Desperate Mammy

un triste anniversario...

È passato un anno da quel tragico 18 novembre… Era un lunedì come tanti, l’inizio di una nuova settimana che, ci stava regalando un novembre stranamente mite e soleggiato… Pensate che qualche giorno prima mi trovavo in spiaggia con mio marito per passeggiare, e le persone ancora prendevano il sole e facevano il bagno. Mi sono alzata presto come mia abitudine, ed ho messo in veranda i canarini mettendo loro il bagnetto, ma stranamente erano silenziosi e di farselo non ne avevano intenzione, ma cosa ancor più strana, il maschio non cantava come sua consuetudine. Sono uscita come mio solito, ma con una sensazione che non saprei bene descrivere, ma che mi arrecava ansia ed inquietudine... Sono per cui rientrata prima, sotto una pioggia che a mano a mano che trascorreva la mattina diventava sempre più intensa, e con il cielo che assumeva un colore che non saprei descrivere, cupo  e scuro e  che sembrava volesse coprire non solo la città ma anche le persone… Mentalmente ho iniziato a rimuginare sulle cose da fare e sui miei cari fuori casa… Più passavano le ore e più aumentava l’apprensione... Guardavo fuori e vedevo l’acqua cadere sempre più forte e pensavo a mio figlio che doveva rientrare da scuola… Una volta rientrato mi sono sentita più tranquilla, anche se il tempo peggiorava. All’improvviso, una che poi vengo a sapere essere stata definita bomba d’acqua, rovescia sulla città una quantità d’acqua impressionante. Guardavo fuori,  e sconcertata vedevo le strade che iniziavano ad allagarsi. Avete presente il rubinetto della vasca aperto al massimo?... ecco la pioggia aveva quella stessa intensità, tanto che non riuscivo più a scorgere le case di fronte… Il buio che aveva pervaso la città dal mattino è diventato un manto che pareva volesse avvolgerla per sempre… Lampi e tuoni che in vita mia non avevo mai visto e con una sequenza che illuminavano la città malgrado il buio per il blackout. In quei momenti la tragedia per tanti si stava consumando... Ad un certo punto le macchine erano coperte d’acqua fino alle portiere, e nella mia via scendeva un vero fiume d’acqua. Non potrò dimenticare  mai quei momenti perché  malgrado le linee erano saltate, iniziavano ad arrivare le prime notizie di case allagate, di un muro d acqua di oltre due metri e di dispersi che non si trovavano… Sirene dei vigili, ambulanze, forze dell’ordine che non riuscivano a raggiungere le zone più colpite, e la paura che con il buio della notte s’amplificava… L’indomani mattina la certezza dell’immane tragedia… La conta dei danni incalcolabili, ma su tutto quella tragica dei morti… Un dolore che non ha ragione, una ferita che non si rimargina, famiglie distrutte, zone della città che diventano simili a quelle di guerra… Nessuno dimentica, nessuno vuole dimenticare... Il plauso ancor oggi va a tutta la cittadinanza, che senza tempo aspettare e senza aiuto chiedere, si è messa a lavorare... I giovani studenti liceali di Olbia stivali in gomma secchio e scopa in mano, hanno pulito strade, negozi, case, insieme a tutti i cittadini che per una settimana non hanno fatto altro… Lo Stato?...Ha fatto la passerella, promesso e non dato… Ad oggi per dirvene una,  i soldi raccolti dalla Croce Rossa con gli sms non sono ancora stati distribuiti, e questo per darvi la misura di come vanno le cose… 19 vittime di cui un corpo non più ritrovato aspettano giustizia... Ne avranno mai una?... Non credo… Il mio pensiero di solidarietà a tutte le zone che in  questi giorni stanno vivendo lo stesso dramma, con un messaggio di vicinanza e solidarietà, la stessa che la mia amata terra ha avuto da tutti gli italiani e non solo…