Creato da trampolinotonante il 14/11/2008

trampolinotonante

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« L'Ode a Santa Cecilia, ...il frammento e l'aforisma »

Berio, Calvino e la pulce

Post n°100 pubblicato il 21 Settembre 2010 da trampolinotonante

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Karl Spitzweg(1808-1885): Il topo di biblioteca- Olio su tela - 49x30

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Italo Calvino, Luciano Berio e la pulce

L'eccezionale estensione fantastica di Luciano Berio, il grande compositore recentemente scomparso, coniugata alla struttura dell'immaginario dello scrittore Italo Calvino, hanno dato luogo nella seconda metà del secolo scorso ad un'opera che va sotto il nome di Allez-hop! ( Salta, sù ). E' un racconto mimico per mezzosoprano, 8 mimi, balletto e orchestra, strutturato in 6 scene e della durata complessiva di circa mezz'ora. Vi sono contenuti due testi di canzoni dello scrittore, musicate naturalmente da Berio.

 Scrive Luciano Berio: " Italo amava molto le canzoni in genere perché nelle canzoni si capiscono tutte le parole e la musica di una canzone con mezzi assai semplici, sostiene e rinforza  quello che le parole, anch'esse necessariamente semplici, dicono già in maniera esplicita".

La prima rappresentazione di Allez-hop! ebbe luogo al festival della Biennale di Venezia nel 1959 con esito assai incerto. Fu ripresa alla fine degli anni '60 a Bologna e a Roma. In quest'ultima, l'accoglienza fu a dir poco tragica ( anche scontata, direi, a causa della diffidenza preconcetta verso la musica contemporanea). Si era scatenato un po' il finimondo da parte di un " manipolo" di romani. Berio ne uscì con una vertebra incrinata, la stessa sorte toccata a Stravinskij alla prima della Sagra della Primavera,  a Parigi. Allez-hop! affonda le radici nell'amarezza e nell'ironia di Calvino, il quale avverte tutto il disagio nell'irruenza dei bisogni che scompigliano la quiete gerarchizzata del sistema sociale.

 

Allez- hop! è nel contempo apologia e fuga dalla stasi: un quotidiano lacerato e interrotto da punti di accelerazione o ancora un presente sbarrato e privo di futuro e in esso la pulsione di un divergere verso le temperature altissime della Storia. Calvino e Berio demonizzano  quiete e movimento, il quotidiano e la Storia.

Allez-hop! narra di un pubblico che assiste sbadigliando ed estremamente annoiato ad uno spogliarello accompagnato dalle note di una canzone decadente e languida :"...Dalle finestre guardo la città / e resto in casa non si sa perché / masticando chewing- gum /... Ho tutto dalla vita / Vedi un po' cosa c'è alla TV /...Ora mi alzo e prendo dal mio bar / la bottiglia del tonic e del gin /...poi mi risiedo qui....".

 Poi il pubblico osserva l'esibizione di un domatore di pulci. Ad un tratto una pulce ribelle sfugge al controllo del domatore, salta addosso agli spettatori che nervosissimi si dimenano e si agitano. Il domatore disperato cerca di catturare la pulce, ma questa gli sfugge continuamente, esce in strada e salta addosso a Governanti, Ambasciatori, Generali e soldati.

 

Lo scompiglio è totale. Scoppia la guerra.

  

Il domatore con felice intuito fa saltare la pulce sulle donne. Queste si ribellano, fanno la rivoluzione, determinano la fine della guerra e intervengono a sanare le ferite.

La pulce è finalmente catturata. Ma intanto ha figliato! Il domatore, accortosi, rinchiude in una gabbia lei e la prole. La pace è tornata e con essa la noia e gli sbadigli. In un caffè una cantante intona la seconda canzone: "...Sono le ore, sono anni e anni e anni / che siedo accanto a te.../ Son partita con te per seguirti in città / ma se ti parlo non mi rispondi più nulla /....Mi dicevi in città tu vedessi / le vetrine le luci il via vai. / Ora taci e non so dove siamo / L'autostrada non termina mai..." . Il domatore osserva che la gente è divenuta di nuovo annoiata e sonnolenta e allora libera le pulci.

 

" Il domatore adesso ha capito qual è la soluzione..", conclude Italo Calvino.

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Non disponendo del video contenente i brani di Allez-hop, ho inserito due video di pizzica salentina, volendo significare, con il morso della taranta, lo stesso effetto del salto della pulce.

Una pizzica meravigliosa

 

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...e infine questa, dal titolo" Quannu camini tie", uno dei più antichi e belli canti d'amore del Salento,  suonata dal  magnifico gruppo ZOE', la dedico alla luna quando nelle notti stellate inargenta gli ulivi nella mia  vasta campagna natia!

 

 

 

Quannu camini tie, faci na posa,
nu l aggiu vista a nuddhr amante fare.

Vulìa sapere ci la faci ca si puntusa,
o veramente ca la pueti fare.

Ogni capiddhru n ci porti na rosa,
pe forza m hai fattu nnamurare.

E porti l occhi de na miura serpe,
quale pittore te li vose fare.

