TorineggiandO

Regi decreti per nuovi raggiri

Un Regio Decreto del 1938 (nello stesso anno ne fu emanato uno sulle leggi razziali, già questo darebbe la misura dell’attualità della norma).

L’ordinanza, firmata dal re sciaboletta, disciplina gli abbonamenti alle radioaudizioni ( la tv allora non esisteva naturalmente) e recita all’ articolo1:

“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l'impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radioricevente.”

E' sulla base di questa norma che la Rai ha avuto il coraggio di spedire a migliaia di professionisti ed aziende la richiesta di pagare il canone su computer, smartphone, sistemi di videoconferenza o qualsiasi strumento atto ad intercettare in maniera anche fortuita il segnale della televisione pubblica.

Salvo poi smentire il tutto anche a seguito della sollevazione popolare in rete.

Pare che improvvisamente la Rai si fosse accorta dell'esistenza di Internet, con solo una ventina d'anni di ritardo.

D'altronde questo è solo l'ennesimo tentativo di ramazzare denaro per le esangui casse della televisione di stato: immagino sappiate che la RAI utilizza le informazioni dell'Anagrafe e delle Liste Elettorali per inviare a tappeto richieste di pagamento anche a chi un televisore o una radio non l'ha mai acquistata. E qualche nonnetto, poco abituato ad essere "minacciato" di ispezione casalinga, ci casca ogni volta...

Nessuno che si chieda il perchè la gente è disposta a pagare un abbonamento a sky ma prova un senso di ripugnanza nel pagare il canone della RAI.

Il canone televisivo è un tributo richiesto per finanziare la radiodiffusione pubblica nei vari paesi, permettendo così la trasmissione di programmi con poca o nessuna pubblicità. Tra i Paesi che hanno abolito il canone/imposta ci sono Olanda, Ungheria, Bulgaria, Spagna, Belgio fiammingo, Lussemburgo, Portogallo, Lituania, Lettonia, Polonia, Estonia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia, Russia e Turchia. Pagano invece il canone, ma non hanno pubblicità commerciale: Francia, Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia.

In realtà è una tassa sul possesso dello strumento televisivo o radiofonico e quasi nulla va a finanziare la programmazione televisiva, completamente coperta dagli aiuti di stato e dagli introiti pubblicitari.

Percepite differenza tra le reti RAI e le reti Mediaset, in termini di presenza pubblicitaria? No? E da quando la SIPRA, la concessionaria per la pubblicità in RAI non agisce neanche più in regime monopolistico, Publitalia (si legga Berlusconi) vende spazi anche sui canali pubblici.

Pagare il canone è come pagare il bollo della macchina, insomma.

Non ci porta nessun beneficio particolare ma è dannoso per il portafoglio. Oltre a questo non ci da diritto a nessun servizio e ci espone a rischi di discreta entità se evaso.

Per me la Rai potrebbe affondare anche domani, quelli che salverei stanno giusto in una scialuppa di salvataggio. Gli altri se ne sono già andati. E il direttore della Rai non fa neanche Schettino di cognome.

Ed ora se volete comprare delle vocali, potete indovinare la frase misteriosa: