MUSICAEPOESIA

Angelo e Serenella dialogano in "la fine"

Buonasera a tutti voi....potete gentilmente leggere serenamente questo dialogo? I nostri protagonisti desiderano coinvolgervi in questa fase del racconto.

Pss facciamo silenzio eh?

-“Ciao Serenella”

-“Ciao Angelo” rispose Serenella.

-“ Che ti succede? È da un po’ che non mi racconti ai tuoi amici” disse Angelo

-“ Si scusami, hai ragione ma il tempo è stato un gran avversario in questo periodo”

-“ Eh No! Non si fa così, mi lasci in bilico con la mia storia?”

-“Perdonami Angelo, dai siediti qui vicino a me e leggiamo insieme, ciò che ho scritto tempo fa. Non ti nascondo che qualcosa potrebbe cambiare, tu sei pronto ad un eventuale cambiamento?” ribadì Serenella.

Angelo sollevò le spalle come se volesse cedere dinanzi ad ogni sorta di stravolgimento d’eventi legati ad inaspettate sorprese della nostra autrice.

Indubbiamente Angelo nutriva una grande speranza nello svolgimento della sua storia come credeva che nel quadro dipinto da Serenella poteva risiedere un gran destino, e quasi certamente in quel dipinto vi era la sua vita.

Il nostro caro amico era ben consapevole che ogni desiderio è  incredibilmente abbellito e ove esso si posa  di sicuro non disconosce l’ignoto, pur sapendo che l’universo nella sua grandezza cela un rovescio della medaglia.

Serenella chiese ad Angelo di porre grande ascolto al suo IO ed ascoltare e comprendere ogni singola parola scritta!

Visto e considerato che tutto poteva evolversi anche in eventi avversi.

Spesso ci capita di non riuscire a completare un’opera, un pensiero, oppure una grande speranza che, nutre inconsapevolmente ogni nostro singolo momento di vita ed è proprio quel motivo nascosto dentro gli abissi del pensiero.

Ciò di cui abbiamo bisogno è la serenità: senza di essa vien ben difficile accettare le cose che, in  virtù di ogni nostro ambito sogno non possono certo cambiare gli avvenimenti, manca sempre un briciolo di coraggio che, al cospetto della vita  ne fa l’unica differenza, solo se si abbraccia la saggezza si ritroverà il proprio cammino.

Così Serenella prese i fogli ed iniziò a leggere il racconto:

“Angelo prima di intraprendere questo nuovo viaggio chiese a Stefania e Gabriele di accompagnare Ilaria dai propri genitori.

Il tragitto fu silenzioso ed il nostro giovane, assorto dai suoi pensieri si chiese più volte se fosse giusto cambiare un'altra volta la propria vita.

Una domanda a cui avrebbe risposto in seguito, ora era talmente appagato nell’aver mantenuto la promessa di salvare Ilaria che sorrideva all’alba del nuovo giorno.

Che meraviglia vedere la famiglia riunita, ma ancor più la contentezza di Tommy che, nel frattempo dello svolgimento della vicenda, si era ripreso del tutto!

Poter riabbracciare la sorellina era una gioia impagabile .

L’agente Alfaro si congedò salutando la famiglia dicendo loro che certi eventi non sarebbero più accaduti.

Poche furono le parole dette da Angelo al padre ed alla madre dei bambini, essi compresero appieno la sua decisione nel voler dare una svolta alla sua vita, in fondo bastava guardarlo negli occhi per leggerne le meraviglie interiori!

Dopo quest’estenuante giornata, Stefania ed i suoi nuovi compagni si diressero verso casa.

L’ora del calar della sera preannunciava una meritata cena e la preparazione per il viaggio che, avrebbero affrontato il giorno seguente.

Il piccolo Gabriele osservava i due giovani e non poté evitare una domanda al quanto naturale:

-“Ma voi vi amate?” disse.

Stefania arrossì ed Angelo si passò una mano fra i capelli, ebbe in ogni modo la prontezza nel rispondere a questo curiosone.

-“ Sì Gabriele il mio cuore è rapito da questa dolce fanciulla” disse sorridendo.

-“Allora vi sposate?sei sicuro?” replicò il piccolo.

