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13 dicembre, Santa Lucia

Post n°2290 pubblicato il 13 Dicembre 2022 da vi_di

Per il 13 dicembre c'è chi aspetta doni e chi, dalle mie parti, cuoce i 'Cicci 'e Santa Lucia' e li scambia coi vicini, in memoria dell'uso contadino di un tempo di condividere le granaglie quando il cibo in inverno scarseggiava per tutti.
Essendo io di famiglia contadina, anche a casa mia anni fa c'era quest'uso.
Per fare i cicci di S. Lucia occorrono fagioli, granoturco, grano e ceci secchi, detti cìciri dalle mie parti. I legumi vanno cotti separatamente, avendo essi tempi di cottura diversi, poi si insaporiscono con olio extravergine di oliva e pepàine, i peperoni tondi conservati sottaceto.
Una ricetta povera, semplice, e forse proprio per questo così gustosa.
Ve l'ho proposta non tanto perché, se vorrete, potrete rifarla (e oggi è più facile, visto che le varie granaglie si trovano già cotte), ma per raccontarvi della volta che nonno Michele decise di dirigere lui i lavori di preparazione e cottura.
Ricordo ancora quel 12 dicembre di tanti anni fa; avrò avuto sei o sette anni quando nonno si alzò e sentenziò:
- Mari', mi servino subbito ddoe secchie 'e acqua.
Siccome non avevamo l'acqua in casa l'obbediente Maria, mia madre, andò al pozzo a prendere le due secchie e gliele portò.
Sul focolare non ci stavano più di due trépiti, i poggiapentola da camino, né si sarebbe mai usato il fornello a gas visto il costo della bombola, sicché furono messe a cuocere due qualità di granaglie per volta.
- Papà, mitti prima i cìciri, sinò nun còcino- provò a suggerire mio padre, ma la risposta fu perentoria:
- Statti zitto tu, saccio io com'aggia fa'.
E per dimostrare che sapeva, nonno prese fagioli e grano, già opportunamente lavati da mamma e messi a bagno la sera prima, come d'altronde ceci e granturco, e li mise a cuocere. Per l'ora di pranzo i fagioli erano pronti; il grano abbisognava ancora di un po' di cottura, così, tolti i fagioli, nonno mise a cuocere il granturco.
- Papà, mitti i cìciri, sino' nun còcino!, rilanciò mio padre, ma la risposta nella sostanza non cambiò, dato che nonno esclamò:
- Giova', statti zitto!
Nel primo pomeriggio grano e granturco furono pronti e, finalmente, fu il turno dei ceci.
- 'No paro d'ore e so' pronti!- asserì nonno.
Si fecero le sei di sera e i ceci erano ancora della consistenza dei pallini da caccia.
Le sette, le otto, le nove di sera... Nonno fece la nottata, finì 'na canna 'e lévine* ma i ceci non cossero.
Da quella volta furono acquistati sempre già cotti, ma papà che, come me, tutto sapeva fare tranne che stare zitto, raccontò a parenti, amici e conoscenti la storia con dovizie di particolari. Fu così che i cìciri 'e Michelone diventarono il must della festa e ogni anno, a Santa Lucia, veniva qualcuno a chiedere:
- Zi' Miche', contàtici 'no poco 'o fatto r'i cìciri.
E la risposta era sempre la stessa:
- Fattéllo conta' 'a sòreta, ninni'!
.
*'na canna 'e lévine- all'incirca 4 metri cubi di legna da ardere

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Commenti al Post:
cassetta2
cassetta2 il 16/03/23 alle 02:01 via WEB
I miei nonni litigavano sempre. Mia nonna, pur di avere l'ultima parola ha insultato mio nonno anche nel testamento. E lui per ripicca le ha fatto la lapide sbagliata, le ha aumentato l'eta' di dieci anni.
 
magdalene57
magdalene57 il 16/03/23 alle 09:12 via WEB
Ho letto la tua storia, .mi sembrava di essere davanti al fuoco ad aspettare la cottura di quei ceci: stupendo!! E poi ho letto la storia de nonni...e della lapide sbagliata... che belle risate stamattina!
 
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