Creato da: tempodirugby il 08/10/2008
__________ “Let’s have that damned rugby daily dose!” __________ Diario per appassionati a cura di Massimo Coppa Zenari
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Post n°409 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
Annunciate le formazioni – Grande attesa per “the cave man”
E’ indubbiamente una notizia suggestiva: “the cave man”, l’uomo delle caverne, come lo hanno soprannominato gli inglesi per il suo aspetto selvatico e pauroso, è certamente un personaggio mediatico significativo, oltre che un giocatore di notorio livello. Ma il coach Lievremont glissa sull’argomento, evitando ogni commento e limitandosi ad affermare che siamo in presenza di semplice rotazione per far riposare Millo-Chluski. Di seguito la formazione dei “bleus”: 15 Maxime Medard, 14 Julien Malzieu, 13 Benoit Baby, 12 Yannick Jauzion, 11 Cedric Heymans; 10 David Skrela, 9 Sebastien Tillous-Borde; 8 Imanol Harinordoquy, 7 Fulgence Ouedraogo, 6 Thierry Dusautoir, 5 Lionel Nallet (capitano), 4 Sebastien Chabal, 3 Nicolas Mas, 2 Dimitri Szarzewski, 1 Lionel Faure. A disposizione: 16 Alexis Palisson, 17 Damien Traille, 18 Julien Tomas, 19 Louis Picamoles, 20 Romain Millo-Chluski, 21 Benoit Lecouls, 22 Benjamin Kayser. Tre i cambi per l’Australia, rispetto alla partita con l’Inghilterra: Wycliff Palu sarà numero 8 in sostituzione di Brown, in mediocri condizioni fisiche per problemi ad un ginocchio. McMeniman sostituisce Chisholm e va in seconda linea; Alexander sostituisce Robinson come pilone sinistro. Questa la formazione annunciata dal coach Deans: 15 Adam Ashley-Cooper, 14 Peter Hynes, 13 Ryan Cross, 12 Stirling Mortlock (capitano), 11 Drew Mitchell, 10 Matt Giteau, 9 Luke Burgess, 8 Wycliff Palu, 7 George Smith, 6 Dean Mumm, 5 Nathan Sharpe, 4 Hugh McMeniman, 3 Al Baxter, 2 Stephen Moore, 1 Ben Alexander. A disposizione: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 Sekope Kepu, 18 Mark Chisholm, 19 David Pocock, 20 Sam Cordingley, 21 Quade Cooper, 22 Digby Ioane.
Post n°408 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
De Villiers ha rimandato l’annuncio sulla formazione
Haskell sostituirà Croft nella terza linea, e questo è tutto. Quindi, la formazione inglese sarà questa: 15 Delon Armitage, 14 Paul Sackey, 13 Jamie Noon, 12 Riki Flutey, 11 Ugo Monye, 10 Danny Cipriani, 9 Danny Care, 8 Nick Easter, 7 Tom Rees, 6 James Haskell, 5 Tom Palmer, 4 Steve Borthwick (capitano), 3 Phil Vickery, 2 Lee Mears, 1 Andrew Sheridan. A disposizione: 16 Dylan Hartley, 17 Matt Stevens, 18 Simon Shaw, 19 Tom Croft, 20 Jordan Crane, 21 Harry Ellis, 22 Toby Flood. Invece il coach del Sud Africa, De Villiers, deve fronteggiare il grosso problema dell’infermeria troppo piena: basti pensare che, come si è qui già riferito ieri, Du Plessis e Steenkamp sono addirittura tornati in patria. Ed in incerte condizioni fisiche si trovano Habana, Du Preez ed altri. Quindi, è stato rimandato a giovedì la messa a punto e l’annuncio della formazione per sabato: nella speranza che la situazione sia più chiara e più rosea.
Post n°407 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
Oggi due sedute – Gonzalo Canale torna in Francia
Gli allenamenti si sono tenuti presso una struttura messa a disposizione dal team locale, l’Exagerate Rugby Reggio. Alle sedute odierne non hanno partecipato Luciano Orquera e Pablo Canavosio, restati a riposo, mentre Mirco Bergamasco e Gonzalo Garcia hanno svolto un training differente dagli altri. Gonzalo Canale è tornato in Francia, al suo club (il Clermont): non è infatti possibile recuperare in tempo l’infortunio che già gli ha impedito di giocare contro l’Argentina. Domani il coach Mallett renderà nota la formazione ufficiale per sabato.
Post n°406 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
Match celebrativo con un precedente illustre: l’unica volta
E proprio tra team locali britannici ed All Blacks sono state scritte pagine di storia che, oggi, trasfigurano in leggenda: basterebbe ricordare quella volta in cui, era il 1972, la Nuova Zelanda venne sconfitta dai gallesi del Llanelli Scarlets per 9 a 3 allo Stradey Park, che ha chiuso i battenti dopo oltre cento anni di storia. Oppure si potrebbe ricordare, e ricorre adesso proprio il trentennale, che il 31 ottobre 1978 proprio il Munster sconfisse gli All Blacks per 12 a 0: evento celebrato da libri, film, canzoni. Tuttora resta l’unica volta in cui qualcosa di irlandese (a partire dalla nazionale) abbia mai sconfitto la Nuova Zelanda. In quell’occasione l’unica meta della partita fu segnata da uno studente (allora non esisteva il rugby professionistico), Christy Cantillon, mentre Tony Ward la trasformò e realizzò poi due drop (era diversa anche l’assegnazione dei punti: dal 1971 al 1992 la meta valse quattro punti). Tanta storia, tanta suggestione, tanti significati, quindi, stanno dietro al match di stasera, specie perché i popoli britannici hanno un grandissimo senso della nazione e della tradizione, e lo trasferiscono anche nello sport, donandogli un’aura epica. In quel tour del 1978 la Nuova Zelanda vinse tutte le partite, quindi anche contro le nazionali britanniche, perdendo solo quella col Munster, che giustamente è restata nella storia. Tuttavia si ha l’impressione che proprio gli All Blacks vogliano snobbare l’evento, visto che manderanno in campo una formazione largamente rimaneggiata e ricca di “seconde scelte” (e Piri Weepu sarà capitano). Queste le formazioni annunciate per stasera: Munster: 15 Barry Murphy, 14 Doug Howlett, 13 Rua Tipoki, 12 Lifeimi Mafi, 11 Ian Dowling, 10 Paul Warwick, 9 Peter Stringer, 8 Denis Leamy, 7 Niall Ronan, 6 James Coughlan, 5 Donnacha Ryan, 4 Mick O’Driscoll (capitano), 3 Timmy Ryan, 2 Frankie Sheahan, 1 Federico Pucciariello, (Fonti iconografiche: 1)
Post n°405 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
Graham Henry insignito per non aver criticato un arbitro, decisivo nell’eliminazione della Nuova Zelanda ai Mondiali 2007
In quell’occasione, infatti, l’arbitro Wayne Barnes non si avvide di un passaggio in avanti in occasione della decisiva meta francese. Il premio è stato assegnato dall’International Committee for Fair Play (CIFP), cioè il Comitato Internazionale per il fair play, un’organizzazione non governativa ma riconosciuta dalle Nazioni Unite e dal Comitato Olimpico Internazionale.
Post n°404 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
Tutto come previsto…
L’Argentina, invece, è tornata al quarto posto. Questa la classifica aggiornata (tra parentesi la posizione precedente):
2(2) SUD AFRICA 88.45 3(3) AUSTRALIA 86.70 4(5) ARGENTINA 82.82 5(4) INGHILTERRA 82.11 6(6) FRANCIA 80.13 7(7) GALLES 79.58 8(8) IRLANDA 77.18 9(9) SCOZIA 76.76 10(11) FIJI 75.24 11(10) ITALIA 74.64 12(12) SAMOA 72.57 13(13) TONGA 70.05 14(14) GEORGIA 69.43 15(15) CANADA 69.12
Post n°403 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
INFERMERIA PIENA PER GLI SPRINGBOKS Problema-infortuni per la nazionale sudafricana. Il tallonatore Du Plessis ed il pilone Steenkamp non giocheranno, sabato, contro l’Inghilterra, dopo essersi infortunati nel match contro la Scozia.
Post n°402 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
Lo sostiene apertamente il vice-coach degli All Blacks Il rugby moderno è diventato troppo veloce, sostiene Hansen, e gli arbitri sono continuamente in difficoltà nello spostarsi da un capo all’altro del campo, oltre a dover essere in forma fisica perfetta.
Post n°401 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
Lui, neozelandese, in attesa dello scontro con gli All Blacks
Una specie di traditore, quindi, agli occhi del suo Paese, anche se il più grosso traditore, sempre in quell’ottica distorta, resta il coach dell’Australia, Robbie Deans. Oltretutto, la “mission” è quasi “impossible”: gli All Blacks hanno dimostrato di aver rimosso la crisi dello scorso Mondiale; hanno vinto meritatamente il Tri-Nations ed ora si stanno distinguendo nel tour europeo. La loro intenzione, non lo nascondono, è vincere tutte le partite. Anche i precedenti sono negativi: negli ultimi 19 incontri, e si risale fino al 1953, il Galles ha sempre perso contro la Nuova Zelanda.
Post n°400 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
Il casus belli è dato dalla presenza del nazionale Cooper
Post n°399 pubblicato il 17 Novembre 2008 da tempodirugby
English Guinness Premiership
Valgono, quindi, le stesse considerazioni fatte per il campionato transalpino: molti risultati sono sicuramente falsati dall’assenza temporanea dei tanti giocatori di elevato livello, sia inglesi che stranieri. Il Bath conserva la testa della classifica, agguantata nel turno precedente, mentre invece il Leicester perde il secondo posto, nel quale restano gli Harlequins. Sale al terzo posto il London Irish. Di seguito il RIEPILOGO DEI RISULTATI Sale-Worcester 9-17 Bath-Leicester 25-21 Bristol-Northampton 14-13 Harlequins-London Wasps 32-10 Newcastle-London Irish 8-24 Saracens-Gloucester 21-25 LA CLASSIFICA Harlequins 20 London Irish 19 Leicester e Gloucester 17 Sale e Saracens 16 Worcester 10 Northampton e Newcastle 9 London Wasps 7 Bristol 6
Le precedenti mete di Dixon e Browne sembravano aver chiuso la partita: si andava infatti al riposo sull’apparentemente incontrovertibile punteggio di 20 a 3 per il Bath. Ma è proprio vero che nel rugby non si può mai dire, specie a certi livelli: nella ripresa il Leicester appariva trasformato ed era capace di allestire una riscossa strepitosa, che lo portava addirittura in vantaggio, prima della capitolazione finale: Johne Murphy e Mefin Davies andavano in meta e ribaltavano la situazione, almeno fino all’assolo finale di James, giunto praticamente a tempo scaduto. Il secondo tempo vedeva dapprincipio Hougaard, sudafricano del Leicester, rimpolpare il punteggio degli ospiti con due punizioni, ma era la meta di Murphy al 60esimo che davvero dava agli ospiti la sensazione di potercela fare a raddrizzare il risultato; cosa che infatti avveniva, come detto, con Davies: si era sul 21 a 20 per il Leicester; ribaltone temporaneamente avvenuto, ma non consolidato perché l’altro Murphy, Geordan, sbagliava la trasformazione. Per il Bath: mete di Dixon, Browne e James; due trasformazioni e due punizioni di James. Per il Leicester: mete di Johne Murphy e Davies; una trasformazione di Geordan Murphy; tre punizioni di Hougaard. Nel derby londinese, gli Harlequins hanno liquidato i London Wasps per 32 a 10. Già le Vespe sono poca cosa (qualcuno ricorda ancora che sono i campioni in carica?), poi erano anche privi di ben nove nazionali di vario colore e cosa resta? Il nulla che scende in campo a farsi massacrare. Partita tutta in discesa per gli Arlecchini, che concludono il primo tempo già sul 27 a 3. I Wasps non hanno potuto nulla contro lo strapotere dell’avversario. Grandiosa prestazione di Nick Evans (nella foto accanto): l’ex All Blacks ha realizzato una meta, una trasformazione e quattro punizioni. Un grande ritorno, il suo, reduce da un infortunio ai legamenti di un ginocchio occorsogli nella giornata di apertura del campionato. Per gli Harlequins: mete di Guest, Evans e Robshaw; una trasformazione e quattro punizioni di Evans; un drop di Malone. Per i London Wasps: meta di Simpson, trasformazione di Walder e punizione di Staunton. Il London Irish ha espugnato Newcastle per 24 a 8. E’ la quinta sconfitta in sei gare per i Falcons, che davvero cominciano a rischiare il peggio, essendo terzultimi in classifica. Assenze di rilievo da ambo le parti, ma più pesanti per il Newcastle, i londinesi hanno mostrato verve e voglia di vincere, già subodorando il profumo dei piani alti della classifica. Primo tempo più equilibrato, con gli ospiti che andavano al riposo in vantaggio per 10 a 5. Nella ripresa arrivavano le altre, pesanti, segnature a ribadire il risultato. Con Delon Armitage impegnato in nazionale, ci ha pensato il fratello Steffon ad andare in meta… Per il Newcastle: meta di Wilson e punizione di Clegg. Per il London Irish: mete di Thorpe, Steffon Armitage e Danagher; tre trasformazioni ed una punizione di Hewat. I Saracens hanno perso con il Gloucester per 21 a 25. Partita combattuta (primo tempo, 8 a 13), ma che ha visto i Saracens sempre ad inseguire l’avversario. La loro riscossa li porta a realizzare per ultimi la segnatura, ma non è sufficiente. In meta anche Allen, appena rientrato da un lungo infortunio, e Vainikolo, che non sembra risentire psicologicamente dei suoi guai giudiziari (a fine ottobre fu arrestato per aver spedito un ragazzo all’ospedale). Per i Saracens: mete di Allen, Morgan e Vainikolo; due trasformazioni e due punizioni di Lamb. Per il Gloucester: meta di Skirving e meta di penalità; una trasformazione e tre punizioni di Jackson. Il Sale è stato battuto dal Worcester per 17 a 9. I padroni di casa hanno perso un’occasione per scalare la classifica. Primo tempo bloccato nel risultato (6 a 6) e nel gioco: nella ripresa agli ospiti bastano una meta ed un paio di punizioni per portare il bottino a casa. Per il Sale: tre punizioni di Hodgson. Per il Worcester: meta di Talei, quattro punizioni di Matthew Jones. Infine, prima vittoria per il Bristol, fanalino di coda, contro il Northampton per 14 a 13. Il primo tempo si concludeva con i padroni di casa sotto per 7 a 10. La svolta avveniva al 69esimo, quando Luke Eves correva da solo per trenta metri ed andava trionfalmente in meta. Il Bristol resta sempre ultimo, ma è ormai a pochissima distanza dalle dirette concorrenti e ad un punto (sic) dai campioni in carica del London Wasps.
Post n°398 pubblicato il 16 Novembre 2008 da tempodirugby
Rimandata ancora una volta una vittoria che si aspetta
Non si è assistito, comunque, ad un bel match. Gli irlandesi erano giustamente nervosi, sentendo la pressione psicologica della circostanza, stando davanti al proprio pubblico, speranzoso di assistere ad una pagina di storia. I neozelandesi, dal canto loro, benché in campo con la squadra titolare, sono apparsi per lunghi tratti imprecisi, assonnati, confusionari. Bisognava arrivare al 25esimo minuto per sbloccare il risultato: finalmente Dan Carter, incredibilmente impreciso fino a quel momento, riusciva a realizzare un calcio piazzato; al 37esimo rispondeva Ronan O’Gara allo stesso modo. La svolta arrivava proprio alla fine del primo tempo, al 40esimo: il capitano degli All Blacks, McCaw, arrivava in area di meta nell’angolo ed in velocità, ma non riusciva a schiacciare a terra perché Tommy Bowe schiaffeggiava via il pallone. Confortato dalla prova televisiva, l’arbitro decideva che l’azione dell’irlandese fosse assolutamente irregolare. Concedeva quindi la meta tecnica alla Nuova Zelanda e, contestualmente, metteva fuori per dieci minuti Bowe (naturalmente il castigo è slittato direttamente al secondo tempo). Si tornava quindi in campo sul 10 a 3 per gli ospiti. Gli irlandesi restavano inchiodati su quella solitaria punizione di O’Gara. Toccava ora ai neozelandesi giocare in scioltezza: si capiva che il match aveva svoltato, e da quel momento diventava tutto in discesa per gli ospiti. Seguivano altre due mete con relativa trasformazione ed una punizione. Non è stato il modo migliore, per il capitano irlandese Brian O’Driscoll, di festeggiare la sua cinquantesima presenza in nazionale. Per l’Irlanda: una punizione di O’Gara. Per la Nuova Zelanda: una meta di penalità, mete di Ma’a Nonu e Thorn; due trasformazioni ed una punizione di Carter.
Post n°397 pubblicato il 16 Novembre 2008 da tempodirugby
Un brutto infortunio gli fa perdere i sensi ed uscire dal campo. Espulso l’autore del fallo LA FRANCIA ABBATTE I PACIFIC ISLANDERS,
Infatti l’evidente nota negativa della brillante prestazione francese è stata costituita dal brutto infortunio patito da Elissalde, uscito dopo un vergognoso placcaggio irregolare del gigante Nalaga, immediatamente espulso dall’arbitro. Il francese ha perso conoscenza e si è temuto il peggio. Tenuto tutta la notte sotto osservazione, pare che la situazione sia sotto controllo: ma Elissalde non potrà giocare sabato prossimo, ed è notizia di oggi che sarà sostituito da Tomas. Nel momento in cui i Pacific Islanders restavano in quattordici, stavano conducendo per 6 a 3. Ed il primo tempo li vedeva soccombere appena per 17 a 12. Poi, nella ripresa, i francesi dilagavano. Per la Francia: mete di Szarzewski, Tillous-Bordes, Heymans, Picamoles e Medard; quattro trasformazioni e tre punizioni di Skrela. Per i Pacific Islanders: meta di Taione e quattro punizioni di Bai.
