Creato da Zero.elevato.a.Zero il 21/07/2008

Da zer0 a me

Pensieri calcoli poesia e musica

 

 

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俳句禅一味 I versi e lo Zen hanno lo stesso sapore

Post n°560 pubblicato il 01 Giugno 2019 da Zero.elevato.a.Zero
 

Libellula di Peperone

Nel periodo senza post ho letto molto e qualche volta commentato i blog altrui, ho scoperto così che la tendenza di moda vorrebbe pagine senza troppe immagini (magari glitterate) per arrivare al post (fin qui la coscienza è pulita), senza musica che parte in automatico costringendo all’ascolto (ahi) e soprattutto con poche sintetiche parole (Confiteor Deo omnipotenti et vobis, fratres, quia peccavi nimis cogitatione, verbo, opere, et omissione).
Mi propongo solo per una volta, come esperimento, di limitare le parole e lasciare la scelta di far partire la musica al viandante, sarei anche interessato ad un parere in merito, cortesemente.

Qualche giorno fa tentavo di spiegare ad un’amica cosa sia un Haiku, non tanto e non solo per le sue forme sintetiche e molto rigorose, ma per il senso di appartenenza al mistero della natura che deve includere; le ho citato così un aneddoto tratto dalla vita di due grandi maestri che è motivo di costante riflessione anche per me.
In sintesi :)

Un giorno il poeta Takarai Kikaku scrisse questo Haiku:
Libellula rossa / strappale le ali: / un bacello di pepe

Felice del componimento lo sottopose immediatamente al suo Maestro, il celebre Matsuo Basho, che gli spiegò come, nella troppa fretta, aveva scritto qualcosa che assomigliava ad un Haiku senza averne l’anima; com’è costume nella didattica giapponese non spese altre parole, ma lo cambio così:
Bacello di pepe / attaccagli le ali: / una libellula rossa

 


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Commenti al Post:
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 02/06/19 alle 12:51 via WEB
... mi permetto... non solo non aveva l'anima e quindi le ali, ma, era anche crudele... perchè si preoccupava solo del risultato e della forma:-) e lui, invece, senza parlare, gli ha dato la vita (perchè comunque da una buona intenzione e per buona intendo giusta e vera) - si può trasformare appunto. Ecco l'insegnamento. E tu con questo post, l'hai fatto ed hai fatto molto e molto di più. Grazie! PS: mi spiace aver scritto troppo... e non ottemperare sempre alle scelte 'editoriali' - del portale che ci ospita. Spero in un buon corto circuito benefico - che faccia ridimensionare il tutto. Lasciateci 'classici', - ma anche scrivere quanto vogliamo, far partire la musica, e magari ripristinare il servizio foto :-) buona domenica, e in verità, io volevo solo fare la faccina col sorriso :) come commento al post, dico.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/06/19 alle 11:52 via WEB
Cara Roberta, lo Zen nella sua forma poetica quando si trasforma da meditazione a verso, non può che mantenere quella forma di armonia e di amore che la vita ci insegna, in virtù del fatto di essere un dono. Come dici giustamente le ali non si devono strappare, semmai si donano, per concedere a qualcosa di inanimato di sperimentare l’ebbrezza del volo: la libertà. Scrivere mi piace, mi concedo che possa esserci qualche frase in aggiunta, proprio perché in quel volo che è trasformare il pensiero in parole, una spirale in più permette di vedere un pezzo di orizzonte che altrimenti sarebbe sfuggito alla vista, per non parlare dell’emozione del volteggio. Almeno per il commento quindi non starò a limare sillabe, ancora farò in modo che secondo le mie preferenze i post tornino ad avere una musica che parte da sé, perché anche la natura produce senza barriere la propria musica. Se per questo sarò fuori moda, beh ci sono abituato, oltretutto io interpreto la parola moda come la contempla il linguaggio della statistica, ossia l’elemento di un campione rappresentativo che compare più frequentemente, se preferisci chiamarlo altrimenti: il doppione. Quanto è più bello immaginarsi e possibilmente essere originali, senza obblighi di omologazione da seguire, capaci di guardare le nuvole di Giugno, aprire le braccia e attraversarle come rondini alate. Un sorriso a volo radente :)
 
