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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Quanto durerà questo Par...Il Paese dei provinciali... »

La scuola in Italia non funziona

Foto di a_tiv

Non c’è niente di più facile che strumentalizzare gli studenti quando li si invita a far “sega” a scuola. Le difficoltà che sono state incontrate da ogni ministro della pubblica istruzione in Italia - di ogni colore politico - per attuare una riforma organica e seria della scuola, sono consistite sempre nella facilità con cui si riesce a strumentalizzare i giovani e spingerli verso la protesta.

Se la reazione alle modifiche richieste coinvolge anche gli insegnanti e se i sindacati mobilitano gli iscritti e diffondono bollettini di guerra, strumentalizzando ora un passo, ora l’altro dei provvedimenti,  inserendo persino ipotesi strumentali che non esistono, diviene ancora più facile.

Negli studenti si scatena la sindrome di Stoccolma, quando si trovano a supportare le proteste dei docenti: sono portati persino a solidarizzare con il “nemico”. Per lo studente, infatti, il docente è sempre, scherzosamente o meno, la controparte.

Anche l’azione degli insegnanti molto spesso giova a facilitare il progressivo sfilacciarsi della funzione didattica e formativa della scuola. C’è nei docenti uno spirito conservatore che non agevola il coraggio di riprendere le redini dell’autorevolezza della loro funzione. Sembra che ci sia uno spirito di corpo che li spinge più a sottostare ad un ruolo di presenza passiva, che ad imporre comportamenti adeguati e dignitosi.

Non c’è proprio bisogno di leggere i dati dell’OCSE per capire che in Italia la scuola non funziona! E’, persino, ridicolo leggere che il Ministro Gelmini, e coloro che sostengono la necessità della riforma della pubblica istruzione, partendo dal ripristino di strumenti di valutazione tradizionali e seri, siano accusati di sottrarsi al confronto con il personale della scuola. L’attuale pubblico servizio educativo è quello che si arrocca dietro la conservazione di strumenti e metodi già ritenuti di cinica ed irresponsabile insensibilità.

La scuola di oggi ha la presunzione dell’autoreferenza e quella spocchia che deriva dallo status di insegnanti. Sono difetti che disperdono la sensazione della realtà, rendono endemiche le carenze del corpo docente e controproducenti le loro prestazioni.

La gestione per certi versi burocratica e per altri sindacale della scuola italiana è il perfetto contrario della funzione educativa. Nelle scuole tutto è finalizzato, ad esempio, a trarre profitto  dalle attività e tutto senza il coinvolgimento, se non secondario, relativo e piuttosto indifferente, dei soggetti principali della istituzione scolastica. Si sposta così la centralità dagli studenti al personale. La funzione didattica si trasforma in “postificio” dove conta più il numero degli occupati che, appunto, le finalità dell’istituzione. Sarebbe necessario invece riqualificare la spesa e la qualità dell’istruzione, tenendo conto sia della finalità didattica che della qualificazione del personale, con un dignitoso trattamento economico ed un sistema premiante in funzione di comprovate capacità.

Da qualche anno si è scatenata la corsa ai progetti che consente a chi li appronta ed a chi partecipa benefici economici, spesso anche esagerati, nella completa assenza della partecipazione degli studenti, cioè in assenza dei veri protagonisti della scuola. Non sono, infatti, i maestri, i professori, il personale, le forze del futuro che il sistema dell’insegnamento si prefigge di promuovere, ma sono invece quei giovani a cui si presta attenzione oggi solo  per strumentalizzarli. Nella scuola, come nel pubblico impiego, il personale (mi scuso per la generalizzazione - ndr) si prefigge due soli risultati: maggior guadagno e minor impegno.

Si vuole un esempio? Dopo il provvedimento del Ministro Brunetta sulle assenze per malattie nel pubblico impiego, c’è stata la corsa ad informarsi su cosa si perde se ci si assenta per malattia e su come si possono  evitare le decurtazioni. La preoccupazione degli impiegati del pubblico impiego è stata quella di trovare, se possibile, il modo per aggirare l’ostacolo. Nelle scuole le segreterie sono state assalite dai docenti che si informavano. E non ci sarebbe da meravigliarsi  se si arrivasse ad ascoltare il disappunto degli studenti per le minori assenze dei loro docenti.

Si parla di tagli. Ma come si possono nascondere le difficoltà economiche del Paese? I tagli sono necessari perché senza la riduzione della spesa non si può contenere la pressione fiscale e non si possono adottare provvedimenti di sostegno alle famiglie, al lavoro ed alle fasce più disagiate. Un’azione di governo responsabile ha così il dovere di tagliare gli sprechi, anche nella scuola.

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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