Post n°396 pubblicato il 16 Novembre 2008 da tempodirugby
Grandissima delusione nell’ambiente della Rosa
E’ un risultato che i tifosi inglesi stanno vivendo molto male. Lo stesso coach Martin Johnson ha abbandonato Twickenham scuro in volto. Tuttavia bisogna pur dire che la selezione della Rosa ha fatto ben poco per vincere o, quantomeno, per meritare la vittoria. Ma la cosa che, sicuramente, fa più male ai padroni di casa è che i Wallabies hanno fatto poco di più. Insomma, se non si fosse capito è stata una partita strana, molto basata sui calci piazzati e dove alla fine ha vinto chi ha sbagliato di meno. In pratica l’Australia non ha avuto bisogno di impegnarsi più di tanto, per cui si potrebbe persino dire che non sono chiare le potenzialità attuali di questa squadra, la quale si presentava oltretutto priva di svariati titolari, rimandati anzitempo in Australia per infortunio o che hanno lasciato il team da qualche settimana causa ingaggi europei. Dopo la vittoria con i Pacific Islanders l’ambiente inglese sperava che si potesse costruire qualcosa di concreto su quelle basi, che si potesse cominciare una nuova era. Ancora una volta, bisogna rimandare queste speranze. La nazionale di casa ha mostrato lacune in tutti i settori, e specialmente è apparsa incapace di organizzarsi. Ha dominato il gioco, ma è stato un possesso sterile: e non c’è niente di più triste, nel rugby, di un dominio infruttifero. L’Australia, ad un certo punto, si è limitata a sfruttare l’indisciplina avversaria e la messe di calci piazzati che ne è derivata. Con gente come Mortlock e, specialmente, come Giteau, i Wallabies possono ben vivere di rendita a colpi di punizioni. Dall’altro lato, invece, il cecchino Cipriani ha dimostrato di non essere in serata. L’Inghilterra andava per prima in vantaggio con un drop di Armitage; ma poi l’ottusa indisciplina inglese portava Giteau a trasformare quattro punizioni nel primo tempo; si arrivava sul 12 a 3 per gli ospiti, quando i padroni di casa riuscivano a limitare i danni con una meta di Easter che fissava il punteggio sul 12 a 11 per i Wallabies al momento di andare al riposo. Nel secondo tempo buona ripartenza per l’Inghilterra, ma ancora troppa fallosità e gioco spezzettato. Risultato: ancora Giteau sugli scudi e, quindi, una meta australiana chiudeva il discorso. Si apre ora un processo che vedrà il coach Johnson giudicare i suoi uomini, ma anche i media ed i tifosi giudicare la Rosa. Per l’Inghilterra: meta di Easter, due punizioni di Cipriani ed un drop di Armitage. Per l’Australia: meta di Ashley-Cooper, una trasformazione e sei punizioni di Giteau, una punizione di Mortlock. (Fonti iconografiche: 1)
Post n°395 pubblicato il 16 Novembre 2008 da tempodirugby
Un infortunio a Paterson costa dodici punti decisivi
L’estremo scozzese è uscito dopo una botta alla guancia sinistra, che l’ha portato persino a sanguinare. Visitato in serata da uno specialista, è stata esclusa la necessità di un intervento chirurgico. Probabilmente potrà già essere in campo la settimana prossima contro il Canada. Sconfitta di misura, quindi, su cui la selezione padrona di casa ha molto da recriminare. Tonica, determinata, ben disposta in campo, la Scozia ha fatto vedere il meglio di sé, come da tempo non capitava. Tuttavia è anche giusto sottolineare che il Sud Africa ha fornito una prestazione scialba, confusionaria, molto al di sotto di quanto era nelle sue possibilità e di quanto fatto vedere nel Mondiale vinto nel 2007, e cioè un anno fa, non nella preistoria. Insomma, ancora una volta abbiamo visto gli Springboks fallimentari dell’era de Villiers… A parte l’infortunio a Paterson, il primo tempo si chiudeva bene per la Scozia, che andava al riposo conducendo per 10 a 0, grazie ad una meta di Nathan Hines, trasformata da Godman (appena rientrato in campo dopo essere temporaneamente uscito per sanguinamento), ed a cui seguiva una punizione realizzata dallo stesso Godman. Va detto, senza offesa, che Godman ed anche Dan Parks non sono Paterson: ed infatti in totale saranno ben quattro le punizioni fallite, per complessivi 12 punti. La qual cosa fa davvero la differenza nel risultato, se consideriamo che gli scozzesi sono stati battuti per quattro miseri punti di scarto. I sudafricani erano costretti sulla difensiva da un avversario costantemente in attacco e che non mostrava alcun timore reverenziale. Solo nel secondo tempo gli Springboks rientravano in partita, con due punizioni di Pienaar, a cui seguiva, al 56esimo minuto del match, la meta di Fourie. Meta non trasformata e punteggio sull’11 a 10 per gli ospiti. Dopo un errore di Godman su calcio piazzato, era ancora Pienaar a concretizzare una punizione. Il punteggio si fissava quindi sul 14 a 10, e così restava fino alla fine. I campioni del mondo inanellano un altro risultato vittorioso nell’emisfero boreale, ma hanno poco da festeggiare, avendo ancora una volta mostrato i loro limiti attuali. La Scozia è la vincitrice morale di questa partita anche se, come è noto, di vincitori morali sono piene le tombe. Per la Scozia: meta di Hines, una trasformazione ed una punizione di Godman. Per il Sud Africa: meta di Fourie, tre punizioni di Pienaar.
