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Romeo e Giulietta

Post n°97 pubblicato il 03 Agosto 2010 da trampolinotonante

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Il fatto tragico e la ragione

 

C'è voluta la tragica fine di Romeo e Giulietta per far intendere compiutamente la forza immensa dell'amore.

Così ci vogliono 'ste immense tragedie delle guerre, delle stragi in Africa, delle azioni criminali dei terroristi a qualsivoglia gruppo appartengano, della strage del 2 agosto, del petrolio che fuoriesce dalle punture che si fanno alla Madre Terra, del coprifuoco sulla parola, per far capire quanto terribili e spaventose siano la corruzione, la criminalità, il malgoverno, l'essere senza Dio e senza pietà!!!!

Ci si accorge dell'aria solo quando viene a mancare e si muore soffocati! 

E così per il dolcissimo sapore di un bacio o per l'amore di una persona!

E così, ad esempio, per poter comprendere appieno il valore della libertà,  bisogna perderla,  esserne privi!!!

Ma perchè per poter capire appieno la vera valenza sublime d'una cosa , bisogna passare sempre attraverso il fatto tragico?

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Un caro saluto da trampolinotonante

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I disegni ad inchiostro rosso sono opera di trampolinotonante

 
Rispondi al commento:
Silvio.Perroni
Silvio.Perroni il 09/08/10 alle 03:46 via WEB
Ammazza quanto hai scritto! E ammazza quanti esempi che hai fatto. Ora mi tocca dimostrarti cosa c'entra la mia frase col tuo post e con ogni tuo esempio... Uff... ;-)
Dunque... vediamo un pò... Seguo e rispondo alle tue frasi una per una...

Pensiero speculativo? Perchè lo definisci speculativo? Non mi pare si possa dedurre sistematicamente che il mio pensiero sia speculativo, a partire da quell'unica mia frase. Potrebbe essere, certo, ma ritengo sia una ipotesi alquanto azzardata, non credi?
E vediamo se riesco a dimostrartelo.