   
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 03/06/19 alle 15:51 via WEB
:-) le tue parole, Caro Amico, aiutano il respiro, e danno speranza. Grazie
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/06/19 alle 18:06 via WEB
Se fossimo alla cerimonia del The, ti risponderei: "Okashi o dozo"
:)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 05/06/19 alle 15:51 via WEB
:-) che vuol dire? Sai, mentre stavo per scriverti mi è tornato - mi sono tornati alla mente, dei ricordi dei miei trascorsi come impiegata ... Uno dei miei 'capi', esperto di calcio asiatico, aveva due collaboratori giapponesi, e quanti indirizzi a Tokyo ho scritto !!...sai, è curioso, che mi ricordo cose lontanissime e queste diciamo più recenti, no. Forse è la mente che per liberarsi del dolore del cambiamento della vita non messo in conto, ha resettato tutto... che cosa strana. Fra poco è l'ora del the. :) ciao, Comandante.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 05/06/19 alle 18:51 via WEB
Ho da tempo conosciuto ed apprezzato quel momento di ideazione giapponese che è la cerimonia del The, uno svolgersi di gesti e di eventi del tutto codificati eppure a loro modo imprevedibili e capaci di regalare un senso di armonia, di distacco dal mondo e di una sensazione di leggerezza, quasi di libertà di pensiero.
Nel protocollo della tradizione il cerimoniere invita ad assaggiare qualcosa di dolce, prima di bere la bevanda amara, con la frase Okashi o Dozo (Servitevi del dolce, prego), momento che segna l’inizio della cerimonia vera e propria: un attimo di vita fuori dal tempo. Le tue parole mi hanno ricordato l’armonia che si prova durante questa esperienza e così ho ritrovato ricordi di assoluta semplicità ma soavi. Un grande maestro ha detto: è sempre l'ora del The.
Grazie della tua presenza :)
 
     
Roberta_dgl8
Roberta_dgl8 il 09/06/19 alle 09:52 via WEB
e grazie, a te, come sempre per le tue, di parole, per me. Mi piace che io ti abbia ricordato un'armonia, è una cosa bella.
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 09/06/19 alle 12:27 via WEB
:)
 
several1
several1 il 03/06/19 alle 11:22 via WEB
when you change the way you look at things ...
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 03/06/19 alle 11:58 via WEB
If you change the way you look at things,
the things you look at change

Wayne Dyer
 
lunetta_08
lunetta_08 il 04/06/19 alle 09:44 via WEB
Ha tutto un altro sapore, così. Basta cambiare prospettiva per trovare la positività in ogni aspetto della vita. Felice giornata e un sorriso per te :-)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 04/06/19 alle 16:55 via WEB
C’è un altro piccolo dettaglio che mi piace molto nella risposta del maestro: per le cose dell’anima, certamente per la poesia, non si deve avere fretta.
Grazie del tuo passaggio :)
 
   
lunetta_08
lunetta_08 il 12/06/19 alle 09:11 via WEB
Sono d'accordo, la lentezza permette di comprendere ogni cosa e gustarla pienamente nella sua bellezza. Buona giornata, a presto :-)
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 12/06/19 alle 10:51 via WEB
:)
 
Terzo_Blog.Gius
Terzo_Blog.Gius il 05/06/19 alle 03:11 via WEB
È davvero un piacere, molto 'corroborante' oltre che istruttivo, leggere i tuoi post... Zero elevato a zero: il trionfo del pensiero, arte del pensiero! Buonanotte, un sorriso e ripasserò
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 05/06/19 alle 18:49 via WEB
Ti ringrazio delle belle parole, ti prego sentiti a casa e libero di ogni pensiero: benvenuto tra queste righe
 