Post n°394 pubblicato il 16 Novembre 2008 da tempodirugby
Top 14 senza nazionali FRANCIA: TOLOSA E PERPIGNAN IN VETTA
Giornata atipica, falsata dall’assenza dei giocatori da nazionale, impegnati nei vari test match novembrini targati IRB: questo è un fattore da considerare, nel momento in cui analizziamo esiti che appaiono sorprendenti. Questo il riepilogo dei risultati:
I padroni di casa hanno sprecato la possibilità di svettare solitari in cima al Top 14: sarebbe bastato il punto bonus, ma date le premesse appare utopia immaginarne la conquista… Il Tolone dell’ex, contestatissimo, All Blacks Tana Umaga ha dominato il match e l’ha condotto per lungo tempo, chiudendo il primo tempo in vantaggio per 13 a 8. Uno scarto minimo, ma che non rende l’idea dell’andamento della gara, con gli ospiti sempre tonici ed in attacco, ed i padroni di casa che andavano incontro ad uno stallo psicologico causato dalla sorpresa e dalla paura di perdere per la prima volta, questa stagione, davanti al proprio pubblico. Ad andare in vantaggio sono stati per primi gli uomini del Tolone, con un drop di Ai’i al quarto minuto. Situazione rovesciata dal Tolosa, che andava per primo in meta e, però, finiva in svantaggio al riposo. Nel secondo tempo il Tolosa produceva una tensione offensiva più concreta ma, comunque, doveva soffrire fino ad un minuto dalla fine. Se il Tolone avesse vinto, non avrebbe rubato niente. Per il Tolosa: mete di Fritz e Kelleher, una punizione di Michalak e due di du Toit. Per il Tolone: mete di Ai’i e Rooney, una trasformazione di Pisi, una punizione ed un drop di Ai’i. Il Perpignan ha battuto il Biarritz per 27 a 12, conquistando la vetta della classifica. E’ stato un match a senso unico, sempre dominato dal Perpignan, capace di organizzare convincenti azioni offensive, realizzando tre mete a zero. Una squadra con cui bisogna ora fare i conti. Per il Perpignan: mete di Chouly, Plante e Candelon; tre trasformazioni e due punizioni di Mele. Per il Biarritz: tre punizioni ed un drop di Yachvili. Il Bourgoin ha perso in casa col Bayonne per 9 a 13. Gli ospiti hanno vinto con merito e grazie ad una difesa rocciosa, ma è stata una partita lenta e con una sola meta. Il Bourgoin ha chiuso già la prima frazione di gioco perdendo per 6 a 10. Nel secondo tempo la distanza nel punteggio è rimasta inalterata, con una punizione per parte e tanta noia. Per il Bourgoin: tre punizioni di Boyet. Per il Bayonne: meta di Bolavucu, una trasformazione e due punizioni di Edmonds. In una sfida da bassifondi della classifica, il Castres ha schiacciato il Mont de Marsan per 26 a 6. Una vittoria che da al Castres una bella boccata di ossigeno, consentendogli di risalire la classifica, anche se resta ancora in zona pericolo. Un’ulteriore mazzata ai derelitti del Mont de Marsan, fanalino di coda. Tuttavia il Mont ha mostrato di non avere timori reverenziali, ma ha dovuto soccombere innanzitutto per la mole di errori commessi. Le mete decisive per i padroni di casa sono giunte solo a secondo tempo avanzato. Per il Castres: due mete di Tekori, due trasformazioni, tre punizioni ed un drop di Teulet. Per il Mont de Marsan: due punizioni di Arrayet. Clamoroso pareggio in extremis del Dax, che ha recuperato per 20 a 20 un match che stava perdendo contro il Montauban. Grazie alla meta del figiano Nanuku al 65esimo, i padroni di casa hanno raddrizzato una partita che stava finendo per loro nel peggiore dei modi. Due mete a testa, equamente distribuite per tempo, ed una sfida a colpi di calci piazzati tra i rispettivi tiratori, hanno dato vita ad un match brioso e ricco di colpi di scena. Per il Dax: meta di Nanuku, meta di penalità; due trasformazioni e due punizioni di Vignau-Tuquet. Per il Montauban: mete di Audy e Audrin, due trasformazioni e due punizioni di Fortassin. Il Brive ha piegato il Clermont per 18 a 16 grazie ad una selva di punizioni mirabilmente realizzate da Andy Goode delle quali l’ultima, decisiva, al 74esimo. Il Clermont ha dato vita a qualche azione ragionata in più, ed ha infatti segnato una meta, dovendosi infine arrendere per un dettaglio nel punteggio. Per il Brive: sei punizioni di Goode. Per il Clermont: meta di Vermeulen, una trasformazione e tre punizioni di Brock James. (Fonti iconografiche: 1)
