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Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

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CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Il PD sta facendo di tut...L'anticamera della dittatura »

Epifani e Kim Yong

Post n°532 pubblicato il 16 Settembre 2013 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

Nei regimi totalitari niente del popolo e dei sudditi è segreto. Persino il capo condomino di un fabbricato ha l'obbligo di origliare e di riferire sulle abitudini e sui sospiri degli inquilini. E’ riservato, invece, l’esercizio incondizionato del potere ed è riservata la conoscenza della realtà sociale ed economica dello Stato.
I regimi illiberali si reggono sul ricatto e sulla discrezionalità degli apparati. Tutto deve essere convergente per l'esercizio indiscusso ed esclusivo del potere. Nei paesi totalitari, nelle dittature militari o in quelle populiste o, ancora, nelle altre emanazioni politico-amministrative di estrazione etica e fondamentalista, c'è l'odio e la repressione per tutto ciò che è plurale: non esiste la libera espressione del pensiero, né l'autonomia della propria coscienza. C’è la necessità dell'omologazione totale del pregiudizio verso gli avversari. Questa componente ideologica è come se fosse la sostanza stessa dell'azione politica e della strategia sociale e culturale del Paese. Si odia il capitalismo piuttosto che il liberalismo, ed i regimi diventano centri di rieducazione e divulgatori dei principi dell’etica e della morale.
In democrazia, invece, soprattutto il giudizio che incide sulla "dignità" delle persone, cioè sulla sua sfera individuale, non può ridursi ad un voto di opportunità politica, quanto, invece, ad una espressione ragionata della propria coscienza. Pensare e dire, come ha fatto Epifani, per il voto in Giunta sulla decadenza di Berlusconi, che il PD, compatto, voterà si alla decadenza del leader del centrodestra lo fa apparire, invece, come un mero voto di opportunità politica.
Ma la Giunta per le immunità schierata come riflesso dei partiti a che serve?
Se non servisse far prevalere la coscienza dei componenti la Giunta, basterebbe far votare i capigruppo con il peso dei propri parlamentari ed il gioco sarebbe già fatto, senza perdere ulteriore tempo e denaro.
Se il Parlamento, però, perdesse, anche formalmente, la sua funzione di rappresentare i cittadini, la nostra non sarebbe più democrazia. Potremmo anche deputare alla magistratura, scalpitante e bramosa di esercitare un potere, il compito di pensare e di agire per tutti! Così diverrebbe anche tutto più evidente. Sarebbe la traduzione visibile di ciò che sta avvenendo oggi in Italia. Ed il regime che si sta instaurando nel nostro, invece di apparire e di dirsi democratico, per onestà intellettuale, sarebbe più visibilmente autoritario e illiberale.
Mi chiedo ancora a cosa valga una Giunta per le immunità il cui Presidente si è espresso prima ancora che fosse stata convocata la Giunta, se non una parvenza di democrazia, ove l’azione democratica sarebbe sola quella di ratificare ciò che già si è stabilito?
Quella del senatore Stefàno è solo una smania di protagonismo, alla "Esposito", o è una forma d’incultura della democrazia?
Nel primo caso, l'Italia alla "Esposito" avrebbe un che di burlesco che non può piacere, anzi sarebbe disgustosa, nel secondo dovremmo incominciare a chiederci se 65 anni di retorica democratica ed antifascista non siano serviti che a reincarnare l'orrore.
Se quello della giunta diventasse un voto politico, con i segretari dei partiti che indicassero la strada da seguire, il ruolo del segretario del PD sarebbe doppiamente ingannevole. Epifani renderebbe visibile la doppia intenzione del PD: liberarsi dello scomodo avversario politico, dopo averci provato per 20 anni - senza riuscirci - e bocciare l'alleanza di governo con il Pdl a guida di un uomo dello stesso PD.
Quando c'è il PD di mezzo la confusione regna sempre sovrana, e se non c'è il saccheggio materiale del Paese, c'è quantomeno il consueto tentativo del saccheggio delle coscienze e della democrazia liberale. E siccome non si fidano dei loro uomini, come accade a tutti i dittatori, ad Epifani piacerebbe il voto palese sulla decadenza di Berlusconi, per potere esercitare il potere di condizionamento del partito sulle coscienze dei suoi senatori.
Come ad un Kim Yong qualsiasi.
Vito Schepisi

 
 
 
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UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

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Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

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Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTà

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"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

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