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Creato da papife il 18/11/2008

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Ultimi Commenti

UbrisPitagora
UbrisPitagora il 01/12/08 alle 16:49 via WEB
The availability of broadband wireless communication infrastructures lend force to the assumption that the end user is “always on” the network. Personal contents must be always available to the user, whereas huge processing, access to shared contents and content exchange among users can be temporarily delayed. This happens very often above all in a few area of our country; do you think it should reduce the impacts of the new proposed services ?
acolomb
acolomb il 01/12/08 alle 12:16 via WEB
Un articolo di Andreas Roell, CEO di Geary Interactive, sottolinea come i banner video abbiano maggiore capacità di raggiungere il consumatore perché di più forte impatto rispetto a banner di testo o di semplici immagini. Il problema è come veicolare questo maggiore appealing verso una risposta diretta del consumatore. La soluzione di Roell è quella di richiedere la compilazione di form leggeri ma contenenti dati sensibili per l'advertiser, da trasformare in online o offline sales, subito dopo un teaser o in mid-roll ed è basata sull'assunzione che il consumatore sarà disposto a registrarsi per vedere il resto del video.
ascomar
ascomar il 24/11/08 alle 16:55 via WEB
La diversità di comportamento credo dipenda in larga misura dalla difficoltà di navigare con un terminale mobile. Senza almeno un touch screen la navigazione è a dir poco difficoltosa (vedremo se la grande diffusione di IPhone e fratellini cambierà qualcosa). Inoltre la piccola dimensione dello schermo porta naturamente a far preferire messaggi più mirati, cioè più "utili". Infine, se si considera che il terminale mobile è usato spesso "in field", rispetto ad un processo di acquisto di un bene/servizio qualsiasi, è ragionevole immaginare che, ad esempio, l'acquirente utilizzi un computer fisso per farsi un'idea di cosa acquistare e poi vada col cellulare "in giro per negozi" e voglia a qual punto ricevere indicazioni più puntuali sulla disponibilità, il prezzo, le caratteristiche di dettaglio dell'oggetto del desiderio. Quanto alla presunta disponibilità indicata nel post di nello1740 degli utenti mobili a ricevere SMS pubblicitari non saprei; a mio giudizio e secondo la mia esperienza personale l'accettazione di una comunicazione invasiva come un SMS può essere accettata solo se il suo contenuto è effettivamente mirato rispetto a quanto sto cercando in quel preciso momento.
ascomar
ascomar il 24/11/08 alle 16:32 via WEB
Se la rete è un luogo (virtuale), allora la pubblicità online ha la stessa funzione che hanno le vetrine nelle strade del centro. Luci, colori, effetti speciali per convincere la gente ad entrare nel negozio (e, possibilmente, comprare qualcosa). Capisco che una passeggiata a via Montenapoleone a Milano (o a via Condotti a Roma) possa essere frustrante, specie se non si ha un soldo in tasca. Nulla vieta però di scegliere una più salutare passeggiata in campagna ... Diverso è il discorso per la mail che, quando inviata senza il consenso di chi la riceve, si chiama spam il cui invio, indipendentemente dal contenuto, costituisce un reato.
ascomar
ascomar il 24/11/08 alle 16:21 via WEB
La pubblicità è ovviamente un'informazione di parte. Basta saperlo. Quello che è giusto pretendere dall'informazione pubblicitaria è di essere onesta; cioè di non raccontare cose palesemente non vere (esiste evidentemente fra il vero ed il non vero ampia zona di grigio che la comunicazione, tutta, sfrutta in vario modo: in questo contesto mi riferisco alle cose irrimediabilmente false). Un'informazione dichiaratamente di parte è comunque molto meglio di analisi e confronti sedicenti imparziali. La possibilità di ricevere pubblicità concorrenti in parallelo, fattibile su Internet e non ad esempio in TV, aiuta il consumatore a fare confronti più meditati. Su Internet poi ogni messaggio pubblicitario non è fine a se stesso, ma dà sempre la possibilitàè di raggiungere un sito in cui è possibile trovare altre informazioni. In questo modo l'impatto emotivo del messaggio pubblicitario (cioè il banner) ha la funzione di indurre il potenziale consumatore ad informarsi di più. Tutto il contrario di quanto accade invece in TV. L'interattività di Internet gioca quindi a favore dei consumatori.
migrosbit
migrosbit il 24/11/08 alle 15:29 via WEB
