Kremuzio

Ricorderete tutti quelle belle immagini di Marylin Monroe che esce nuda dalla piscina nel film “Something’s got to give” del 1962. Purtroppo il film non è stato mai terminato, ma nella storia umana rimarrà scolpito proprio per quegli scatti e quello spezzone di film del regista Zukor. Si vede la donna che nuota e poi esce arrampicandosi molto naturalmente salendo dal bordo della vasca.

Diciamola tutta, non è lo stile della sfortunata attrice a farci osservare attentamente la scena, ma la sua bellezza, il sorriso e l’atmosfera che non è assolutamente peccaminosa. Potremmo immaginare l’Eden così? Una bella piscina con l’acqua tiepida e Marilyn che ci nuota dentro.

Qualche giorno fa è uscita la notizia che la scena fu fortemente voluta dalla Monroe perché era in ballo una vera e propria guerra di notorietà tra lei ed Elizabeth Taylor, una delle altre grandi bellezze del tempo, diva scomparsa da poco. Quella che fu quindi una scena famosa fu la scelta battagliera di una contendente. Chissà la Taylor come la prese, ma forse neanche servì poi molto, visto che lei continuò la sua attività, al contrario della prima, che ebbe quella brutta fine. E vedendo queste immagini, come possiamo immaginare che si possa essere suicidata? Ma non voglio discutere di quello strano suicidio, della sua storia con Kennedy, dei servizi segreti, della misteriosa supposta avvelenata, roba da complottisti, che però in questo caso potrebbero anche averci azzeccato. Mi viene in mente una semplice considerazione, di quanto le donne di quegli anni fossero belle, forse molto più belle di quelle di oggi. Così diverse tra loro, naturali. O meglio-, esisteva sempre quella suddivisione tra le bionde e le more, tra le bombe sexy e le fidanzatine, le cattive e le buone, le oche e le intelligenti, le panterone e le gatte morte. Eccetera eccetera, se suddivisioni non tante, e dipendono spesso dai lineamenti, dalle capacità di immedesimarsi dell’attrice in sé, dai copioni e dai truccatori. In pratica da quello che voleva lo spettatore che pagava il biglietto.

Ci sono anche oggi molte bravissime attrici, che troppo spesso sono vittime del loro personaggio, del ruolo che viene loro imposto ed anche della loro conformazione fisica. Ma la differenza tra le contemporanee e quelle di qualche generazione fa è lampante. In casa ho delle annate del “Tempo”, rivista, non quotidiano, che in ogni numero, nelle pagine centrali conteneva un servizio fotografico con grandi foto a colori delle attrici del momento. Mi soffermo a guardare quei paginoni, e mi stupisce sempre l’immagine non proprio impeccabile che danno di loro. I vestiti non proprio rovinati ma usati, un po’ lenti, a volte anche con piccole macchie, che fanno vedere qualche chilo di troppo. Siamo negli anni 60, anni magici, così diversi da ora. Quegli sguardi vividi che a volte guardano nell’obbiettivo, a volte sono svogliati. Quei respiri trattenuti per slanciarsi di più, quelle carni che possono sembrare appesantite, qualche capello fuori posto, quella pelle non proprio depilata perfettamente. Senti quasi il loro calore durante l’esposizione al sole, specie quando sono dentro quei strani costumi fatti all’uncinetto. E che strano agli occhi di oggi, non si somigliano, sono riconoscibilissime senza interventi chirurgici omologanti, con il loro bel nasino storto, o troppo lungo, quella pelle a buccia d’arancia un po’ nascosta dalle ombre oppure quel pizzico di cellulite che le fa così vere. Quando non c’era photoshop a rifinire e correggere così che non si capisca più cosa è vero e cosa taroccato.

Sarà un caso, ma ormai non riconosco più, quando le vedo di sfuggita in televisione, se c’è di fronte Emanuela Folliero o Alba Parietti, mute, come si fa? E dire che prima di operarsi erano belle donne. Immagino con orrore come sarebbe stata Marilyn Monroe se avesse fatto la plastica. E mi viene il mal di pancia… ed inorridisco pensando che potrebbe somigliare a Valeria Marini!