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« Orrore politico e storico | Febbraio » |
Post n°80 pubblicato il 30 Gennaio 2013 da Less.is.more
Superficie 289, 1958, olio su tela, Collezione privata
Litografia, 1953, Stamperia del Cavallino, Venezia
Sfondo per Johnny Hallyday alla TV francese da Michèle Annaud
Arazzo nel Salone della feste della turbonave Michelangelo, 1963
«I segni di Capogrossi `parlano`: raccontano qualcosa come la raccontano tutti gli alfabeti decifrati o indecifrabili, come la raccontano gli infiniti segnali che dovunque ci circondano con le loro perentorie ammonizioni, coi loro comandi, coi loro divieti. Ma i `segnali` di Capogrossi impartiscono le loro ammonizioni e i loro inviti non sul piano fisico della nostra esistenza quotidiana, ma sopra il piano più alto e misterioso dell'arte». Gillo Dorfles Il tema scoperto da Capogrossi - questo artiglio, questa mano, questo tridente, questa forca - è già uno stile. Un tema, un mondo intero. Dopo Mondrian, non ho mai visto un'unione così intima e tenace di uno stile personale e di un tema. Michel Seuphor L'intricato circuito dei segni che ci sovrasta nelle città moderne ... diagram industriali, graffiti, segnali di proprietà, come marchi di fabbrica ... Roland Penrose
"Un segno che contiene in sé tutte le forme più primitivamente germinali (linea retta, circolarità, segni a punta scoccati come dardi)." Achille Bonito Oliva
Jethro Tull, Bourrée da variazione strumentale della Bourrée in Mi minore di J.S. Bach (BWV 996) |
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Pensa che Capogrossi rimase colpito dalla potenza espressiva di questo segno quando, da bambino lontano dall'idea di diventare pittore, vide i disegni di altri bimbi ciechi. Lo trovò vibrante, estremamente espressivo. Molti anni dopo avvenne che lo riprese.
Ha cominciato con composizioni del solo segno nero, ha poi aggiunto il colore o sullo sfondo o in alcuni segni, infine ha dato maggiore complessità alle sue organizzazioni compositive fino ad indagarne l'esperienza materica dandogli spessore (materico appunto).
Sempre e comunque a dimostrazione della validità del suo elemento come primitivo della composizione espressiva.
Hai notato benissimo che il nero è dominante. Esso appare sempre a "segnare" il suo elemento primordiale, segno archetipo. Esso è nero, ovvero un non-colore, esprime se stesso senza bisogno di aggettivazioni di colore.
Un abbraccio a te, bravissima Loretta. :)