Terzo_Blog.Gius
Terzo_Blog.Gius il 05/06/19 alle 03:13 via WEB
Ho sempre pensato che seguire la tendenza dominante e la moda ... sia un atteggiamento più da pecora che da essere umano libero :)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 05/06/19 alle 18:50 via WEB
Sulla libertà c’è modo di scrivere molto, io sintetizzo dicendo che il mio personale punto di vista è che la libertà è la facoltà di scegliere a chi appartenere. Vorrei che le mode mi lasciassero indifferente, invece purtroppo sollevano un velo di sottilissima irritazione nel constatare che si deve pagare un prezzo di omologazione per sentirsi parte di una comunità. Io che sono propenso ad una morbida affermazione del pensiero diverso, cerco in ogni caso di contrastare la Moda continuando a seguire i miei soliti dettami, di più credo non si possa fare. :)
 
ditantestelle
ditantestelle il 06/06/19 alle 16:57 via WEB
Si prova piacere nello scrivere. A trovare una musica adeguata, le parole a disegnare un senso. Anche nel volere esternare tutto il peggio, tutti i rimasugli, le ire, le amarezze che restano intrappolate nei giorni delle nostre vite. I blog hanno sicuramente il pregio di permettere tutto questo, di potere armonizzarsi, o concedersi alle voci degli altri. Si condivide come si può, ognuno con la propria dimensione.. con il proprio passato e presente, con un dialogo franco che intenda distinguersi anche nell'imparare sollecitando sorgenti e fiumi e per poi, farsi mare. Ben vengano i ritorni come questo tuo, Max.. dove sa farsi dono quella eleganza semplice di un haiku capace di intuire e inventarsi, farsi fonte di bene.. proprio come fa una nuova corolla.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 07/06/19 alle 09:34 via WEB
Sono commosso e grato per le tue parole: hanno l’eleganza dei fiori del nespolo giapponese, la stessa delicata leggerezza, capace allo stesso tempo di portare frutto.
In più occasioni ho scritto di come trovo personalmente rappresentativa quella metafora della vita vista come un fiume destinato a raggiungere l’infinito del Mare. Sovente i corsi di acqua dolce si incontrano e confluiscono assieme le proprie acque, allo stesso modo con il quale i nostri pensieri si fondono e si arricchiscono reciprocamente.
A me scrivere fa bene, fa bene cercare il senso dei miei piccoli pensieri trasformandoli alchemicamente in parole che restano oltre il tempo di una scintilla elettrica; penso anche, considerando la mia scarsa capacità comunicativa che per questo necessita di esercizio, come l’uso di immagini o di canzoni possa trasmettere in modo più efficace e con migliore empatia i concetti, oppure, più semplicemente, la voglia di ascoltare un brano che mi emoziona e che vorrei potesse portare altrettanto effetto in chi passa da queste pagine..
Un’ultima cosa dimenticavo di dirti, i giapponesi apprezzano molto il nespolo in Primavera per il profumo soave che emana: grazie per averne sparso la fragranza anche qui.
Mata ne :)
 
presente_indicativo
presente_indicativo il 10/06/19 alle 18:13 via WEB
Cambiando l'ordine e la forza del verbo, cambia il risultato. Anzi, si inverte e spicca un volo.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 11/06/19 alle 10:54 via WEB
Nelle moltiplicazioni che usiamo di solito, quelle cosiddette scalari, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Esistono per il vero anche prodotti di vettori, qui invertire i fattori fa diventare il risultato opposto di verso, o di segno, come preferisci. Evidentemente anche la poesia, che descrive un mondo più grande e complesso delle tre dimensioni ha una logica di tipo vettoriale. Forse mi sto complicando la vita, probabilmente anche la tua, cercando una soluzione matematica a problemi estetici ed emozionali, eppure quando trovo un'equazione per le cose reali la regola mi diventa più chiara e funzionale.
Grazie di avermi lasciato il tuo pensiero :)
 
