GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« Un centro all'avanguard...Killer instinct: essere ... »

Gente della Città Eterna e la bonaria supponenza della romanità...

Post n°644 pubblicato il 06 Giugno 2012 da sergioemmeuno
 

  

 

C’è un cordone spesso che lega la gente e la gioventù romana: quelle passeggiate lungo Via del Corso sino alle gradinate della pullulante Piazza di Spagna;  i pomeriggi verdi al Luna Park dell’EUR o quei baci esplorativi fra i viottoli di Villa Borghese; le urla dell’Olimpico… degli altri! E sì, perché qui sono un nemico, io…  e le cattiverie reciproche fra romanisti e laziali.

Ancora, quattro passi nell’afa estiva nei pressi del Pantheon o per Trastevere, e quattro salti alla Fiesta a Capannelle; l’arrivo della Befana a Piazza Navona, spettacolo da non mancare neanche per i più grandi, e una capatina al mercato di Porta Portese, ahimé sempre meno in mano dei commercianti locali. Persino l’atmosfera fetente della Stazione Termini…

   Come non citare poi, per i più nottambuli, la fermata tassativa dal grattacheccaro a Ponte Milvio, al porchettaro sulla Tiburtina o al laboratorio di cornetti al Testaccio?

E il sottofondo dei meravigliosi brani del popolano Antonello, che tutte le comitive schitarravano in un cerchio sacro, da Roma capoccia a Giulio Cesare, da Sara (!) a Notte prima degli esami...

E sulla sponda opposta, le poesie multicolor di Renato (che altrimenti mi bacchetta: "a 'ni, e di Renatino tuo non dici proprio nulla?"): Lungara, il Cielo, Amico, Periferia, Mi vendo  e chi più ne ha più ne metta...

 

   Adoro questa Città Eterna, che mi ha spalancato le fauci e avviluppato con i tentacoli nel 1991 quando ero ancora un giunco verde, sballottato dai venti e dalle malizie dei “grandi”. E mi spiace per tutti gli altri, cercherò di sussurrarlo con grazia che...

 ...'A belli, Roma sarà sempre Unica e inimitabile… E non me ne po’ frega’ de meno di chi dice il contrario!

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p.s. ops... ho forse esagerato? abbiate comprensione su. I Romani tengono sempre questa maschera di boria e supponenza, ma in finale sono buoni e socievoli... e in quel "volemose bene" c'è tutto il succo della romanità. :-)  

 
 
 
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