non averci provato, a chiedergli cosa poteva fare. Ci aveva provato.

Non era più bandiera, scudo, arma, ago, spillo, scarpe. Era freccia. Puntava a Nord. L'amava davvero lei, Ted. A questo lei non poteva fare niente. Ma non era necessario trovare una soluzione anche a quello.

 

 
 
 
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