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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Non scherziamo con la GiustiziaI magistrati se la prend... »

Il quotidiano on line Il legno Storto rischia d’essere chiuso

Post n°350 pubblicato il 05 Luglio 2010 da a_tiv
 

 

LETTERA DA DIFFONDERE

Carissimi lettori de Il Legno Storto, con grandissima amarezza vi annunciamo che in questi giorni il nostro giornale sta correndo il pericolo di essere chiuso.
Negli ultimi tempi, infatti, ben due magistrati, cioè il dr. Luigi Palamara e il dr. Pier Camillo Davigo, ci hanno querelato. Per l'esattezza la Procura di Roma ci ha comunicato (attraverso il quotidiano la Repubblica, divenuto ormai il "postino" e il "megafono" delle procure) che ha aperto un fascicolo per le
minacce che noi avremmo formulato con questo articolo nei confronti del dr. Palamara. Sono in corso indagini (siamo stati già chiamati dalla Digos di Milano) che, al momento, non sappiamo come e quando finiranno: ma è facile immaginare il peggio...

Giorni fa abbiamo poi ricevuto una citazione dal dr. Davigo che ci chiede 100.000 € per risarcimento danni da diffamazione a mezzo stampa per quest'altro articolo , pubblicato da noi il 21 giugno 2009.
Per completare il quadro di quella che a noi pare una manovra per farci fuori dalla rete, circa due mesi fa abbiamo ricevuto un'altra querela dal sindaco di Montalto di Castro – Salvatore Carai del Partito Democratico – che si è sentito diffamato da
questo articolo che abbiamo pubblicato su il 27 ottobre 2009.
Al di là di ogni considerazione sul merito degli articoli, che agli occhi di chiunque li legga senza volontà punitive riterrebbe duri, certo, ma sempre nell'ambito del diritto di critica, la cosa che lascia esterrefatti è la rapidità con la quale sono state notificate le querele e/o l'avvio di indagini, quando si tratta di magistrati. Una denuncia per diffamazione di un qualunque cittadino verso qualcuno che non appartenga alla casta della magistratura, in Italia, impiegherebbe sicuramente anni per giungere a destinazione. Noi invece siamo chiamati a giudizio (querela del dr. Davigo) il prossimo 28 luglio per un articolo pubblicato il 21 giugno 2009. La giustizia insomma, quando vuole – cioè quando si tratta di uno di "loro" – dà prova di grande celerità ed efficienza: poco più di un anno. Nell'atto di notifica del dr. Davigo c'è applicata un'etichetta con la scritta: "Urgente". Chiaro il concetto: visto che si tratta di un "pezzo da novanta" della casta (la citazione del dr. Davigo comincia così: «L'odierno attore, attualmente in servizio presso la II sezione della Suprema Corte di Cassazione in qualità di Consigliere...») la giustizia deve fare il suo corso in tempi rapidissimi...
Sappiamo bene che, se il nostro giornale fosse schierato sul fronte delle Sinistre, a questo punto, davanti ad un episodio analogo, sarebbe già partita una crociata in nostra difesa, a sostegno della libertà di stampa e di opinione. L'Ordine dei Giornalisti farebbe fuoco e fiamme, il Sindacato minaccerebbe sfracelli. Ma noi non apparteniamo a questo schieramento, e dobbiamo aspettarci che in nostra difesa insorgano, forse, solo i nostri lettori, e qualche singolo amico e compagno di avventura. Chi si straccia le vesti per i provvedimenti in discussione intorno alle intercettazioni ed alla "libertà" negata tenga conto del fatto che qui su Il Legno Storto si cerca di difendere la libertà di discutere e di criticare, di contribuire alla crescita di una società politicamente "adulta". Là si lotta per il diritto di pubblicare gossip o accuse ancora tutte da dimostrare.
Questa è la situazione. E siccome non possiamo permetterci di confrontarci – a nostre spese – con forze tanto preponderanti, indipendentemente dalla ragione che pensiamo di avere non ci resta che valutare l'ipotesi di chiudere. Con buona pace di chi ancora ritiene che davvero il monopolio mediatico sia nelle mani di Silvio Berlusconi.
In questi anni abbiamo cercato sempre di offrire ai nostri lettori materiale utile per un approfondimento dei dibattiti e delle idee. Abbiamo cercato di evitare sciocchi appiattimenti e adesioni acritiche, ma ci siamo anche sforzati di combattere quella cultura dominante del conformismo di sinistra, che tanto nuoce al nostro Paese.
Da domani il Web potrà avere una voce libera e liberale in meno, e l'ordine regnerà ancor più indisturbato intorno a una Magistratura che non ammette critiche. È una sconfitta per noi, certo, ma è anche un colpo per tutti coloro che ritengono sacrosanta la raccomandazione di Voltaire: battersi per consentire, a chi la pensa diversamente da noi, di esprimere liberamente la propria opinione. Oggi gran parte della magistratura combatte, non applica la legge, in omaggio al principio etico-politico che spetta ai magistrati il compito di raddrizzare il Legno Storto dell'umanità.
Adesso è arrivato il nostro turno. Il motivo principale per il quale nel 2002 aprimmo Il Legno Storto fu proprio tentare di denunciare e arginare, (nel nostro piccolo) la deriva giustizialista ormai dominante nel nostro Paese. Ora siamo cresciuti, e cominciamo davvero a dar fastidio. Le denunce che abbiamo ricevuto in questi giorni hanno come obiettivo principale di farci scomparire dal web. E più in fretta possibile.
A voi, nostri affezionati utenti ed amici, chiediamo di dare, come faremo anche noi, la massima diffusione alla notizia. È l'unica cose che possiamo fare per difenderci.

Un cordiale saluto,
Antonio Passaniti
Marco Cavallotti

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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lorenzo Pegoraro il 06/07/10 alle 23:46 via WEB
Fa male a diffondere tale annuncio. Non tanto perché non sia giusto muoversi a difesa di un giornale che (la Giustizia farà il suo corso e deciderà) rischia di dover chiudere a causa di querele presentate da chi si è sentito diffamato da alcuni articoli qui pubblicati, anzi. Ma perché Legno Storto non è un giornale che lasciaspazio alle idee più diverse, che permette nel suo forum a persone con pensieri politici diversi di confrontarsi liberamente, in poche parole: non è uno spazio di libertà e non favorisce la libertà d'espressione. Suona falsissima l'invocazione a Voltaire contenuta in questo articolo, quelli che la pensavano diversamente sono stati allontanati (bannati) da Legno Storto ed io sono uno di quelli e conosco altri che lo possono testimoniare. Marco Cavallotti, direttore di Legno Storto, autore di tanti articoli, moderatore del Forum (e bannatore incallito)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Lorenzo Pegoraro il 06/07/10 alle 23:48 via WEB
E' rimasto attaccato per errore un pezzo. Non si faccia conto di quello che è scritto dopo la parola "testimoniare" (alla fine).
 
 
a_tiv
a_tiv il 09/07/10 alle 09:03 via WEB
Signor Pegoraro, Lei mi dice che faccio male a diffondere l’annuncio de Il Legno Storto. Io sostengo il contrario. Non conosco le sue vicende personali con la testata. So che Cavallotti è intransigente su due aspetti della comunicazione: l’educazione e la correttezza. Parlare di educazione e correttezza può sembrare evasivo e labile in un sistema che consente di divulgare di tutto: dalla volgarità più esecrabile alla diffamazione metodica. Ma io penso che Cavallotti lo faccia con buona responsabilità e realismo. Lei parla de Il Legno Storto come di una testata che “non lascia spazio alle idee più diverse”, personalmente ho inviato commenti a quasi tutte le testate dei giornali più diffusi. L’ho fatto anche sul blog di Di Pietro. E, premettendo che non uso turpiloquio, non offendo nessuno e penso di saper esprimere un pensiero con correttezza, capita che quando tratto argomenti scomodi o sostengo principi di correttezza democratica, istituzionale, ovvero di caratura liberale in contrapposizione al pensiero delle “caste”, o in difesa delle risoluzioni di questo governo, i miei commenti non vengono mai pubblicati. Cosa dovrei fare? Chiedere la chiusura di queste testate? Al contrario, non ho mai avuto l’impressione che Cavallotti abbia strozzato un dibattito civile tra idee e visioni diverse. Detto questo passiamo alle citazioni giudiziarie. Penso che prima di decidere di postare il suo commento abbia letto gli articoli “incriminati” e si sia reso conto dell’inconsistenza delle”minacce” e delle “diffamazioni”. E se le iniziative giudiziarie siano intimidazioni? Continuerà sempre a pensare che io faccia male a sostenere il diritto del Legno Storto a continuare a diffondere, coi suoi articoli, un ventaglio di informazioni e di pensiero liberale? Lei sostiene: “La Giustizia farà il suo corso e deciderà”! Troppo facile e troppo cinico dirlo. Pensa che noi liberali perché tolleranti ed abituati a far valere le ragioni delle cose, piuttosto che le certezze e la radicalità delle posizioni, si sia anche stupidi? Le pongo all’attenzione alcune circostanze: - Tra i querelanti ci sono due magistrati ed anche abbastanza prestigiosi per i rispettivi incarichi ricoperti. A dirimere questa faccenda saranno altri magistrati e quindi colleghi dei primi due; - Uno dei querelanti cita in giudizio la testata con una richiesta risarcitoria per la presunta diffamazione di 100.000 Euro (circa duecento milioni delle vecchie lire); - La difesa comporta spese e quindi impiego di danaro che la testata, non avendo fini di lucro, e sostenendosi con i contributi dei suoi lettori, non possiede; - Se passasse una sentenza di condanna sarebbe un precedente gravissimo per la libertà di stampa perché andrebbe a stabilire il principio che in Italia niente si pubblica (neanche la storia) senza il consenso della magistratura e soprattutto che la magistratura sia intoccabile, autoreferente ed infallibile. Riflettere su queste considerazioni, per chi voglia trarre motivazioni e per chi invita un liberale che scrive su Il Legno Storto a desistere dal dar sostegno alla testata, mi sembrerebbe opportuno. Lei però faccia come crede! La ringrazio, in ogni caso, perché mi ha convinto ancora di più che le ragioni della mia indignazione, che si unisce a quelle di molti amici, molti lettori, molte testate, molti giornalisti, anche diametralmente distanti per idee e proposte, siano giuste. Cordialità! Vito Schepisi
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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