Questo post è iniziato verso Natale sono ormai quasi sei mesi che cresce lentamente senza la fretta di essere pubblicato subito, aspettando come in una gestazione il maturarsi del periodo opportuno. Verso la fine del mese di Novembre, in pieno ritorno della pandemia, Branduardi ha pubblicato gratuitamente questo Kyrie tratto dalla Missa Luba, di tradizione congolese, con le parole della traduzione ricamate al solito da sua moglie Luisa Zappa. Sulla produzione di questo brano, dalla durata superiore a quelle commercialmente consentite, ha rilasciato allora una interessante intervista all’Avvenire, dove racconta come un musicista permea le emozioni della propria vita attraverso la produzione delle note, sono parole che mi porto dentro come se fossero state scritte per me e per il mio modo di sentire. Questo pezzo nasce come un grido di dolore per il silenzio di Dio, forse per questo ho sentito subito estrema affinità con il brano stesso, in quel periodo che abbiamo vissuto di incertezze, di sgomento, di privazioni con un bisogno disperato di speranza. Un periodo che viene raccontato dall’Autore nell’intervista come senza musica, senza ascolto, l’orecchio teso verso la necessità di udire una voce che non si pronuncia e che non reca conforto in un momento di stupore attonito. Allo stesso modo ho vissuto io questi giorni non ancora conclusi, dove un Papa solo di fronte al silenzio prega il Signore in una piazza vuota carica solo di pioggia e poco distante un giovane artista suona da un tetto ad una piazza altrettanto deserta, ma piena di mani che applaudono sconosciute dietro alle finestre. Così anche io mi sono chiesto senza trovare risposta dove fosse la voce di Dio, quella che conforta e promette la vita eterna, dove il sorriso del Cristo in una morte asfissiante, silenziosa e senza abbracci, senza la presenza accanto delle persone care. Continuo a chiedermelo oggi che la vita lentamente, ostinatamente, cerca di protendersi di nuovo verso la normalità, oggi che il mare è nuovamente possibile frequentarlo con un branco di delfini appena fuori dal porto che riempiono il cuore vuoto con nuovi salti gioiosi. Adesso, che finalmente la tristezza scema dal cupo accordo di Mi minore e si risolve in quello più necessario e potente di maggiore, si accende di nuovo la voglia di ascoltare il canto della natura chiedendo agli uccelli del Cielo una risposta... Kyrie Eleison
Inviato da: lightdew
il 24/04/2024 alle 15:19
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