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« Lettera di addioPino Roveredo: Un poeta fra noi »

Amore o amare?

Post n°475 pubblicato il 24 Aprile 2014 da lorifu
 

Edward Hopper - Morning sun


La capacità di stare soli è la capacità di amare.
Potrebbe sembrarti paradossale, ma non lo è. È una verità esistenziale: solo coloro che sono capaci di stare soli sono capaci di amare, di condividere, di arrivare fino all'essenza più intima di una persona: senza possederla e senza diventarne dipendenti, senza ridurla a una cosa e senza dipendere da lei, senza esserne assuefatti.

Osho Rajneesh


Mi ha molto colpito questa frase di Osho tanto da innescare  tutta una serie di riflessioni alla ricerca di significati e interpretazioni  che ne validassero la pregnanza.

E' stato un modo per leggersi dentro cercando di capire verità nascoste dietro  comportamenti apparentemente casuali, liberi, frutto di scelte dettate dai tanti modi di essere attraverso diverse  modalità di approccio  all'amore, all'amicizia, a qualsiasi relazione interpersonale avviata nel corso della propria esistenza.

Da questo lettura impietosa ne sono uscita spossata  perchè non è facile trovare risposte a un tratto di vita che alla luce di un'accurata ispezione non appare più come sembrava  o meglio come in tempi di ingenua euforia poteva sembrare quando tutto il mondo era a portata di mano e l'amore dettato da un trasporto emotivo.

Le motivazioni allora scaturivano da un'idea, un progetto e l'amore e l'amicizia non ne erano che il completamento.

Con le prime delusioni e la percezione di  altri  modelli di vita, anche un legame, una relazione nata sotto i migliori auspici poteva cominciare a mostrare le prime crepe e in una forma di autosalvazione lo stare bene con  poteva venire confuso con lo stare male senza.

Abitudini, sicurezze, punti fermi lavoravano non a favore ma contro il consolidamento della personalità che arrancando alla ricerca di una propria stabilità, un equilibrio,  cercava in quella dipendenza voluta un antidoto alle proprie voragini più o meno profonde, più o meno oscure.

Forse è a questo che si riferisce Osho quando parla di solitudine come unico stato capace di dar senso e significato all'amore,  anche se ritengo che più che di solitudine si tratti di indipendenza,  che è tutt'altra cosa.

È la percezione esatta che la felicità, anche in amore,  non dipende dagli altri e da quanto gli altri facciano per soddisfare i nostri bisogni ma  da quanto noi siamo in grado di procurarcela attraverso di noi,  quando superata la fase dello stato dell'io  bambino impariamo a relazionarci al mondo scoprendo e affermando la nostra individualità, valorizzandola e mettendola a disposizione degli altri per una sana e appagante condivisione.

Paradossalmente amando noi stessi,  riconoscendoci come esseri unici e irripetibili, nella ricerca di  qualcuno con cui dividere il nostro mondo per renderlo più completo e appagante  andiamo alla ricerca di chi  saprà non invaderlo o pretenderne l'esclusiva.

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Commenti al Post:
Io_Ivan
Io_Ivan il 24/04/14 alle 14:27 via WEB
Leggo e rileggo la citazione continuando a pensare che é esattamente la concezione che da sempre ho dell'amore. Non dipendere dalla persona amata e non condizionarla a se stessi. Simbiosi é il termine esatto. La persona che amerò per la vita é l'altra metà di me stesso dunque non la possiedo.e non ne sono condizionato. Due metà diverse e complementari tra loro, due organi dello stesso corpo, due cuori per una sola Anima. Sognatore, illuso e magari anche infantile, ma questo concepisco essere Amore. Buona giornata :) Ivan
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 22:36 via WEB
Il tuo ragionamento non fa una grinza. È che spesso le migliori intenzioni non corrispondono alle contingenze del cuore e a una sconosciuta pure a noi stessi imprevedibilità di reazione davanti ai cambiamenti che avvengono dentro di noi e possono portarci lontano o richiedere una rimodulazione dei nostri schemi comportamentali. Un abbraccio, loretta
 
il.cuculo
il.cuculo il 24/04/14 alle 16:37 via WEB
Chissà se il "cugino" Stan pensò a Osho Rajneesh quando scrisse per Ruth questo pezzo meraviglioso. Non penso che l'amore possa essere identificato come qualcosa che debba servire a completare il nostro mondo particolare, ponendo addirittura delle clausole o dei comma da rispettare. Per me che forse non lo conosco l'amore è semplicemente un sentimento. Un amore che non invada assomiglia ad una scappatella di poco conto, la non esclusività è una balla o un qualcosa che forse prenderà corpo nella civiltà del 3758 DC. Ripeto che non sono un esperto del settore ma più che una riflessione sull'amore, quello che leggo assomiglia più ad un ultimatum. :-)
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 22:49 via WEB
In realtà sono considerazioni che non vogliono essere un diktat perché ognuno di noi nel corso degli anni elabora un proprio percorso personale che corrisponde al suo modo di essere e alla sua visione della vita. Non è detto che avere bisogno di una stanza tutta per sé significhi amare di meno o creare impedimenti al libero fluire dell’amore. Ciao, a presto :-)
 
   
il.cuculo
il.cuculo il 28/04/14 alle 23:52 via WEB
Va bene allora la stanza tutta per te ma lo stereo lo gestisco io. :-)
 
