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__________ “Let’s have that damned rugby daily dose!” __________ Diario per appassionati a cura di Massimo Coppa Zenari
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Post n°411 pubblicato il 18 Novembre 2008 da tempodirugby
L’ennesimo pretesto con il quale le autorità sportive continuano a distruggere il ricordo di un passato di vittorie
Non bastava la defenestrazione di un coach appena laureatosi campione del mondo e la scelta di un altro solo perché di colore (come ufficialmente ammesso dalla Federazione), con lo scopo di dare un “segnale” anti-razzista (sic); ora è il turno dello Springbok. La caratteristica antilope saltatrice sudafricana, emblema della nazionale (i cui membri sono notoriamente soprannominati “Springboks”) dovrà essere ridimensionata, e forse in seguito sparirà. Sulle maglie verde-oro comparirà la “protea”, un caratteristico fiore locale. Dopo una riunione congiunta tra Oregan Hoskins, boss della SARU, ed il ministro dello Sport, Stofile, è stata annunciata la novità. Una legge nazionale, che sarà presto approvata, deciderà definitivamente i dettagli tecnici e la sorte della piccola antilope. Quanto sta accadendo è solo l’ennesimo segnale da un Paese che, dopo decenni di vergognoso apartheid contro la popolazione di colore, sta ora virando verso un apartheid di segno opposto. Da un eccesso all’altro, la peggior politica è entrata nello sport sudafricano, inquinandolo pesantemente. Non capisco cosa c’entri lo Springbok con il passato razzista del governo bianco. La nazionale di rugby era una volta preclusa ai neri: ma vigeva un intero sistema legale di separazione razziale. Ringraziando il Cielo quei tempi sono finiti da un pezzo: c’è il suffragio universale con il quale tutti eleggono istituzioni democratiche rappresentative. Il rugby è stato aperto a tutti ed in nazionale ci sono diversi giocatori di colore. Che colpa può avere un’antilope stilizzata per un passato doloroso? Se questo è il metro adottato per una banalità come un emblema su una maglia, dove si andrà a finire per le questioni veramente serie?
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