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« Orrore politico e storicoFebbraio »

I segni Di Capogrossi

 
In un post precedente ho accennato al periodo figurativo di Giuseppe Capogrossi (Roma, 1900 - Roma, 1972) in modo da fugare ogni dubbio sulle sue capacità pittoriche. Molti, che non frequentano l'arte, sono facilmente portati a pensare che alcuni artisti vogliano far passare i propri ghirigori per astrattismo. Non è assolutamente il caso del pittore romano, le cui ricerche sul segno, nel dopoguerra, lo hanno affermato come uno dei maggiori esponenti dell'Informale in campo internazionale. Altri pittori di questo calibro si chiamano Franz Kline, Georges Mathieu, Jackson Pollock.
Il cambiamento stilistico nell'arte di Capogrossi avviene tra il 1940 e il '41, data quest'ultima nella quale viene abbandonato ogni riferimento alla realtà visibile per approdare alla pura astrazione del segno archetipico.

 

 

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Superficie 289, 1958, olio su tela, Collezione privata

 

Litografia, 1953, Stamperia del Cavallino, Venezia

 

 

Sfondo per Johnny Hallyday alla TV francese da Michèle Annaud

 

Arazzo nel Salone della feste della turbonave Michelangelo, 1963

 

«I segni di Capogrossi `parlano`: raccontano qualcosa come la raccontano tutti gli alfabeti decifrati o indecifrabili, come la raccontano gli infiniti segnali che dovunque ci circondano con le loro perentorie ammonizioni, coi loro comandi, coi loro divieti. Ma i `segnali` di Capogrossi impartiscono le loro ammonizioni e i loro inviti non sul piano fisico della nostra esistenza quotidiana, ma sopra il piano più alto e misterioso dell'arte».

Gillo Dorfles

 Il tema scoperto da Capogrossi - questo artiglio, questa mano, questo tridente, questa forca - è già uno stile. Un tema, un mondo intero. Dopo Mondrian, non ho mai visto un'unione così intima e tenace di uno stile personale e di un tema.

Michel Seuphor

 L'intricato circuito dei segni che ci sovrasta nelle città moderne ... diagram industriali, graffiti, segnali di proprietà, come marchi di fabbrica ...

Roland Penrose

 

"Un segno che contiene in sé tutte le forme più primitivamente germinali (linea retta, circolarità, segni a punta scoccati come dardi)." 
"Vera e propria figura, per riconoscibilità e classica semplicità, che abita le superfici, assumendo anche i travestimenti decorativi dell'ornamentazione". 

Achille Bonito Oliva

 

 

Jethro Tull, Bourrée da variazione strumentale della Bourrée in Mi minore di J.S. Bach (BWV 996)


 
 
 
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