presente_indicativo
presente_indicativo il 10/06/19 alle 18:15 via WEB
Credo che gli Haiku rivelino un'idea che mi piace molto: la misura dell'immenso è l'infinitamente piccolo. Grazie. E una buona serata.
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 11/06/19 alle 10:56 via WEB
Hai reso in poche parole una sintesi potentissima: proprio come nei migliori Haiku! Aggiungo anche una notazione storica, l'Haiku come forma poetica codificata nasce in Giappone nel XVII secolo. Molto prima, nei primi anni del 1200, frate Francesco da Assisi si definiva Infinitamente Piccolo, riconoscendo molto prima di Cantor che l’infinito si espande ma anche si contrae oltre la capacità di misura. Nell'anno giubilare 2000 il mio preferito ha messo in musica le fonti francescane non potendo che titolare l’album: l’Infinitamente Piccolo, dal quale ti invito a riascoltare questo episodio delle Paludi di Venezia, nobilitato dalla voce di Teresa Salguiero. Ti saluto con un sorriso :)
 
   
presente_indicativo
presente_indicativo il 11/06/19 alle 15:33 via WEB
A quale ordine appartiene il Cuore di poeta nella mappa dell'infinito cantoriano? Io ne intuisco la risposta. Che incanto questo brano accompagnato da quella stupenda voce di fado. Terra e Cielo e un'equazione di bellezze equivalenti. GRAZIE
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 11/06/19 alle 17:56 via WEB
Grazie a te per l’attenzione che mi hai dedicato, credo che il cuore dei poeti abbia una cardinalità notevolmente superiore ad Aleph0, che comunque contiene già l’infinito; allo stesso tempo ritengo che ciascuno di noi possieda, con differente cromatismo, l’istinto alla poesia, che è un dono dell’Infinito più grande di tutti.
Terra e Cielo sono spesso le contrapposizioni elementari, ma per la mia vita, per le mie esperienze, al lato opposto del Cielo c’è spesso il Mare, al quale affido con migliore risultato i miei pensieri più intimi, perché li sciolga e li tenga con sé.
Un sorriso incrostato di sale :)
 
     
presente_indicativo
presente_indicativo il 11/06/19 alle 19:10 via WEB
Immaginavo avresti dato questa risposta alla domanda sul Cuore di poeta. Non è indeterminato, non è molteplice, né finito iterato...è assolutamente infinito (come Dio). Il mare! Hai toccato il punto vivo della mia profonda nostalgia. Io vengo dal mare, ma il destino (il destino?) mi ha portato a vivere altrove. Saudade do mar. Ancora grazie http://www.eldj.it/wp/?p=2661
 
     
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 11/06/19 alle 19:37 via WEB
M'affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l'onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?

(Giovanni Pascoli - Myricae)

Il Mare, come un amore vero, non conosce la fretta del tempo, ma solo la voglia di riabbracciarti tra le sue onde.
Obrigado :)
 
     
presente_indicativo
presente_indicativo il 12/06/19 alle 15:14 via WEB
Obrigada :-)
 
Haruaki.Yachi
Haruaki.Yachi il 07/10/19 alle 21:22 via WEB
fato.. non sono d'accordo coi maestri a proposito di ali strappate Libellula rossa/tempo cangiante/baccello di pepe @@@H@@@
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 08/10/19 alle 16:29 via WEB
Secondo la tradizione giapponese ci sono tre livelli di apprendimento da percorrere:
Shu - Proteggere
Ha - Spezzare
Ri - Andare oltre
Nella prima fase si copia il modello del maestro nel modo il più possibile identico per comprenderne i fondamentali;
Nella seconda si nega il modello del maestro, o dei maestri, per esprimere la propria personalità;
Nel terzo si va oltre creando un modello personale che conserva le radici iniziali, è la fase di una nuova maestria alla quale presto arriverai.
Con un sorriso :)
 
Haruaki.Yachi
Haruaki.Yachi il 07/10/19 alle 21:23 via WEB
(ala cangiante)
 
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 08/10/19 alle 16:37 via WEB
Il Destino io lo chiamo Karma, alla fine sono parole diverse per lo stesso concetto.
:)
 
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