"ARS NULLUM HABET INIMICUM NISI IGNORANTEM"
CORNELIUS de BIE
Un opera d'arte non è un ente intramondano nella rete dei rimandi, ma ente che dischiude un
suo mondo, istituisce un mondo di valori e di significati che provengono dalla materialità fisica
della terra.
M. Heidegger
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TINTORETTO: VENERE, VULCANO E MARTE
Post n°489 pubblicato il 14 Maggio 2012 da Alcestidgl2
Jacopo Robusti detto Tintoretto: Venere, Vulcano e Marte 1550 - 1555 Olio su tela 134 x 198 cm Monaco Pinacoteca inv. 9257 Nell’ambito della pittura profana, Tintoretto narra storie di dei, in questo caso di Venere, Vulcano e Marte con ironia, divertimento, quasi come in una messinscena da commedia dell’arte. Vulcano, avvisato da Apollo, dio del sole, rappresentato dalla brocca sita sul bordo della finestra, attraverso la quale filtra la sua luce, che la moglie lo sta tradendo, si precipita in casa e corre nella sua camera da letto, resa dal pittore come la stanza di una cortigiana del’500. Mentre Vulcano esamina le parti intime della moglie, un cagnolino sta per sbugiardare l’amante di Venere, Marte, che per sfuggire all’ira dell’anziano Vulcano si è infilato sotto un tavolo dal quale fuoriesce la testa. Un piccolo Cupido che finge di dormire, assiste sornione al divertente episodio. Attraverso lo specchio poggiato sul tavolo, possiamo osservare la schiena di Vulcano e il profilo corporeo della seducente Venere: anche la pittura, parimenti alla scultura, può rendere la tridimensionalità. Cris, nel mio incontro con l'arte
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Sesso: F Età: 66 Prov: RM |
O mio Signore,
Non prendermi per schiavo,
perché ho in me il senso della libertà.
Non cercare di indovinare i miei segreti,
perché ho in me il senso del mistero.
Non costringermi alle carezze,
perché ho in me il senso del pudore.
Non umiliarmi,
perché ho in me i senso della fierezza.
Non abbandonarmi,
perché ho in me il senso della fedeltà.
Sappi amarmi ed io saprò amarti
perché ho in me il senso dell’amicizia.
"Il più piccolo felino è un capolavoro"
(Leonardo Da Vinci)