Se era pittore ieu te dipingeria,
nu ritrattu de tie me n dia de fare.

Alle camere mei me ne lìa purtare,
de notte e giurnu me ne lìa guardare.

Ci quarche giurnu, ieu ca sterìa malatu,
dhru ritrattu guardava e sanarìa.

Cielu ca no cuminci a furminare,
questa donna che mi fa morire

Me faci n girare comu gira lu sule,
me faci vulare comu a nu ceddhru,

E ieu te dicu a tie amante puntusa,
oijme bene, e nu me abbandunare.

 

 

Un caro saluto da trampolinotonante

 
Rispondi al commento:
trampolinotonante
trampolinotonante il 11/10/10 alle 14:32 via WEB
Nonsmetto!!! Hai dato una tua originale interpretazione, di cui la parte più interessante è quella che riguarda il ruolo delle donne nel risolvere il conflitto. E ALLORA SAI CHE TI DICO??? UTINAM!!!!! UTINAM!!!!! VOLESSE IL CIELO, CHE LE DONNE POTESSERO FAR STO MIRACOLO!!!! Ma manco per sogno!!Le donne hanno in sè la vita, danno la vita, gestisconoi, partoriscono, mettono i al mondo i maschi che poi le ammazzano, le violentano, le trucidano!!! Questa è la nobiltà sacrificale della donna!! Non dar tretta che ci siano veramente le donne, come io racconto , che sappiano por fine ad una contesa anche tragica!! Macchè! Generalmente , vedasi Elena, la fanno scoppiare! E' in questo la potenza della donna, dei suoi occhi, delò suo caldo ventre, delle sue lacrime, dei suoi sospiri!! Dico donna per dire con metafora palese, ciò che più ci alletta al mondo, tipo la gloria, il potere, la ricchezza! Ma rendiamocoi conto che la donna non può, dico non può, almeno per ora , prendre su di sè la causa del conflitto e risolverlo. E' roba da "Le rane" di Aristofane e nulla più!Dovrai leggere, secondo me il post in maniera differente! Il Matriarcato forse è stato studiato approfonditamente in qualche libro. Ne parlavo , giusto un'ora fa , con l'amica Re3nata,a proposito del Matriarcato. Ti trascrivo qui il commento che le ho lasciato.____trascrivo___ “ cara renata, vorrei essere più preciso ed esauriente, ma le mie forze son debolissime! Mi spiego. Ho parlato di Matriarcato perchè mi hai fatto venire alla mente un bellissimo libro, come ho pure detto altrove.Il titolo originale di quest'opera, che appare monumentale, è "MUTTERRECHT" (Matriarcato),completato e pubblicato da J.J.Bachofen ( 1815-1887), svizzero e figlio di ricchissimi commercianti. La madre era una donna coltissima.L' Italia ha per prima tradotto INTERAMENTE il libro, usato per le citazioni in tutto il mondo.Adesso brevemente dirò che si tratta di una rassegna enciclopedica di miti e di simboli di ogni parte del mondo. E' un testo classico di Antropologia e di Storia delle Religioni, basato sulla scoperta di uno stadio dell'evoluzione della civiltà, durante il quale il potere sarebbe stato in mano alle donne anzichè agli uomini. Nel matriarcato e nell'amore della madre per i figli( riscontrato in innumerevoli figure di Grandi Madri, prima fra tutte Demetra) Bachofen esalta una sorta di poesia della storia e una fase di grande elevazione morale della vita e del costume.Secondo Bachofen, l'umanità si sarebbe sviluppata da una fase primordiale di promiscuità sessuale e da uno stato matriarcale, improntato a stabilità, sicurezza e serenità, a una fase contrassegnata dalla vittoria del diritto maschile, o paterno,come nelle figure di Apollo e di Augusto. L'angolatura inconsueta delle argomentazioni in un periodo, l'800, completamente su posizioni opposte, scatenò l'ostracismo del mondo accademico. Erano i tempi di Madame Bovary,ecc.... Capirete!!!Bachofen con una erudizione sbalorditiva indaga la situazione sociale della donna non solo nel mondo greco-romano ma anche nelle altre civiltà sparse sul pianeta.L'opera ebbe il plauso di Marx, Engels,Rilke, Hoffmanstal,Broch, Hesse Thomas Mann, Adorno, Erich Fromm, e altri. Naturalmente anche oggi da fastidio.Importanti i passi che trattano del Diritto materno sia nell'antichità sia ai contemporanei- vera e propria scoperta-, i rapporti giuridici connessi al prevalere della donna, ecc...ec...! Insomma occorrerebbe leggerlo!Alcuni concetti oggi sono superati, ma il testo continua a restare l'esempio di un incontro straordinario con la figura della "Mater" e della sua valenza nella conduzione del vivere nel mondo.___Poco ho detto, ma rimando al testo.M'è sembrato opportuno dire tutto ciò….”___ Ecco perché invito tutti alla lettura di questo bellissimo libro che molto potrebbe far causa comune con le donne, per ottenere ciò che fa bene alla pace e alla tranquillità delle genti. Grazie, cara nonsmetto! tt
 
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