Creato da: Led_61 il 23/01/2011
Internet: mie riflessioni

Netiquette

Nei limiti del possibile cerco una sana convivenza con chi intrattengo rapporti in questa area virtuale, non sempre è possibile ...

Non sono in cerca dell'anima gemella o di avventure ma mi fa piacere scambiare opinioni sui più svariati argomenti con persone aperte di qualsiasi razza, sesso, religione o credo politico che non nutrano pregiudizi di sorta.
La perodicità dei post e la risposta ai commenti è influenzata dai miei impegni.
Non cancello mai i miei post al limite effettuo qualche restyling riguardo a parole ed immagini senza stravolgerlo troppo e sono disposto a farlo solo se violo il copyright di qualche utente.
I commenti sono liberi senza alcun filtro.
Bannare è un termine che non fa parte di questo codice, perchè la vedo come una misura di ritorsione che non ha senso in un mondo così etereo e impalpabile ed in cui è facile occultarsi dietro improbabili profili.
Sono diretto rispondo con post, che talvolta hanno un linguaggio ermetico ma fanno comprendere il mio disagio di fronte a situazioni e persone che non hanno desiderio di un sano confonto, ma preferiscono celarsi e giocare sugli equivoci giocando troppo con le parole mentre lo scrivente pur amando l'ironia rimane una persona con saldi principi maturati nel suo mezzo secolo di vita.
Come non sono stato protagonista attivo nell'attività di bannaggio, allo stesso modo non ne sono stato oggetto (fino ad oggi), indice che i miei post o racconti sono moderati e non urtano troppo la sensibilità dei lettori, anche perchè questo è un luogo di riflessioni personali anche abbastanza intime aperto ai commenti di chiunque.

 

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Gunther Grass: "Il gatto e il topo"

Post n°73 pubblicato il 05 Maggio 2012 da Led_61
 
Foto di Led_61

Ragazzi spensierati che giocano su una spiaggia del mare del Nord, una gara di nuoto fino al relitto di un dragamine incagliatosi e abbandonato alla forza della natura ormai scheletro arruginito corrotto dalla salsedine.

Insieme a loro Joachim Mahlke, ragazzo magro, alto un po' allampanato con un grosso pomo d'adamo a forma di topo che va su e giù.
Giochi di immersione a riprendere oggetti, monete, portachiavi fino ad emergere nella sala radio della nave, regno indisturbato in cui la fantasia di un ragazzo che la vita ha fatto diventare  più adulto della sua età, trova libero campo.

In mezzo altre storie a rendere più palpabile le fantasie di un ragazzo, Pilenz, che si pone come voce narrante e che come altri liceali hanno bisogno di creare dei miti che li avvicinino ad un mondo adulto crudo e che l'avvento della guerra rende più distante.

Orecchie a sventola, magro, taciturno, uomo di casa accanto alla madre vedova ed una zia, il quadro del padre ferroviere deceduto come capomacchina di un  treno in un incidente e che segnerà indirettamente il suo destino, gravandolo di un peso che solo l'adorazione della Vergine Maria riesce ad alleviare scaricando i pesi che la vita gli assegnano.

Il grosso nodo, il topo che durante la deglutizione va su e giù, attirando un gatto mentre il Mahlke è disteso sull'erba, il quale viene dal Mahlke nascosto con drappini di lana, cravatte, decorazioni di guerra fa emergere questo ragazzo tra gli altri, creando attorno a lui e alle sue imprese subacquee, quell'alone di mistero e poi di santità con la sua adorazione senza limiti per la Vergine Maria, e costituisce la zattera, il punto di riferimento per il Pilenz, sua fedele ombra, e per gli altri ragazzi che sono traghettati dalla pubertà alla maturità.

L'apparente asocialità di individui che la natura o tragici risvolti della vita portano a differenziare rispetto ai propri coetanei, non quindi per le loro qualità, quanto per una sorte di ascesi mistica che li contraddistingue, imprimono anche spesso una svolta alla loro vita che solitamente li porta verso tristi epiloghi, come in questo caso.

 
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