Perchè dici che io vorrei eliminare dalla vita le emozioni, l’istinto, il percepire con i sensi,i drammi dell’anima,le gioie, le preoccupazioni, ecc.. a favore della sola conoscenza? Non mi pare di aver detot questo. Anzi, ho aggiunto che la conoscenza è il piacere e passione più intensi tra tutti. Forse avrei dovuto aggiungere che con la conoscenza, la consapevolezza, tutte quelle belle cose che hai elencato prima non solo si vivono come e meglio che se non si avesse conoscenza, ma addirittura si vivono molto, ma di molto più intensamente, perchè se ne conoscono le cause ed i significati profondi, piuttosto che viverle, come spesso accade, inconsapevolmente.
H l'impressione che tu contrapponga i piaceri, le gioie, e tutto ciò che c'è di bello nella vita alla conoscenza, come se scegliendo l'una ci si dovesse obbligatoriamente privare di tutit gli altri.
Non ho inteso questo. Il senso della mia frase era sottilmente diverso, ed ora te lo spiego meglio.
Molto spesso nel corso della nostra vita ci capita di dover scegliere se dedicare del tempo ad approfondire determinate conoscenze, a tentare di rispondere ad alcuni dubbi o perchè che ci balzano alla mente, oppure impiegarlo in qualcuno dei piaceri che la vita ci offre, piaceri dei quali spesso non ne conosciamo provenienza e significato, e quindi le conseguenze del goderne, ma che possiamo comunque godere.
C'è chi sceglie quasi sempre per la conoscenza, chi sceglie un pò una un pò gli altri, e chi invece, e ritengo questi ultimi siano la grande maggioranza, scelgono molto più spesso i piaceri piuttosto che la conoscenza.
Questa scelta porta a due conseguenze importanti: la prima è che ogni secondo che potrebbe essere dedicato ad acquisire conoscenza viene invece investito in altro, quindi si protrae il tempo in cui si vive senza sapere cosa si è e cosa si fà. La seconda conseguenza è che i piaceri che scegliamo, e in generale le azioni che compiamo, le decidiamo con conoscenza limitata, quindi rischiamo molto, non conoscendo a fondo le conseguenze delle nostre scelte, e spesso infati ne restiamo invischiati, dovendo pagarne i danni. Spesso si tratta di danni che coinvolgono noi stessi, altre volte coinvolgono anche altri, a volte creiamo guai veramete seri tutti da soli. Molti dei guai che ci causiamo dipendono dalla sommatoria delle mancate conoscenze delle popolazioni. questo per esempio è un periodo che mi sembra dipenda molto dalla nostra indifferenza, o ignoranza, se vuoi.
Scegliendo invece prevalentemente la conoscenza, possiamo arrivare ad un punto tale di conoscenza, di consapevolezza, che ci permette di godere di quei piaceri, di fare le nostre scelte, in modo opportuno, tale che le conseguenze delle nostrre scelte non portino dei guai a noi stessi o agli altri. Ma sopratutto, proprio perchè ne conosciamo l'essenza, possiamo godere di quei piaceri, e tutto il resto che hai elencato tu, con intensità maggiori, cogliendone tutti gli aspetti.
La ragione permette di acquisire reale conoscenza, ricercando le informazioni giuste. Questa conoscenza permette di evitare i drammi, il fatto tragico, facendo le scelte corrette, piuttosto che scelte che portano a guai come quelli di Giulietta e Romeo, e tanti altri. La ragione ti fa comprendere il valore di una ricchezza che possiedi, come la libertà o l'amore di una donna o l'aria pura, prima che tu possa perderla. Ecco la chiave della mia frase.
La ragione, e quindi la conoscenza che ne deriva, non sono solo materia cerebrale, ma parte del tutto. Se la nostra vita è condotta dalla ragione, dalla conoscenza, allora anche i piaceri di cui godremo ci eviteranno di portarci al fatto tragico, che invece sempre accade quando si scelgono i piaceri senza cognizione di causa, o quando si agisce impulsivamente senza aver imparato a conoscere la propria aggressività, le sue origini, e come controllarla.
Una ragazza che va in discoteca e dopo svariati balli e bicchieri d’alcool, quando esce dal locale con uno appena conosciuto, gli cede e perde la sua verginità alla quale mettiamo il caso, ci teneva tantissimo, è per l'appunto una incosciente, ovvero senza conoscenza. Non vedo quale altra definizione le si possa dare, non credi? E per l'appunto, essendo senza conoscenza, sceglie di ficcarsi in situazioni delle quali non ne conosce i possibili esiti, oppure, anche conoscendoli per sentito dire, sceglie di rischiare, perchè attratta dal motivo per cui i giovani vanno in discoteca e si ubriacano, senza però conoscerlo a fondo, e quindi indifesa rispetto ai possibili danni.
Meglio faceva a decidere di non andarci, in discoteca. Oppure, meglio faceva ad andarci e a non bere tutti quei bicchieri di alcool. Non credo che esista nessun giovane che non sappia le conguenze del bere troppo alcool, no? Eppre lo fanno, perchè peferiscono scegliere il piacere che dona e dimenticare la "conoscenza" delle conseguenze del bere. Ecco un esempio di scelta dei piaceri piuttostoche della conoscenza. Per esempio. Ma possiamo ragionarci ancora sopra, a quesrto esempio.
