TorineggiandO

Requiem for Pinokkio

Andare a dormire burattini e svegliarsi in carne ed ossa. Il sogno dell'emancipazione, della liberazione, della perdita dei fili. Questa è in sintesi la storia di Pinokkio, badate bene, non Pinocchio, che vivendo in una favola poteva almeno sperare nel lieto fine.

Il Pinokkio di oggi sogna di liberarsi dai lacci dei doveri, dalla necessità di dipendere dalle cose o dalle persone, dal bisogno di giustificare le proprie azioni.

Non c'è più il prevedibile Mangiafuoco che starnuta quando prova pietà nonostante il caratteraccio. Mangiafuoco ora è la vita stessa, che procede come un treno senza pilota.

Non ci sono più dei Lucignoli riconoscibili, o meglio, ce ne sono troppi e l'offerta di improbabili cuccagne è sempre più ampia ed illusoria.

Le Fate non son più Turchine, mostrano il culo a pagamento e vogliono essere mantenute, non fanno miracoli e raramente muoiono di crepacuore.

Il Grillo Parlante ha lo studio in centro ed il taccuino in mano. Scaduti i 50 minuti avanti un altro paziente.

Gatti e Volpi stanno in Tv o in Parlamento, ma anche nel bar sotto casa. Per dirla tutta, siamo un pò tutti, chi gatto chi volpe.

Le famiglie di Pinokkio sono multiformi, multietniche, multi e talvolta monosesso, sono famiglie allargate, talmente allargate che non se ne vede ne il capo ne la coda.

Il Paese dei Balocchi è come i set dei film western: c'è solo la facciata, dietro il deserto.

I Geppetti li trovate o in qualche bar a sputtanarsi la pensione, o in qualche ospizio, ma molto più spesso in qualche stanzetta dimenticata, ivi relegati dopo aver conferito la paghetta nella cassa comune familiare.

E allora, mi dico, non era meglio rimanere burattini?

Almeno i fili che ti tiravano le braccia li vedevi e avevi la soddisfazione dell'applauso finale.