     
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 00:18 via WEB
A ciascuno il suo...
 
gtibet
gtibet il 24/04/14 alle 21:15 via WEB
non so come dirlo, ma io ho sempre pensato che la felicità-anche in amore- derivi dal fatto che "in due e all'unisono" si riesca a vibrare con gioia consapevole e condivisa in armonia con l'energia cosmica; come nelle armonie della musica,questo momento magico sfugge non appena viene meno l'"armonica" che ha dato vita all'amore.
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 22:55 via WEB
E’ vero Gino, in amore l’armonia è tutto ma anche un buon pianoforte ha bisogno di essere accordato per ritornare armonico. Un abbraccio :-)
 
eugenia1820
eugenia1820 il 24/04/14 alle 23:47 via WEB
Via via che leggevo il tuo post pensavo e riflettevo finché sono arrivata alla frase "anche se ritengo che più che di solitudine si tratti di indipendenza, che è tutt'altra cosa." Ecco, era quello che volevo esprimere io. Certamente ognuno parla riferendosi alla propria esperienza e quindi la lettura può essere interpretata diversamente. Una cosa è certa, non bisogna soffocare la personalità dell'altro/a e lasciare spazi di libertà che non bisogna invadere. Anche se è più facile dirlo che farlo. Se considero, per esempio, il legame tra mio figlio e la sua compagna ( a settembre stanno insieme da 10 anni) mi rendo conto quanto sia differente il loro rapporto da quello che ho avuto io. Ognuno di loro ha i suoi spazi, i propri interessi, una dose contenuta di indipendenza pur condividendo molto della loro vita. A questo punto riconosco che se, nel mio rapporto ciò non è avvenuto, ci sono delle reciproche colpe, la condivisione può essere considerata come obbligata e in questo modo non valorizzata. Ciao Loretta, un abbraccio.
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 23:13 via WEB
Hai esplicitato molto bene il tuo pensiero entrando anche in merito a esperienze di vita vissuta. Anche io sono convinta che la condivisione in amore come in qualsiasi altro campo sia non solo il fine da raggiungere ma anche il mezzo ed è indispensabile la reciproca collaborazione, comprensione, pazienza, generosità. La subalternità dell’uno verso l’altro già rompe il quadro perfetto di un’armonica ed equilibrata convivenza che seppur accettata viene a perdere lo spirito di partenza. Ciao Eugi...a presto. :-)
 
LUX_DIAPHANUM
LUX_DIAPHANUM il 25/04/14 alle 03:03 via WEB
Lieta notte Lori, per Amare gli Altri bisogna Prima Amare se Stessi, Sogni Sereni... un Augurio per la Festa della Liberazione, una carezza di Luce Alex in LUX_DIAPHANUM
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 23:20 via WEB
Buona serata anche a te e auguri per i giorni a venire. :-))
 
zuaro2
zuaro2 il 25/04/14 alle 13:45 via WEB
Da dove cominciare e dove finire. Forse esiste un inizio ma non una fine. Amore coniugale, per il prossimo, altruismo, e via dicendo, sono tutte cose che si possono dare (e di ritorno) ci rendono felici se si ha la consapevolezza della propria solidità interiore e la certezza della propria identità. Quello che conta soprattutto è possedere gli strumenti (averli costruiti) e sapere come usarli per edificare in maniera propositiva un qualsiasi tipo di rapporto, capire le esigenze altrui e tutto ciò che quotidianamente muta nella mente e nella vita delle persone che ci affiancano; non c’è una fine, il cantiere è sempre aperto. Credo che questa sia l’unica auto certezza che consente all’individuo di lievitare la propria solitudine e metterla a disposizione degli altri non come una zavorra, ma come contenitore di saggezza, partendo anche dal presupposto che anch’essa non ha nulla di definito. Suppongo che se l’individuo riesce a realizzare questo tipo di status quo spirituale, automaticamente e di riflesso sarà di compagnia (in tutti i sensi e tipi di rapporto) per gli altri e di conseguenza si troverà anche in buona compagnia. Credo anche che prima dei 40 anni di età è molto difficile che tutto ciò accada e se accade, è solo in una piccola percentuale di persone …
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 23:38 via WEB
E’ vero. E’ difficile ragionare a vent’anni con la testa dei quaranta ma la spontaneità, lo spirito temerario, il buttarsi a capofitto in imprese impossibili e irrazionali è prerogativa proprio dell’età giovanile quando l’impulso e l’istinto prevalgono su tutto. L’età dovrebbe maturare, uso il condizionale perché non sempre uno spirito indomito si lascia plasmare dall’età e la consapevolezza non è poi così automatica. Spesso la maturità è solo apparente perché in realtà nasconde lo sfiorire di desideri e sogni che invece dovrebbero rimanere intatti perché il cuore non invecchia mai e spesso la solitudine sta proprio laddove giace un cuore inaridito. Ciao Elvio.
 
