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Di rabbia, d'amore e di numeri

Post n°559 pubblicato il 15 Maggio 2019 da Zero.elevato.a.Zero
 
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Torbole Sun

41 Diminuzioni.
Inizio, o meglio ricomincio, dal tratto saliente per il quale non ho prodotto nuovi post da 328 giorni: numero composto da 2³ x 41: la sottrazione della musica.
Inspiegabili e soprattutto inspiegati mutamenti nel codice dei Blog sulle pagine di Libero, han fatto sì che fosse necessario per i vecchi post cancellare e reinserire i brani presi da Youtube, mentre per lo scorrere automatico delle foto provenienti da album di Flickr non sono riuscito (tantomeno mi è stato suggerito dallo staff tecnico di Libero) nel trovare rimedio.
Ripeto ancora una volta che il contorno musicale è per me di importanza strutturale, costituendo il maschio murario sul quale appoggiare le mie parole ben più leggere e fragili.
La mancanza improvvisa della musica ha suscitato in me un primo sentimento di rabbia, come se mi fosse sottratta una cosa che consideravo mia. Di mio in effetti non c’era assolutamente nulla, non certo il testo o la musica delle canzoni, questa considerazione è stata l’origine delle mie riflessioni.
Parto quindi argomentando sulla scelta del brano di sottofondo, canzone che appartiene di diritto all’album dei capolavori della musica cantautorale italiana, un testo che lo stesso autore ha definito in numerose interviste un compendio di rabbia e di amore, cosa che ha ispirato il titolo della presente pubblicazione, luogo dove trascrivo quello che succede nel mio mondo, attraverso di me, anche se lo faccio usando esperienze e pensieri altrui rielaborandoli. Lo propongo nella versione del concertone di Elisa all’Arena di Verona, perché mi piace la musica dal vivo con le sue generose estemporaneità che rendono diverso il brano da quello originale perfetto, ma ingessato, che appartiene al ricordo comune, privandolo però della meraviglia nell’ascolto di una cosa rinnovata in forma diversa. Trovo emozionante e bellissimo il duetto, l’incrocio di voci che artisti come Elisa sanno esaltare contemperando capacità espressive ed interpretative. La scoperta di Elisa, poi, è un regalo di un’amica che la stima e la porta nel cuore, è un piccolo modo per ringraziare entrambe delle emozioni che mi sanno suscitare. Un’amica che ha un peso importante anche qui, grazie alla sua presenza continua nei commenti di questo blog fin dal suo apparire, spero possa sentire almeno per una volta anche sue queste pagine, queste immagini, questa musica.
Il fatto che la rabbia della canzone possa sublimare in amore mi ha portato a comprendere che allo stesso modo la mia rabbia effimera ed ingiustificata non poteva essere motivo di abbandono delle cose che mi fanno bene, dell’amore che mi deriva anche dal fatto di essere blogger, dal bisogno di capirmi cercando di scrivere su quella cosa astrusa ed ineffabile che sono i sentimenti, e perfino di trovare riscontri, confronti e conforti di altre anime amiche sulla parte meno numerabile della mia vita.
Oggi gli auspici numerali e materiali sono i migliori perché lasci di nuovo una traccia personale; guardando come al solito, ed ancora una volta in modo errato all’indietro, rivedo quante cose, quante mutilazioni, ha subito la mia vita nel volgere di poco meno di un anno, persone care sono scomparse dalla mia quotidianità, altre che, per la necessità che ha la vita di crescere, distanziano il loro cerchio che si intersecava con il mio diventando a malapena tangente ed io… che con disperata ostinazione vorrei sempre tutto fisso e possibilmente sempre tutto uguale, faccio i conti con le mutazioni del mondo e col senso della diminuzione che è indispensabilmente l’altra colonna portante del mio scrivere oggi.
Un anno pieno anche di cose nuove di Primavera che si oppone con la propria energia all’Autunno desiderato, spronandomi a vincere un sentimento di vecchiaia che deve attendere ancora.
Se del caso farò scrittura anche degli eventi trascorsi, ma con il senso agognato di una serenità lontana dalla cronaca e dall’ingordigia dell’immediato, mediando l’amaro del perdere con il dolce del ritrovare, la sottrazione con nuove addizioni, su quel cammino impossibile da capire nel suo sviluppo futuro, ma spero comunque illuminato da un notturno di luna e stelle, ancora con una spada in mano e la voglia di oltrepassare il mare.
697 parole, è proprio un buon numero per concludere questo post con il solito immancabile, ma del tutto sincero, sorriso :)

Elisa - Renato Zero: Il Cielo

 
 
 
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