Supermercato, reparto colazione: il bimbo, che sa a malapena parlare, indica sorridente al trafelato genitore la confezione raffigurante un simpatico tigrotto che ha visto tante volte in un coinvolgente siparietto. La pubblicità coinvolge, emoziona, stimola; l’auspicio che possa “informare di più e meglio” è spesso un desiderio di chi ne è bombardato o un giustificativo per chi la deve sostenere. Esiste della pubblicità richiesta? Normalmente, ad eccezione degli addetti ai lavori che organizzano premi e rassegne, si tende ad evitarla e chi accetta di riceverne vuole ottenere qualcosa in cambio: questo indica la percezione del suo valore. Il punto sostanziale è quindi come e quando la pubblicità possa trasformarsi in INFORMAZIONE, concetto che favorisce addirittura l’ipotesi di un esborso per ottenerla. Arriviamo quindi al Tag Advertising: questi sistemi “evoluti” sono veramente in grado di fornirmi degli aiuti preziosi? In fondo sono sempre proposti dagli “investitori” e quindi i “suggerimenti” (forse è meglio chiamarli così) arrivano sempre da chi ha deciso di proporsi ai costi fissati dal network. Certamente la possibilità di individuare l’area di interesse del navigatore e potergli veicolare i messaggi più idonei al contesto nel quale si muove rappresenta un vantaggio apprezzabile sia per l’utente consumatore (che tendenzialmente non viene disturbato da ciò che non gli interessa) che per il proponente (che limita la proposta al pubblico potenzialmente interessato). E la possibilità che il “richiamo pubblicitario” possa trasformarsi in INFORMAZIONE diventa più concreta nel momento che l’organizzazione del flusso favorisce l’immediato approfondimento e confronto. I temi collegati all’utilizzo dei dati, dei profili associati, delle modalità di navigazione meritano senz’altro ulteriori approfondimenti e riflessioni.
move2mob
move2mob il 24/11/08 alle 12:25 via WEB
Secondo Shiny Stat il 62% degli accessi al web eseguiti da mobile si svolgono per "accesso diretto" al sito di interesse. Questo valore scende al 31% per gli accessi che provengono da fisso (che per oltre il 50% arrivano al sito tramite motori di ricerca). Quel 62% del mobile sta a testimoniare quanto sia diverso il nostro comportamento (e il nostro interesse) quando da navigatori fissi (!) ci trasformiamo in navigatori mobili. L'accesso mobile sembra essere scatenato per la maggior parte da uno "specifico bisogno/interesse". E' forse questo il motivo per cui il navigatore mobile è interessato ad una pubblicità mirata (come dice nello7410): proprio perchè quello "mirato" sembra essere già oggi il suo comportamento sulla rete. Interessanti considerazioni si aprono per gli Advertiser in questo scenario.
Warum_nur
Warum_nur il 24/11/08 alle 11:58 via WEB
Ho tanti desideri, una villa grande e bella con servitù, una Mercedes/Jaguar/Porsche, tanti soldi, viaggi in posti lontani, un lavoro che mi soddisfa ecc. Peccato che tanti di questi desideri non me li posso permettere. Capita che visito siti di produttori di automobili, di agenzie di viaggi, di vendite di immobili, ma sapendo, che tutto questo rimarrà un sogno, non voglio di continuo essere ricordato con pubblicità mirata che esiste un mondo la fuori che per me rimane irraggiungibile. Nella mia paranoia sembra che ho notato che non necessariamente basta cancellare i cookies per fare sparire questi fantasmi, ma bisogna svuotare persino il cache del browser. Quando mi arrivano e-mail pubblicitari, per fortuna quelli seri mi offrono la modalità di “Unsubscribe”. Come farò l’unsubscribe da banner che mi vanno sui nervi?
nello7410
nello7410 il 24/11/08 alle 11:20 via WEB
Nel settore Mobile sembra che rispetto agli altri, ci si renda più disponibili a sondaggi mirati ad ottenere questo scopo. Secondo i risultati di un rapporto pubblicato da Enpocket (compagnia americana specializzata nella pubblicità legata al settore mobile), la maggioranza degli utenti di telefonia mobile sarebbe disposta a ricevere messaggi pubblicitari sul proprio apparecchio ma vorrebbe che questi fossero mirati alle proprie esigenze. Il Consumer Mobile Advertising Report, condotto tra 1200 utilizzatori di cellulari in Europa, Stati Uniti ed India ha mostrato come il 78 per cento degli intervistati sarebbe felice di ricevere pubblicità mirata ai propri interessi e di questi il 64 per cento sarebbe disposto a rispondere a questionari per una maggiore rilevanza della pubblicità. Il 50 per cento, infine, preferirebbe banner pubblicitari a messaggi di testo
 
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