oli.ver1960
oli.ver1960 il 25/04/14 alle 22:39 via WEB
Mi soffermerei un attimo sulla parola “capacità”, sostanzialmente si può avere la capacità di amare e non la capacità della solitudine o viceversa, mancandone una cadrebbe tutta la citazione. Credo quindi che occorre trovare un equilibrio nella solitudine, altrimenti l’amore sarà solo la condivisione della stessa solitudine o dipendenza. Nella solitudine occorre più energia che nell’amore, tuttavia se l’amore è donare si raggiunge la capacità dell’indipendenza (mi avvicino alla tesi sostenuta da Eugenia) e raggiungendo questo stato non si ha paura di stare soli, non si sente la necessità di avere sempre qualcuno a fianco e quindi lo rende libero, libero di amare veramente e profondamente. Un caro saluto, Oliver
 
 
lorifu
lorifu il 28/04/14 alle 23:48 via WEB
Vedo che anche tu ritieni che l'indipendenza sia l'elemento distintivo, quello che fa sì che l'amore sia una scelta dettata da un impulso interiore libero da qualsiasi tipo di coinvolgimento se non emotivo. Ciao Oliver, a presto :-)
 
FilippoPaterna
FilippoPaterna il 26/04/14 alle 10:37 via WEB
Condivido la tua osservazione , "indipendenza" è la parola giusta anche per me. Il tutto per me però ha un valore relativo , non assoluto , nel senso che "tanto più siamo capaci di essere indipendenti " ( e di conseguenza anche di accettarci ed amarci),tanto più siamo capaci di amare gli altri e di costruire relazioni a più alto contenuto spirituale. Quelle relazioni cioè dove le pulsioni della chimica ( se pure importanti ) non decidono di tutta la relazione. In questo senso la vecchiaia è una occasione unica di riflessione e ri-catalogazione di ciò che è stato , ma anche di ricerca pura ... "per capire"!
Ciao Loretta , buona Domenica
 
 
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 00:15 via WEB
Sempre profondo e pronto per una discussione ad ampio respiro. Limitandoci alle relazioni in cui le pulsioni della chimica hanno la loro importanza mi pare di capire che anche per te l'indipendenza sia la capacità di dare all'amore il significato più elevato anche se poi in realtà non è solo quella che lo sostiene. Buona serata Filippo :-)
 
Vince198
Vince198 il 26/04/14 alle 14:40 via WEB
Mi rivedo perfettamente nella frase di Osho, Loretta, e nelle tue più che appropriate considerazioni. Nel corso della mia vita ho assunto maggior convinzione di quanto hai affermato, quando ho letto diversi anni fa un pensiero di Hesse che, in qualche modo - almeno a me pare così - si accosta a quello di Osho:
"C'era un innamorato che amava senza speranza. Si ritirò del tutto nella propria anima e gli parve che il fuoco d'amore l'avrebbe consumato. Perdette il mondo, non vedeva più il cielo azzurro e il verde bosco, il torrente per lui non frusciava, l'arpa per lui non suonava, tutto era sprofondato e lui era caduto in miseria. Ma il suo amore cresceva e lui avrebbe preferito morire e rovinarsi piuttosto che rinunciare al possesso della bella donna che amava. Sentì allora che il suo amore avrebbe bruciato in lui ogni altra cosa, e l'amore divenne potente e tirò e tirò, e la bella donna dovette obbedire, venne, e lui era lì a braccia aperte per attirarla a sé. Ma quando gli fu davanti si era del tutto trasformata, e con un brivido egli sentì che aveva attirato a sé tutto il mondo perduto. Era davanti a lui e gli si arrendeva, cielo e bosco e torrente, tutto gli veniva in contro in nuovi colori, fresco e splendido, gli apparteneva, parlava il suo linguaggio. E invece di conquistare soltanto una donna egli aveva tra le braccia il mondo intero, e ogni stella del cielo ardeva in lui e scintillava voluttà nella sua anima. – Aveva amato e amando aveva trovato se stesso. Ma i più amano per perdersi " (da Sull'amore)
^____^
 