Conoscendo i pericoli dell'alcool, ma no volendo perdersi questo estremo piacere di ballare appiccicati gli uni agli altri, senza potersi muovere adeguatamente, sudaticci e mezzi soffocati per mancanza d'aria, e coi timpani fracassati, per di più rintronati dall'alcool, questa ragazza avrebbe potuto prepararsi prima, sperimentando in ambiente "sicuro" gli effetti dell'alcool, da sola o con persone fidate, imparando a conoscerlo così, a conoscere se stessa rispetto all'alcool, imparare a percepire il proprio limite di resistenza, ed ancora imparare a mantenere in qualche modo salda la ragione anche con qualche bicchiere in corpo.
Con questa esperienza forse avrebbe avuto la capacità di evitare di donare la sua verginità ad uno socnosciuto, non trovi?
E ancora, conoscendo le possibili conseguenze del bere, ed il rischio del farlo trovandosi in campo aperto, in mezzo ad estranei di tutti i tipi, avrebbe potuto uscire con amici adeguati, dei quali almeno uno "sacrificato" al restare sobrio, e col compito di sorvegliare gli altri, oltre che magari di riportarli a casa sani e salvi.
Così forse, nel momento in cui lei avesse conosciuto un straneo indiscoteca, quell'amico/a sarebbe intervenuto per evitare l'irreparabile.
Ed ancora, visto che ci teneva tanto alla sua verginità, ma visto anche che sappiamo tutti quanto potente sia il sesso, avrebbe potuto decidere di fare col sesso come con lalcool, ovvero di averne esperienza, per quanto possibile rimanendo vergine (ehehe), in ambiente "sicuro", da sola o con persone... emh... fidate... :-) Una tale conoscenza, magari unita all'altra, le avrebbe forse permesso di comprendere quando dire basta ai bicchieri o a quella conoscenza che le avrebbe poi tolto la verginità.
E mi fermo quì, perchè ne potrei dire altre, ma credo che riguardo a questo esempio dovrei aver dimostrato come la conoscenza, dell'ambiente della discoteca, degli effetti dell'alcool, del sesso, avrebbe potuto evitare l'inevitato. Ma tutot sommaot basta quella mia primarisposta, ovvero che quella ragazza è una "incosciente". Cos'altro vuoi dirle? E qual'è il significato della parola "incosciente", se non mancanza di conoscenza? :-))
Infine, quello sconosciuto che ha approfittaot di lei sapendo che era ubriaca, non lo ritieni un "incosciente"? Chi, avendo un minimo di sale in zucca, farebbe l'amore con una ragazza appena conosciuta e ubriaca, se non un incosciente? Oppure un altro ubriaco come lei, che come lei non ha voluto tener conto degli effetti del bere, nè della potenza del sesso.
Altro esempio chiaramente dipendente dalla "incoscienza".
Sappiamo tutti che a fare l'amore si "rischia" di restare incinte.
Se non si è pronti ad affrontare questa evenienza, meglio evitare allora di crearsi le situazioni tali da arrivare al punto di far l'amore, no? Oppure, meglio prevenirsi adeguatamente, informandosi correttamente su tutte le possibilit di contraccezione. Ed anche lì, torna utile l'esperienza del sesso in ambiente "controllato".
Quella donna dovrebbe anche cercare di acquisire conoscenza su come intuire se l'uomo che ha di fronte è capace di collaborare al fine di evitare che resti incinta oppure no.
Ma potrebbe anche capitare che venga stuprata in una situazione effettivamente imprevedibile.
In questo caso il problema è diverso.
Per questa donna in questo caso il fatto tragico è giunto, e obiettivamente non poteva evitarlo.
L'aspetto della conoscenza per evitare quel fatto tragico ora passa però dalla parte di chi lo ha causato, cioè dello stupratore.
Ovvio che chi stupra commette violenza, e chi commette violenza su altri non conosce se stesso, gli altri, e le conseguenze delle sue azioni, ancora più di quella ragazza della discoteca e della donna che resta incinta per non essersi premunita.
In tutti questi casi si tratta sempre di "incoscienza". E come vuoi chiamare quella madre che forza il figlio ad una professione contro la sua volontà, se non una "incosciente"?
Stessa cosa per il gioco d'azzardo. Sappiamo tutti che può diventare peggio di una droga, peggio dell'alcool, valgono quindi le stesse considerazioni. Meglio evitarlo, oppure meglio imparare a conoscere il gioco d'azzardo per gradi, riducendo i rischi al minimo, un pò come per l'alcool e per il sesso, in ambiente "controllatro" e con persone "fidate", "amiche".
Quindi, secondo me, sempre seguendo il filo della tua risposta, chi si rende conto di quello che aveva solo quando l'ha perso, è semplicemente un "incosciente", uno che non ha ragionato a sufficienza su ciò che aveva quando l'aveva, non si è mai fermato a pensare, ad immaginare, la sua vita senza quel bene a cui teneva, preso da altri interessi, piaceri, ecc...
Quindi, non ritenendo il mio pensiero speculativo, non dico, come hai scritot tu, che occorre applicarsi al pensiero speculativo per evitare i drammi. Dico che occorre conoscere. Spero che ora tu sei d'accordo con me che la mia affermazione è inerente al post.
Quale sia la preposizione inattuabile e perchè sia inatuabile, questo non mi pare tu me lo abbia spiegato, o forse mi è sfuggito.
Spero di essermi chiarito ora.
Un saluto Tramp.
 
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