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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

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L'Italia e il Congo

Post n°540 pubblicato il 12 Dicembre 2013 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Questo nostro mondo è strano. La gente si azzuffa parlando di libertà e di democrazia, esulta se l'avversario politico subisce violenza, si spertica dalle risate quando si fa ironia sull’aspetto fisico di chi ha idee diverse, riversando su costoro un carico di pregiudizi, ma poi si scalda se si parla d’immigrazione, d’accoglienza e di questioni di genere.
C’è un razzismo che non è rilevato perché passa per ‘politicamente corretto’. E’ rilevato, invece, quale atteggiamento xenofobo e omofobo, l’atto di porsi domande sul futuro, sui giovani, sulle tradizioni, sull’identità, sui modelli di civiltà radicati sulla famiglia e sull’educazione dei figli.
Piace a tanti questo mondo rovesciato in cui dominano alterigia, presunzione, opportunismo e ipocrisia. Si parla d’integrazione tra diversi e c’è odio per il pluralismo, e c’è odio verso chi immagina un paese libero e intraprendente che si contrapponga agli schemi pianificati. Non piace a molti lo stato liberale in cui sono i cittadini che fanno le scelte. Piace, invece, il paese indottrinato, controllato, programmato e irreggimentato.
Nel ventennio gli italiani erano tutti fascisti e si tuonava contro il complotto giudaico massonico; oggi sono sempre ‘anti’ qualcosa, raramente per qualcosa. Pensare richiede impegno: nei regimi, invece, c’è sempre chi pensa per gli altri.
Il razzismo in Italia inizia dalla satira che è unidirezionale ed è parte integrante dell’informazione: serve a sdoganare la calunnia e a creare l’indignazione. Il “che aria tira” oggi si misura dalle arringhe manettare di Travaglio, dalle imboscate di Santoro, dalla faziosità beffarda di Floris, dalla compiacenza apparentemente signorile di Fazio, dalla comicità e dalle battute di Grillo, di Crozza, di Benigni, di Littizzetto, di Renzi, e dagli atti di Napolitano.
In una grande commedia la scena conta più della trama. E per far scena in Italia c’è anche un ministro dal passato clandestino. E' del Congo, un paese che agli italiani della terza età ricorda l'eccidio di Kindu nel 1961, quando furono trucidati 13 aviatori italiani, in missione ONU nell’ex colonia belga sconvolta dalla guerra civile. I nostri 13 militari furono aggrediti, catturati ed uccisi coi mitra e poi lasciati allo scempio della folla che con i machete infieriva sui loro cadaveri.
La signora Kyenge è arrivata clandestina in Italia, ha fatto la badante, si è laureata, si è sposata e ora è cittadina italiana e si batte per l'integrazione, reclama per gli immigrati il diritto di cittadinanza e chiede l'abrogazione del reato di clandestinità. Lotta perché l’Italia sia un paese di libera immigrazione. Non è questa, però, la prospettiva migliore per le nuove generazioni.
L'episodio dell'eccidio di Kindu sarà pure superato, ma in Congo la democrazia, le regole, i diritti e le belle parole su libertà e integrazione sono ancora molto distanti. L’utilità della Kyenge in Congo, come medico e come persona sensibile alle questioni sociali, apparirebbe molto più corretta. Invece è in Italia e fa il ministro.
In Congo sono bloccate da oltre un mese 26 coppie italiane che, dopo le assicurazioni della Kyenge, sono partite dall’Italia per adempiere alle procedure previste per l’adozione di 32 bambini congolesi. Sbrigate le formalità, però, i 52 cittadini italiani sono ancora là alle prese con ostacoli burocratici. Le condizioni di vita in Congo sono ben diverse dagli standard italiani. I nostri connazionali si trovano in serie difficoltà, l’acqua non è potabile, sono senza aiuti, con problemi di gastroenterite e di febbre, ed è stato accertato anche un caso di malaria.
Per le fonti ufficiali il ritardo nell’iter delle pratiche è dovuto al timore che i bimbi adottati possano essere riaffidati ad altre famiglie. Meno note sono le reali motivazioni. La nostra ministra parla la stessa lingua, conosce le abitudini e i modi, ha un profilo di autorevolezza, ed ha persino la stessa collocazione politica del regime congolese (la Repubblica Democratica del Congo è, infatti, uno stato socialista), ma gli interventi della Kyenge hanno avuto scarso successo.
Nel suo paese la ministra potrebbe certamente far molto di più; in Italia, invece, come ha già scritto qualche mese il prof. Sartori sul Corriere, è solo una “nullità”.
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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