-“ Credo di si! Ma ora pensiamo a mangiare che ne pensi?”

-“Sai il posto dove vivevo c’era una gran chiesa e le campane suonano allegre”.

Così quella sera nonostante la giornata trascorsa, la cena ebbe un tono vivace e frizzante, la giovane donna era intenta ad alimentare la brace portando a cottura della buona carne montana, mentre Angelo apparecchiava il tavolino fuori al portico guardandosi intorno per ammirare un tramonto straordinario, ma senza farsi in ogni caso distrarre dallo scenario, pensò bene di fare un piccolo brindisi e nel porgerle il calice disse:

-“ che sia di buon auspicio quest’inizio, nelle nostre paure troveremo le certezze dell’amore”.

Magica l’aria, incantevole il blu del ciel ed il sole con i suoi raggi illuminava ancora l’orizzonte infinito, adagiandosi con dolcezza sulle montagne.

Inevitabile lo sfiorarsi era veramente un momento incantato: un dono che la natura in quel momento elargiva ai nostri giovani.

Naturalmente il piccolo Gabriele li guardava stranito, sappiamo bene che l’esuberanza infantile è sempre fonte di sorprendenti azioni, cosi il piccolo prese in mano un tamburello con tanti sonagli, ed iniziò ad agitarlo danzando e saltellando con un’incredibile sincronia.

La scena fu veramente divertente, ed i nostri giovani risero di gusto anche perché lo strumento era molto più grande dell’improvvisato suonatore.

Gabriele dopo poco tempo si addormentò fra le braccia della notte nell’attesa di un risveglio che lo avrebbe condotto su quella montagna.

Angelo guardò negli occhi Stefania e affermò che le parole di Gabriele avevano un suono al quanto dubbioso e ciò fece gelare un po’ il suo animo. A quel punto la giovane donna abbassò lo sguardo e disse che la scena da lei vissuta era stata emozionante e travolgente, come la storia stessa ma non era pronta a fare un passo verso un vero altare.

Forse aveva creduto in un sogno coronato da un grande cavaliere  come Angelo, le parole elargite erano colme di amore, i gesti compiuti pieni di tenerezza e rispetto, sguardi e baci accesi dall’amore.

Tutto ciò non era abbastanza per compiere quel grande passo dell’eterno amore.

Ad Angelo il cuore si fermò per pochi attimi, non questa volta egli non aveva parole, ma solo un forte dolore al petto, una lagrima scivolava silenziosa sulla sua guancia, gli occhi cerulei si spensero nell’oscurità della notte.”

-“Allora Angelo che ne pensi?” disse Serenella.

-“Vuoi che lasci l’amore? I tuoi amici si aspettano che mi sposi” rispose Angelo

Serenella cercò di spiegargli che non era lui in difetto, ma gli eventi errati e ciò che lui avrebbe dovuto fare era proseguire per la propria strada e ritrovare nuovamente la sua forza per superare ogni dolore ed ostacolo, solo in quel momento avrebbe fortificato per l’ennesima volta la sua bellezza interiore.

Stefania non comprenderà questo meraviglioso sentimento, evidentemente in lei aleggia un oscuro passato che, nonostante il tempo trascorso bracca la propria vita facendolo riemergere e soffocando ad ogni sorgere!

La paura corrompe il potere dell’amore, riduce all’inutilità lo splendore del cuore lo trasforma in male e se non si ha quel briciolo di serenità t’induce a sfuggire alla realtà con povera intelligenza.

Giunti a questo punto, vi lascio immaginare il viso di Angelo nel porre ascolto a questo proseguo del racconto.

Chissà cosa sia in verità l’amore e cosa ci spinge a calpestarlo?

L’amore è come un frutto acerbo se colto dall’albero prematuro, ti lascia aspro il palato, ma se è troppo maturo cade al suolo.

L’altra domanda è la seguente:

“Perché Gabriele aveva detto che da dove proveniva c’era una gran chiesa e le campane suonano allegre” ?perché usare il passato?

Troverete sempre le risposte dentro di voi e lunedì prossimo una grande sorpresa per tutti voi, non vi preannuncio nulla proprio per non rovinarla e congedarmi del tutto.

Un caldo e fresco abbraccio per tutti voi.

Serenella