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L'Ue boccia il Ponte di Messina

Post n°2017 pubblicato il 20 Ottobre 2011 da luger2
 

José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, ha dato il via libera alla proposta di regolamento che indica i progetti prioritari nel quadro delle grandi reti transeuropee per il periodo 2014-2020. I settori interessati sono quelli dei trasporti, dell'energia e delle telecomunicazioni con un finanziamento di 50 miliardi di euro che coinvolgeranno anche il nostro paese. In Italia, tra i progetti strategici figurano i collegamenti ferroviari Napoli-Bari, Napoli-Reggio e Messina-Palermo, ma non il ponte sullo Stretto.«L'Europa deve aiutare a costruire le strade, le ferrovie, le reti energetiche, i gasdotti e le reti a banda larga che sono così importanti per i nostri cittadini e le nostre aziende. Investimenti mirati aiuteranno a colmare i collegamenti mancanti nelle infrastrutture europee: senza questo tipo di investimenti non sarebbe possibile farlo e tali investimenti possono generare crescita e posti di lavoro», ha sottolineato il numero uno di Bruxelles.

FINANZIATA LA BANDA LARGA. Ben 9,2 miliardi verranno utilizzati per le infrastrutture e per l'ampliamento della banda larga nel progetto ‘Connecting Europe Facility’, che consentirà una maggiore credibilità a progetti pubblici o privati, diminuendo i fattori di rischio. La Commissione europea e la Banca europea degli investimenti avranno il compito di garantire la realizzazione di questi progetti, cercando di destinare sempre maggiori risorse verso le aree più ‘difficili’ situate fuori dai centri urbani. Tra le priorità di cui si è discusso nella capitale francofona, anche molti progetti italiani. Il ponte sullo Stretto per ora non è una priorità della Ue. Il commissario Ue ai trasporti, Siim Kallas, ha dichiarato che la Commissione europea non prenderà alcun impegno riguardo a un possibile inserimento tra i progetti prioritari Ue del Ponte sullo Stretto di Messina, dando invece la priorità allo sviluppo ferroviario nelle regioni meridionali della penisola: «Naturalmente Palermo merita senza dubbio di essere un nodo, come abbiamo scritto nel documento - ha sottolineato Kallas -. Palermo è una città importante in una regione importante, quindi non c'é alcuna contraddizione nel fatto che abbiamo incluso la città siciliana nel corridoio transeuropeo, è stata una decisione logica». Per quanto riguarda la questione dello Stretto Kallas ha aggiunto: «A questo punto, posso dire che noi non prendiamo alcun impegno riguardo al ponte sullo Stretto di Messina o riguardo a un collegamento via nave. Questa è una linea che fa parte del network prioritario (per l'Ue), ma la realizzazione di questa opera sarà lasciata alle autorità italiane».

 I deputati del Pd Costantino Boffa, Franceso Boccia e Dario Ginefra commentano con grande soddisfazione la decisione della Commissione di investire sul collegamento ad Alta Capacità Napoli-Bari ed il conseguente prolungamento del corridoio VIII: «Un risultato che dà ragione a quanti, negli ultimi anni, si sono spesi per l'inserimento di questo collegamento ferroviario, che unirà il Tirreno e l'Adriatico, nei grandi corridoi infrastrutturali europei. È il frutto di un lavoro che ha coinvolto tutti i livelli istituzionali, sia campani sia pugliesi, e che consegna al Sud Italia nuove e importanti opportunità di crescita».

MEZZOGIORNO STRATEGICO.  «Il Mezzogiorno, ed in particolare la Campania e la Puglia, possono divenire una sorta di piattaforma logistica per il Mediterraneo, visto che le nostre aree saranno interessate da un traffico intensissimo di persone e merci. Una volta agganciato agli altri corridoi europei, il Sud diverrà infatti il principale ponte di collegamento tra l'Europa sud-orientale e l'Europa centrale. E con l'integrazione di nuove e ingenti risorse europee, si può finalmente pensare a un finanziamento totale dell'opera. La decisione della Commissione Ue di inserire l'opera tra le priorità, e la contestuale esclusione del Ponte sullo Stretto, conferma nel sostenere che fosse proprio l'Alta Capacità Napoli-Bari l'opera più importante per l'intero Mezzogiorno, l'unica in grado di rovesciare la vecchia concezione dello sviluppo basata sugli assi verticali Nord-Sud e di restituire centralità e protagonismo alle aree interne dell'Appennino meridionale e al collegamento dei porti campani e pugliesi». Matteoli: «Decisioni della Commissione Ue sono un successo». È soddisfatto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, dopo la presentazione dei nuovi orientamenti di finanziamento della Commissione UE per le Reti transeuropee di trasporto: «Sono state accolte le richieste di riconosce al Sud dell'Italia e in particolare alla Sicilia il loro ruolo cruciale in Europa e per il sistema dei trasporti.

LA PUGLIA FA FESTA Gli fa eco il vice coordinatore vicario del PdL in Puglia, onorevole Antonio di Staso: «La decisione della Commissione europea testimonia che gli impegni assunti all'interno del Piano nazionale per il Sud, fortemente voluto dal ministro Fitto.  A fronte dell'ingente somma stanziata da Bruxelles a favore dei trasporti, in particolare al collegamento ferroviario Napoli-Bari, il governo stanzierà attraverso la delibera Cipe del 3 agosto scorso,  circa 800 milioni di euro». I Circoli dell'Ambiente non ci stanno: «Sul Ponte grave scelta»Sono parole dure, quelle del presidente dei Circoli dell'Ambiente Alfonso Fimiani, a seguito della decisione della Commissione europea di escludere il ponte sullo Stretto dalle opere prioritarie: «E' una decisione gravissima, l'Europa deve aiutare il Sud a crescere e non è un mistero che la prima fonte di sviluppo sono le infrastrutture. I finanziamenti alle arterie ferroviarie non possono e non devono escludere la costruzione del ponte, che rappresenta non solo una grande opera necessaria ad agevolare i trasporti, ma un simbolo di progresso che caratterizzerà il Mezzogiorno nel mondo intero», ha affermato Fimiani.

L'EUROPA CI HA STUFATO «L'Ue» - ha denunciato Fimiani - «continua a chiedere tanto per dare pochissimo. Ha mostrato tutti i suoi limiti nell'incapacità di gestire la crisi economico-finanziaria. Si preoccupa troppo di procedure di infrazione per punire Stati più o meno inadempienti o di accordi per contrastare i fantomatici cambiamenti climatici e troppo poco di incentivare lo sviluppo. L'Europa ha già affossato l'Italia con il cambio euro-lira e ora rifiuta addirittura di favorire la realizzazione delle opere che consentirebbero alla Sicilia di sentirsi una Regione d'Italia al 100%'. Se non si trasforma in una struttura sovranazionale in grado di rappresentare gli Stati Uniti d'Europa» - ha concluso - «potremmo anche iniziare a pensare di mettere in dubbio la nostra permanenza».

L'ITALIA CI HA STUFATO- Il popolo meridionale se ne frega delle bagarre dei politici e spera nei fondi della UE perchè ormai ha perso ogni speranza nei signori della casta del nord, specie dopo l'esperienza dei fondi FAS destinati al Sud ed utilizzati per atri scopi al nord!!

 
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