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Creato da papife il 18/11/2008

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Ricercando i bisogni con l'Hypertargeting

Post n°63 pubblicato il 28 Luglio 2009 da papife
 

 

Vi ricordate la teoria motivazionale di Abraham Maslow?

Si parlava di una piramide in cui venivano gerarchizzati i bisogni, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale).
L'individuo tende prima a soddisfare i bisogni primari come fame, sete e sonno per poi ricercare la stima degli altri, una forma di autorealizzazione e l' autostima di sè.
 

Oggi nell’era del Web 2.0 si torna a parlare di necessità ed occorre capire quali sono i bisogni che spingono le persone a far parte di Social Network.
L’onda dei Social Network sta investendo anche il marketing e l’uso sociale della Rete sta modificando i modi di prendere decisioni sugli acquisti.

È quindi opportuno ripensare le strategie di marketing tenendo presente il comportamento sociale dei consumatori.L'efficacia dei Social Network , inteso come nuovo strumento di marketing, è documentata da quanto accaduto durante le elezioni presidenziali USA del 2008. Più che con i normali mezzi di comunicazione della politica, la campagna elettorale del Senatore Obama si è svolta sui Social Network My.BarackObama.com e ha consentito di costruire un database di milioni di sostenitori, nonchè di futuri acquirenti di un qualsiasi prodotto se ben indirizzati con una strategia di social-marketing.

Nell'era del marketing personalizzato che insegue l'utente fino al suo PC e risale lungo la coda del mouse, MySpace ha ideato un sistema chiamato Hypertargeting, un termine complesso per esprimere un concetto semplice: mi iscrivo al Social Network e rilascio informazioni sui miei gusti, abitudini, stile di vita ed altro ancora; vengo quindi profilato e classificato in un segmento di utenti che hanno uno stile di vita e gusti analoghi.

Il nuovo sistema di advertising divide gli oltre 120 milioni di utenti MySpace in dieci macro-categorie come, ad esempio: amanti della moda, appassionati di sport, fanatici delle auto o appassionati di videogame. Per farlo, sfrutta le informazioni inserite dagli stessi utenti nelle proprie pagine, ma poiché non sempre tutto quello che si scrive nei profili corrisponde a verità, integra questi dati anche con la rete di relazioni intessuta sul network e le attività svolte.
Il risultato è quindi una mescolanza tra ciò che gli utenti dicono e ciò che fanno davvero.

Questa strategia ha portato MySpace ad avere una raccolta pubblicitaria nel 2008 pari ad un miliardo di dollari, valore più elevato rispetto a quello di Facebook (300 milioni di dollari), nonostante quest’utimo abbia un numero di utenti nettamente superiore.

Questo perché Facebook è più focalizzato sulla comunicazione, mentre Myspace punta all’intrattenimento e, dal punto di vista pubblicitario, è evidente che è più semplice monetizzare dei contenuti piuttosto che dei discorsi. Per darvi un'idea, nel Regno Unito nel 2008, per esempio, MySpace aveva un numero medio di utenti mensili  pari a 5,3 milioni cioè circa un terzo di quello di Facebook (12,5 milioni), ma molti più inserzionisti (799 contro i 451 di Facebook). Quindi è possibile calcolare che per ogni 10 mila utenti unici Facebook ha avuto 0,36 inserzionisti, MySpace invece 1,51.

Ad ogni modo, i vecchi strumenti di advertising sono stati scardinati dall’avvento del Web 2.0 ed i Social Network appaiono oggi come la tecnologia più promettente legata a queste nuove forme pubblicitarie.

 
 
 
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