Blog
Un blog creato da a_tiv il 28/10/2006

Il Libero Pensiero

Il blog di Vito Schepisi

 
 
 

10 DICEMBRE: GIORNATA MONDIALE DEI DIRITTI UMANI

Il 10 dicembre del 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamava la Giornata Mondiale per i Diritti Umani

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI


http://www.unhchr.ch/udhr/lang/itn.htm

 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 39
 

ULTIME VISITE AL BLOG

a_tivmariomancino.mkiwaicostanzatorrelli46gialappinoMARGO129castello_nicesoniaren77raggiodisole_53archspeareKatartica_3000Lost_Horizon_15kimtyformybz
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 
 

Antivirus gratis in italiano per vista,  windows vista e xp

Miglior Blog

 
 
tracker
 

CONDANNA DEL COMUNISMO

Risoluzione del Consiglio di Europa  n.1481 del 25 gennaio 2006 - Condanna del Comunismo

Il 25 gennaio 2006 l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva la Risoluzione n. 1481, che condanna i crimini dei regimi comunisti

europei.http://www.democraticicristiani.it/europa/ris_1481.html

 
 

 

« Dopo la tempesta si fa i...Amici e compagni »

E alla fine prevalse il buon senso

Post n°406 pubblicato il 14 Luglio 2011 da a_tiv
 
Foto di a_tiv

C’è voluta una pericolosa aggressione speculativa sui mercati finanziari per recuperare in Italia una parte del buonsenso perduto.
La globalizzazione e la velocità delle comunicazioni oggi non concedono pause. Le economie dei paesi industriali e delle aree di grande interesse economico-monetario sono passate al microscopio e pesate sulle bilance della speculazione finanziaria. E’ per questa ragione che le “narrazioni” di alcuni soggetti politici oggi fanno ridere.
Le favole possono solo eccitare la fantasia, ma poi arriva la cruda realtà delle cose, ed è solo con questa che bisogna poi fare i conti. In economia non c’è spazio, ad esempio, per la poesia e la fantasia vale sino a un certo punto.
I costi, il welfare, la produttività, l’equilibrio dei bilanci, gli utili, le economie aziendali, l’efficienza produttiva, la concorrenza, l’elasticità dei mezzi finanziari, sono questioni che non fanno dormire la notte a chi ha sulle proprie spalle responsabilità aziendali, a chi tiene al futuro delle maestranze e delle loro famiglie e, nel caso più ampio, a chi tiene all’interesse nazionale.
La fantasia in economia può servire a presentare bene un progetto aziendale e farlo adottare o per vincere un concorso di idee e acquisire commesse e lavori, ovvero per promuovere la vendita di beni e per far convogliare investimenti e finanziamenti. Le parole d’ordine dei mercati sono stabilità politica e conti in ordine.
Una maggioranza esposta ai condizionamenti delle opposizioni, e che non sia in grado di assicurare il necessario rigore sui conti, provoca turbamenti sui mercati, di solito in modo proporzionato alla sua tenuta complessiva. Più la maggioranza cede alle soluzioni demagogiche e più cresce il divario sulla fiducia del suo debito.
Per uno Stato come l’Italia che ha il rapporto tra il debito pubblico ed il Pil più alto d’Europa, e secondo nel mondo industriale, la fiducia sul debito è una cosa importante. Basti pensare che lo Stato italiano, oggi, paga per gli interessi sul debito il 3% in più della vicina Germania.
Questo divario si chiama fiducia. Il mercato stima la Germania più solvibile dell’Italia e per la legge della finanza, che vuole che al minor rischio corrisponda un minor rendimento, si può permettere di pagare molto meno il costo dei suoi titoli pubblici. Nel 2010 l’Italia, solo per gli interessi sulle obbligazioni rappresentative del suo debito, ha pagato oltre 70 miliardi di Euro. Un punto di differenza su 1890 miliardi di debito pubblico vale 18,9 miliardi di euro in più in un anno. Tre punti equivalgono all’intera manovra in corso.
I governi per tenere sotto controllo i conti pubblici hanno un solo mezzo: le leggi finanziarie. Le manovre di bilancio servono per assolvere gli impegni di contenimento assunti, e vanno fatte nei tempi previsti. Nessuno può fare il furbo senza pagarne le conseguenze. Truccare i conti o rimandare nel tempo gli impegni è un’esperienza che ha messo in ginocchio alcuni paesi europei.
I conti in disordine non hanno scampo. Se una volta nelle città medioevali esisteva una colonna, chiamata di solito colonna infame, a cui venivano legati, ed esposti al pubblico ludibrio, i debitori, ora ci sono le agenzie di rating che assolvono lo scopo.
L’economia, come si è detto, non è una materia che impegna più di tanto la fantasia. Le fonti dei mezzi finanziari da acquisire sono, infatti, sempre le stesse: tagli alle spese, aumento della pressione fiscale e, in ultima analisi, la dismissioni di beni.
Tremonti l’aveva detto già dal momento in cui si è insediato questo Governo, nel 2008: le finanziarie che si trasformavano in un assalto alla diligenza hanno fatto il loro tempo. Con il suo debito pubblico l’Italia può solo invertire il rapporto tra le entrate e le spese.
Le formule magiche le hanno solo i pifferai e i maghetti delle illusioni. Ma i sogni, come si sa, si spengono sempre all’alba.
Libero Pensiero su DailyBlog

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

Political Blogs - BlogCatalog Blog Directory

 

UNDICI SETTEMBRE

Crono 911: tutto su l'11 set 2001  a  N.Y.

