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La tassa sui poveri

Non tutti sanno che il gioco del lotto, fin dalle sue origini, veniva anche chiamato la tassa sui poveri (o la tassa sugli ingenui). I giochi pubblici rappresentano delle entrate per l'erario non indifferenti. Entrate che aumentano nei periodi di crisi economica. Già, perché i cittadini, quando perdono le speranze di migliorare la loro situazione finanziaria, tendono ad affidarsi alla fortuna. Ovviamente la maggior parte delle persone ignora che il gioco del lotto non è un gioco equo, e che matematicamente il banco (lo Stato) vince sempre. Giocando una volta si può anche vincere, perché le vie del Signore sono infinite, ma se si gioca regolarmente, non si può che perdere è matematico (nel vero senso della parola). Ragioniamo  un po', chi è che gioca al lotto? I milionari, gli imprenditori, i banchieri (beh quelli tra un po' probabilmente inizieranno)? In pratica attraverso i giochi pubblici (che sono veri e propri giochi d'azzardo) lo Stato tassa i cittadini più poveri e ingenui. Certo il corrispettivo è costituito dalla speranza, dall'illusione, e forse in periodi come questo acquistare un po' di illusioni non è neanche sbagliato. Certamente resta una grande contraddizione, visto che il gioco d'azzardo in Italia è proibito dagli articoli 718 e ss. del codice penale, mentre se il gioco d'azzardo lo gestisce lo Stato tutto diventa legittimo...