 
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 00:40 via WEB
Bellissimo il pensiero di Hesse e perfettamente calzante col tema trattato. Nella ricerca di sé stesso l’uomo per osmosi aveva raggiunto la perfetta armonia con la natura trovando anche l’amore. Spesso accade il contrario come ha ben esplicitato. Un abbraccio, a presto. :-)
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 26/04/14 alle 18:33 via WEB
mi ritrovo molto con il pensiero di Io_Ivan: aggiungo questa frase che mi piace molto: *riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa.* ( Gibran) buona serata, Loretta :-)
 
 
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 00:42 via WEB
Amo molto Gibran e condivido in pieno le sue parole. Buona serata carissima Elena :-)
 
woodenship
woodenship il 26/04/14 alle 20:34 via WEB
Fosse l'amore qualcosa di tanto razionale... Ma il problema essenziale è che l'amore non lo è poi molto così razionale.Quindi anche le menti più illuminate si possono ritrovare a fare i conti con qualcosa di contraddittorio e difficilmente governabile.Certo,se ci si rifugiasse nella spiritualità del romito,forse si riuscirebbe a sfuggire alle contraddizioni della vita.Ma se si vive e si è gettati nel mondo,è molto difficile sfuggire a ciò che ci capita sconvolgendoci.Una cosa sicura è solo quella per cui bisogna essere sempre pronti a trarre lezione e farne tesoro.A partire dalla nozione del rispetto dell'altro e dalla consapevolezza che nulla ci appartiene,tantomeno l'amore:esso è qualcosa di troppo grande per ristare in un solo petto e va senz'altro condiviso.Ecco,è in quest'ottica che accolgo la parola"indipendenza",autonomia,ovvero la capacità di non lasciarsi irretire da un bisogno di possesso che ci riduce a individui dalla scarsa consapevolezza.Ma è sempre possibile mantenersi tali?...Debbo confessare che sono alquanto prevenuto rispetto a Osho e ai suoi insegnamenti,quindi non riesco a non trovare banali le sue parole.E molto più interessanti le tue considerazioni........ Un carissimo saluto ed un fiore che ti abbracci vellutato.........Sereno fine settimana...........W.............
 
das.silvia
das.silvia il 27/04/14 alle 08:05 via WEB
Sempre piacevolissime le pagine del tuo blog...un sorriso, silvia
 
 
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 00:19 via WEB
Grazie Silvia. Che bello rivederti :-)
 
lorifu
lorifu il 29/04/14 alle 10:34 via WEB
Infatti la figura di Osho, un guru spirituale amato e odiato per le sue teorie anticonvenzionali riguardo all’amore e al sesso andrebbe approfondita perchè molto del suo pensiero attinge a una spiritualità in cui il sesso acquista un’importanza essenziale nello sviluppo armonico dell’uomo privandolo di quel senso di colpa che da sempre la Chiesa gli ha attribuito. Non tutto quanto dice è condivisibile e sincero anche perché i suoi libri sulle tecniche di meditazione sono diventate un business planetario ma il suo pensiero può costituire lo spunto per riflessioni e interpretazioni personali. Quanto all’amore è materia molto delicata per le infinite modalità di espressione che dovrebbero comunque avere tutte come denominatore comune il rispetto. Buona giornata Wooden.
 
roseilmare
roseilmare il 01/05/14 alle 23:00 via WEB
Non lo conoscevo questo autore, non ne avevo mai nemmeno sentito parlare. Per questo ho letto con interesse il tuo scritto. A presto, Loretta.
 
 
lorifu
lorifu il 02/05/14 alle 09:14 via WEB
Grazie Rosy. A prestissimo :-)
 
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Tu credi di incontrare l’amore,

in realtà è l’amore che incontra te

nei modi più strani,

inaspettati, involontari, casuali.

A volte lo confondiamo col bene

e lo surroghiamo.

Spesso siamo convinti sia amore,

fingiamo sia amore,

e leghiamo noi stessi

a una indistruttibile catena

frutto dei nostri desideri mancati

dei nostri sogni sopiti

delle nostre abitudini

delle nostre paure

delle nostre comodità

delle nostre viltà

dei nostri calcoli

della nostra apatia

dei nostri falsi moralismi.

Ma quando arriva, se arriva,

lo riconosci,

come  “il sole all’improvviso”

sconvolgente, coinvolgente,

totalizzante, esclusivo,

fusione di corpo e anima

osmosi perfetta.

Se finisce,

un dolore muto, senza fine.

loretta

 

 
 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
 
 

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