Post n°393 pubblicato il 15 Novembre 2008 da tempodirugby
E capitan Parisse: “Siamo amareggiati” ONESTO MALLETT: "SONO DELUSO, ABBIAMO SBAGLIATO TROPPO"
In sala stampa Nick Mallett spiega: “Siamo stati troppo nella nostra metà campo e non abbiamo giocato come dovevamo sulla trequarti”. E ancora: “I calci piazzati? In settimana ci abbiamo lavorato, ma abbiamo sbagliato lo stesso. Mi spiace, perché così la squadra non ha capitalizzato il gran lavoro fatto in mischia e in touche”. Il capitano Parisse dice: “Siamo amareggiati per l’esito di un incontro che volevamo fortemente portare a casa. Mischia e touche hanno migliorato il rendimento rispetto alla partita di una settimana fa contro l’Australia, ma purtroppo non siamo stati capaci di sfruttare la superiorità che i nostri avanti hanno dimostrato. Paghiamo un’eccessiva indisciplina e qualche errore di troppo che, nel finale del primo tempo, ha permesso ai nostri avversari di chiudere in vantaggio al giro di boa del match”. Inoltre, conclude l’italiano nato a Mar del Plata, “abbiamo giocato troppo nella nostra metà campo: difficile vincere in queste condizioni! L’Argentina è stata abile a non esporsi troppo e noi abbiamo concesso troppo spazio a Hernandez in occasione della meta che ha chiuso il match”.
Post n°392 pubblicato il 15 Novembre 2008 da tempodirugby
Una brutta partita in generale, una pessima prestazione Non sono bastati lo stadio Olimpico di Torino stracolmo di tifo e colori azzurri ed una giornata solare per dare ai nostri quella carica che, innanzitutto e purtroppo, è mancata per prima. Gli svarioni difensivi, le approssimazioni, gli errori di handling, l’attacco alla viva il parroco: le considerazioni tecniche devono essere fatte, ma l’impressione è che, prima di ogni altra cosa, siano mancati cuore e grinta. Insomma, dopo la bella prestazione con i giganti australiani, persa a causa di un errore arbitrale, l’Italia è ritornata un’Italietta. Che peccato, che disdetta! La rabbia aumenta se consideriamo che l’Argentina non si è dimostrata poi questa gran cosa. Forse è il tifoso che parla, però questa è l’impressione. Era una squadra non trascendentale, che potevamo e dovevamo domare. Ora i Pumas torneranno al quarto posto nel ranking mondiale, e noi scivoleremo oltre il decimo (che pure abbiamo tenuto per un bel po’ di tempo), e cominceremo a slittare fra i simpatici “dilettanti” come Fiji, Tonga, Samoa, Georgia (!) e Canada… Latinos non eccelsi, dunque, e lo si è visto specialmente nel primo tempo. E’ stato un match dove, alla fine, ha vinto chi ha sbagliato un po’ di meno e saputo fare qualcosa in più. Certo non è stata una gara dove si sia visto un rugby stellare, veloce o spettacolare: al contrario, è stato tutto uno sporco arrancare di mischie, un flipper di punizioni per lo più fallite e di calci di allontanamento, una miseria di battaglie di trincea. Stranamente, proprio la mischia ci ha dato qualche soddisfazione: tutt’altra storia rispetto a sette giorni fa, quando quel settore ci aveva fatto soffrire. Un po’ (ma solo un po’) meglio è andata anche la touche. La manovra degli Azzurri è stata sempre lenta, contratta, senza fantasia, senza slancio e troppo fallosa. La prima frazione di gioco mostrava già tutti i limiti del match. Una punizione fallita (incredibile, ma vero) da Hernandez faceva correre un brivido lungo la schiena degli Azzurri e dei tifosi, ma l’Argentina si rendeva subito conto che c’era bisogno di un altro cecchino e sceglieva di far tirare il pericolosissimo Contepomi da quel momento in poi: una scelta assolutamente indovinata. Doveva arrivare il 25esimo per sbloccare lo 0 a 0, ma erano i Pumas a farlo, su calcio piazzato firmato Contepomi. Ci si aspettava la risposta del nostro Marcato, ma il ragazzo, nei minuti successivi, sbagliava un drop (la sua specialità!) e due punizioni non difficilissime. Era però sempre Marcato, al 30esimo, a pareggiare su punizione. E ancora Contepomi ci castigava, al 39esimo ed al 42esimo: e castigava nel vero senso della parola, perché andava a punire errori e fallosità perfettamente evitabili con un gioco più quadrato e meno affannoso. Si andava quindi negli spogliatoi sul 9 a 3 per gli ospiti, ed un’amarezza appena