Creato da: francesco_v2 il 05/02/2010
l'ideale ed il reale pensieri in moto perpetuo

i bambini il nostro futuro

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di fronte ad avvenimenti infami

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non vergognarti di denunciare

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diversamente abile, e se toccasse a te?

LA SINDROME DI DOWN NON E' UNA MALATTIA.
LE PERSONE CON LA SINDROME DI DOWN NON CERCANO UNA MEDICINA, VOGLIONO SOLO ESSERE TRATTATE COME GLI ALTRI !!!
IL 93% DEI CONTATTI NON COPIERA' QUESTO MESSAGGIO....
SPERO CHE TU CHE STAI LEGGENDO ORA VOGLIA FAR PARTE DEL RESTANTE 7% CHE METTERA' QUESTO MESSAGGIO NELLA SUA BACHECA !!

 

Due mie vecchie amiche di blog

precedente, della mia vita di prima

insomma... evviva cè l'hanno fatta

hanno pubblicato, io corro a leggerli

sono uno spasso nel loro blog.

questo libro è certamente all'altezza del

loro acume.

Erba e Sara sono felice per voi.

Vi auguro di cuore uno splendido

successo.

 

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Lettera aperta al Presidente Napolitano

Post n°67 pubblicato il 25 Aprile 2012 da francesco_v2

Questo post è il commento lasciato all'articolo pubblicato da affari italiani.it concernente il discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Al Sig. Presidente.

Ad Ella voglio dire che il dissenso ormai diffuso nella maggior parte della popolazione e diretto a questa classe politica e non all’idea di partito o della politica in sè, muove e si ispira ai valori che appartennero alla Resistenza.

Conduce alla protesta ferma e legittima prendere coscienza che il sangue versato per darci una Nazione Democratica e Libera ha condotto invece alla corruzione ed al clientelismo politico, al potere esercitato non per il bene dei Cittadini amministrati ma piuttosto al personalismo e si osserva, spessissimo al delirio di onnipotenza, quest’ultimo elemento veramente trasversale ed unificante delle diverse fazioni partitiche.

Non credo affatto che gli Italiani vogliano mettere in discussione il primario ruolo della politica e dei partiti che di essa sono lo strumento. Ravviso demagogico quindi parlare di antipolitica perché Sig. Presidente se da un lato è vera la disaffezione verso la politica è anche vero il riconoscimento che a questa daremmo  se ne fosse realmente degna.

Non esiste una antipolitica, esiste la primaria esigenza di rinnovo totale della classe dirigente che sappia ripensare la finanza pubblica, la sanità, la scuola, la giustizia e non ultimo la nostra partecipazione in Europa che si è affermata come una unione della finanza e dei mercati e non nella auspicata unione dei Popoli; in buona sostanza serve approntare  un consesso che  sappia ripensare e rimodulare la Nazione sulla base dei cambiamenti epocali che stiamo subendo ed al contempo sconfiggere la corruzione che ha ormai pervaso come le metastasi di un cancro violentissimo ogni organo dello Stato.

Corruzione che qui non va intesa solo come mera percezione illecita di fondi, ma nella sua accezione più vasta che include l’esercizio del potere a fini non esclusivamente dedicati per il Bene Comune.

Disconoscere questa realtà io lo trovo pericolosissimo per la stessa Democrazia.

L’attuale assetto istituzionale si è rivelato nel corso della nostra storia più recente, inadatto a garantire pienamente i diritti dei Cittadini, contribuendo a creare sacche di favoritismi che avvantaggiano taluni a discapito della moltitudine, non è quindi sacrilegio se si arrivasse a parlare oggi di una completa Rifondazione dello Stato Italiano anche attraverso lo strumento di una nuova Costituente però composta da soggetti non provenienti dalla professione politica, composta da soggetti nettati dall’abitudine all’esercizio del potere, consci della debolezza della Carta Costituzionale che fu il frutto del compromesso raggiunto durante il trattato di Yalta; gli scenari che portarono a rendere ragionevole ed accettabile la disciplina delle forme di governo della nazione, oggi sono venute meno ed è da decenni che invece sorge la necessità di far si che la gestione dello Stato sia più efficiente e più vicina ai Cittadini riconoscendo a quest’ultimi la vera, reale imprescindibile sovranità.

Il finanziamento pubblico ai partiti non trovo sia il peccato originale, la ragionevolezza induce ad affermare che la politica ha dei costi che non può anzi NON DEVE sostenere il singolo cittadino dedicato alla politica perché ciò escluderebbe il contributo dei soggetti meno abbienti ma di contro la strenua doverosa difesa della democrazia non può essere scudo per le malefatte di ogni specie.

Concludo Sig. Presidente affermando la convinzione che un cambiamento radicale non può essere imposto dall’alto né può maturare nell’attuale assetto del parlamento, ma cé una cosa che le istituzioni possono e dovrebbero fare, escludendo i sindacati che tutti fino ad oggi hanno convissuto fruendo dei benefici del sottogoverno, coinvolgere la società e uno strumento potrebbe essere l’uso del referendum come   strumento propositivo  quale primo passaggio per addivenire ad una costituente che si formi in un clima di pace e coesione sociale, traendo dai più giovani la linfa creatrice necessaria ad istituire il cambiamento che serve proprio ad affrontare il nostro ma soprattutto il loro futuro.

Con ciò Le sia gradito l’augurio di uno splendido 25 aprile

e con Ogni Osservanza Le porgo i miei Distinti Saluti

Francesco Vecchio

 
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