Storia, Documenti e perizie ufficiali

su

http://nuke.crono911.org/

 

LA GIORNATA DEL RICORDO

immagine

Il ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo dei 350.000 italiani, giuliani, istriani e dalmati

 

GIORNATA DELLA MEMORIA

27 gennaio 2007 Il giorno della memoria

Per non dimenticare

immagine

Dove eravamo?

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, anime tragiche, tragici volti stupiti, adunati come gregge sperduto, chiuso tra cani pastori con sembianze d'uomo.
Latrati incomprensibili davano tremito nascosto alle loro membra, al loro il cuore; la loro anima immobile di terrore, i loro pensieri mortificati da abusi su corpi e anime.
 

Era sempre inverno in quegli anni, anche in primavera e in autunno e in estate.
Dov'eravamo noi, allora?
 

Conducevamo quei treni, tragici forzieri d'umano carico, o li aspettavamo tra la neve, quei convogli? 

Li ho rivisti ieri sera, in bianco e nero, e un attimo eterno di disperazione mi ha investita.
Disarmata e impotente ho sparso inutili lacrime nel guardarli, e ho chiesto un inutile perdono alla vita, per me e per tutti coloro che, allora, calpestarono esistenze innocenti con gli occhi dell'anima bendati.

Ringrazio sentitamente una mia cara e sensibile amica, autrice delle parole. Parole che ho condiviso e chiesto di rendermele disponibili.

 

GRIDO DI LIBERTÀ

immagine

"Signor Presidente, lei si vanta di aver dato al nostro paese una libertà della quale non ha mai goduto, mentre l'unica libertà che ancora non ci è stata tolta è quella di respirare e camminare, per il resto non abbiamo mai vissuto in una situazione peggiore per quanto concerne le libertà individuali e collettive.

Probabilmente non condividiamo il significato della parola libertà.

In una società libera gli studenti non sono cacciati dalle università in quanto dissidenti, non sono pestati regolarmente dai suoi sostenitori perché contrari al suo governo, non si vedono negare il diritto a organizzarsi in associazioni o a pubblicare riviste.

Lei ci ha accusato di essere agenti di potenze straniere, se riuscirà a dimostrare questa sua accusa ci autoimpiccheremo per aver tradito il nostro paese.

Quelle grida che lei ha ascoltato lunedì, non erano voci individuali, era la voce di un popolo che chiede libertà, democrazia e giustizia.

Impari ad ascoltarla."

Lettera scritta dagli studenti dell'Università di Teheran al Presidente Ahmanidenejad  - Teheran dicembre 2006

 

ICH BIN EIN BERLINER! (J. F. KENNEDY 26.6.1963)

Durante la sua visita a Berlino del 26 giugno 1963, il presidente statunitense John Fitzgerald Kennedy pronunciò un discorso toccante. Il suo discorso sarebbe divenuto simbolo della Guerra Fredda:


«Ci sono molte persone al mondo
che non comprendono, o non sanno,
quale sia il grande problema tra
il mondo libero e il mondo comunista.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che
il comunismo è l'onda del futuro.
Lasciateli venire a Berlino!
Ci sono alcuni che dicono che,
in Europa e da altre parti,
possiamo lavorare con i comunisti.
Lasciateli venire a Berlino!
E ci sono anche quei pochi che
dicono che è vero che
il comunismo è un sistema maligno,
ma ci permette di fare progressi economici.
Lasst sie nach Berlin kommen!
Lasciateli venire a Berlino! [...]
Tutti gli uomini liberi,
ovunque essi vivano,
sono cittadini di Berlino,
e quindi, come uomo libero,
sono orgoglioso di dire,
Ich bin ein Berliner! (sono un Berlinese).»

* * *

A berlino ci sono andato nell'agosto del 1971.

Dopo 10 anni dalla realizzazione del "muro" nella notte tra il 12 ed il 13 agosto del 1961.

Il 12 ed il 13 agosto del 1971 ero a Berlino.

Mi sono recato nella parte est della città il giorno 12, con un permesso che mi scadeva a mezzanotte, ho rischiato la chiusura del varco per una sfilata militare che m'impediva l'accesso alla Friederich strasse, unico passaggio per turisti e stranieri.

Il 13 agosto la Berlino comunista celebrava la separazione della città con una parata militare oceanica: celebrava il muro.

Ero là anche il 13 agosto mattina ad assistere.

Honeker sul palco nella Under Der Linden che arringava la folla.

La sua voce severa, dura, autoritaria.

Non avevo mai visto e sentito niente di simile dal vero.

Non capivo le parole ma ne interpretavo la violenza.

Mi sono sentito berlinese anch'io.


Vito Schepisi
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963