lenita dalla speranza di una riscossa. Ma la sensazione, francamente, era assai negativa: si aveva proprio l’impressione che la musica non sarebbe cambiata. Purtroppo gli sviluppi avrebbero assecondato e confermato questo timore. Al terzo minuto del secondo tempo ancora Contepomi realizzava una punizione, compensata al quinto da un drop di Marcato. L’Italia si trovava pure in superiorità numerica, a causa del cartellino giallo inflitto dall’arbitro a Roncero al settimo minuto. Ma la superiorità non serviva a nulla, perché Carballo andava in meta su azzeccatissimo lancio di Hernandez al decimo minuto. Trasformava Contepomi e l’Italia si trovava ormai sotto per 19 a 6. Non un cappotto, per carità, e di tempo ce n’era ancora: nel rugby trenta minuti sono un’eternità dove tutto può ancora succedere. Ma ci vogliono le premesse. Ci sarebbe voluta un’altra Italia, non quella che si è vista oggi. Mai, nemmeno per un momento, si è avuta la sensazione che potessimo svegliarci, che potessimo farcela, che potessimo costruire qualcosa. E’ stato un deserto, assolutamente scoraggiante. Mallett cercava di rimediare avviando un valzer di sostituzioni: Travagli all’undicesimo al posto di Canavosio, Lo Cicero per Aguero al 12esimo, Orquera al 22esimo al posto di Marcato, Ghiraldini per Ongaro al 24esimo, Reato al posto di Del Fava al 26esimo, Perugini per Nieto al trentesimo. Al 14esimo Marcato segnava ancora su punizione, rintuzzato da Contepomi al 35esimo. Il tempo passava, la partita si avviava alla conclusione e la distanza nel punteggio restava inalterata. A tempo scaduto, con Carballo allontanato dall’arbitro, arrivava la segnatura per l’onore della bandiera: dopo una mischia, Parisse passava a Garcia, che serviva Masi, il quale andava in meta e contribuiva, paradossalmente, a lasciarci con l’amaro in bocca. L’Argentina ha vendicato la sconfitta interna subita ad opera dell’Italia a giugno. Un 13 a 12 che, davvero, ormai sembra un sogno ed il cui ricordo trascolora nella leggenda. Per l’Italia: meta di Masi, un drop e due punizioni di Marcato. Per l’Argentina: meta di Carballo, una trasformazione e cinque punizioni di Contepomi.
Post n°391 pubblicato il 15 Novembre 2008 da tempodirugby
Non solo Italia, oggi
Oltre ad Italia-Argentina (ore 14.30, diretta solo su La 7), si terranno diversi altri incontri tra le migliori nazionali del mondo (dirette e differite su Sky). Ieri sera c’è stato Galles-Canada (vedi QUI). Oggi pomeriggio si disputeranno: Inghilterra-Australia Scozia-Sud Africa Francia-Pacific Islanders Irlanda-Nuova Zelanda
Post n°390 pubblicato il 15 Novembre 2008 da tempodirugby
Top 14 / Se oggi il Tolosa vince, aumenterà il distacco
Continua la crisi, improvvisa ma devastante ed oramai persistente, dello Stade Français che, nell’anticipo di ieri sera, ha perso a Montpellier per 26 13. Il Montpellier sale così al quinto posto nella classifica provvisoria (oggi le altre partite), ma il Tolosa, che divide il primo posto con i parigini, può facilmente distanziare lo Stade, visto che deve giocare in casa contro i derelitti del Tolone. Ovviamente l’incontro di ieri è falsato, specie per lo Stade, dall’assenza dei giocatori impegnati nelle varie nazionali di riferimento: specialmente, guarda caso, Italia ed Argentina, che si affrontano oggi. Bisogna onestamente usare questa chiave di lettura, per spiegare la terza defaillance consecutiva dei parigini. I quali, però, erano partiti più che bene, con una punizione ed una meta nei primi minuti. Ma il Montpellier, paziente, aspettava che si spegnesse quello che era solo un fuoco di paglia. Da quel momento, infatti, lo Stade Français praticamente abbandonava il match, incapace di rendersi pericoloso e di aumentare significativamente le segnature. Già nel primo tempo i padroni di casa ribaltavano la situazione. Ripresa caratterizzata solo da qualche calcio piazzato: il minimo sforzo, da parte del Montpellier, per conservare e gestire il risultato. Per il Montpellier: mete di Tomas e Welsh; due trasformazioni e tre punizioni di Todeschini, una punizione di McHugh. Per lo Stade Français: meta di Gasnier, una trasformazione ed una punizione di Oelschig, una punizione di Gasnier.
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