San Francesco di Assisifratello Sole e Sorella Luna Altissimu, onnipotente bon Signore, Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu te mentovare. Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumeni noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione. Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si', mi' Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. Laudato si', mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore et sostengono infirmitate et tribulatione. Beati quelli ke 'l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po' skappare: guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. (Cantico delle creature di San Francesco d'Assisi) SINDONE
La figura di Goffredo de Charny, signore di Lirey, in Champagne, sembra uscire direttamente da un racconto cavalleresco. È tra le mani di questo eroico cavaliere che la Sacra Sindone fa ufficialmente la sua apparizione in Francia. Dopo una vita di avventure improntate ai più alti ideali della cavalleria medievale (ed intorno alle quali il nostro scriverà un libro di buon successo, sorta di manuale del perfetto Chevalier), nel 1355 viene incaricato dal re di portare il suo stendardo di battaglia. ANTICA SEDE
Nel 1102, il Re di Gerusalemme Baldovino II, concesse hai cavalieri di Cristo la custodia del Tempio di Salomone e la residenza nel monastero fortificato di Nostra Signora di Sion situato a finaco al Tempio, con il passare degli anni il numero dei cavalieri aumentò, cosicchè dovettero trasferirsi a pochi metri, andando ad occupare tutta l'area di quella che era la spianata del Tempio di Salomone, ossia l'area fra la Moschea della Roccia e la Moschea di Al-Aqsaa. A questo punto il loro nome fu cambiato in "Ordine dei Cavalieri di Cristo a Cavalieri del Tempio di Gerusalemme".
Il Krak dei cavalieri , così chiamato, imponente ancor oggi nonostante i millenni, sorge su un colle di 750 metri , conquistato nel 1109 da Tancredi di Antiochia; fu ceduto in seguito all’ordini cavallereschi. È un castello quasi senza fine, robusto; solo lo spessore della prima cerchia di mura è di 24 metri, la seconda cerchia domina la prima ed infine vi è un robusto mastio che controlla tutte e due; in pratica compongono il krak tre castelli costruiti uno sull’altro ed indipendenti tra loro. Il Krak era considerato il castello più grande tra le tante fortezze -forse il più bello del mondo-, nella valle della Becaa. Il suo nome in arabo significa dunque fortezza, “Karak”, cardine della difesa del porto di Tripoli e della valle d Becaa, inserito come un anello in una collana tra le cui maglie splendevano i castelli della Santa Milizia Templare. templari lungo la via Francigena Templari in PugliaCastel del Monte All'interno del cortile c'era una vasca ottagonale monolitica che serviva per contenere l'acqua; sotto il cortile vi era una cisterna grandissima. Su cinque delle otto torri c'erano cinque cisterne pensili collocate proprio su quelle torri dove c’erano i servizi igienici. Le cisterne raccoglievano l’acqua e quando erano troppo piene c’era un troppo pieno che scaricava fuori. Il terrazzo del castello è fatto a dorso d’asino: l’acqua che scorreva verso l’esterno riempiva queste cisterne, l’acqua che scorreva verso l’interno riempiva la cisterna situata sotto. Ciò dimostrerebbe che Castel del Monte non è un castello di difesa ma un edificio costruito come un Tempio.Fedeico II, Ordina la costruzione del castello nel gennaio del 1240 e muore nel 1250: c'erano dieci anni di tempo per terminare la costruzione del castello. Alla costruzione del castello hanno lavorato maestranze altamente qualificate come dimostrato dalla costruzione architettonica che è un gioiello di matematica. Le pareti del piano superiore erano tutte rivestite di marmi preziosi che sono stati rubati assieme a sculture e bassorilievi. In quel momento storico particolare in Puglia vi era una presenza molto massiccia dei Cavalieri Templari, i monaci guerrieri i quali erano padroni di tutta la Puglia come dimostrano le numerose testimonianze dal Foggiano al Leccese. La Puglia era una delle dieci province dei Cavalieri Templari disseminate dal centro Europa fino al medio Oriente e in più la Puglia a quel tempo era la cerniera tra oriente e occidente. RE RUGGERO IIJolly Roger". La tradizione vuole che questo vessillo venisse utilizzato anche a bordo delle navi dei "Poveri Soldati di Cristo e del Tempio di Salomone", come i Templari erano conosciuti originariamente. I Templari combattevano le loro battaglie anche in mare, abbordando ed affondando le navi nemiche: di qui l'analogia coi Pirati e l'adozione della bandiera col teschio e le ossa, la bandiera usata da re Ruggero II di Sicilia (1095-1154). Ruggero era un famoso Templare e di una flotta di seguaci dell'Ordine si separò in quattro unità indipendenti, quindi era una eredità, e le sue ossa incrociate rappresentavano un chiaro riferimento al logo templare della croce rossa con le estremità ingrossate.sempre legata ai Cavalieri Templari. La notte del 13 Ottobre 1307, prima dell'arresto di massa, in gran segreto, 18 galee templari navigarono lungo la Senna e presero il mare, dirette a La Rochelle, dov'era pronta una flotta templare. I Templari, segretamente avvertiti del tranello teso nei loro confronti dal Re Filippo il bello di Francia, avevano portato in salvo il loro Tesoro e le reliquie più preziose. Le loro vele erano state annerite con del catrame per non essere visti nella notte. Durante il viaggio in mare, i Templari superstiti si riunirono in consiglio per decidere sotto quale segno avrebbero navigato, non potendo più utilizzare la classica croce rossa in quanto ormai bandita. Al termine, fu decisa l'adozione dell'antico simbolo di pericolo, il teschio con le tibie incrociate, con il fondo mutato in nero in riferimento al colore delle vele. Portogallo tomarORDINE SUPREMO del CRISTO E’ il più prestigioso fra gli Ordini Equestri Pontifici, riservato solo ai Sovrani ed ai Capi di Stato, di fede cattolica, che si siano resi particolarmente benemeriti verso la Santa Sede. L’ Ordine venne creato da Dionigi I re del Portogallo ( 1279 - 1325) e dedicato a Cristo, riunendo in tale Ordine tutti i cavalieri del Tempio ( templari ) . Alla nuova istituzione rimase la stessa regola dei Templari, quella Cistercense, come parimenti identici restarono il mantello e la croce patente di rosso, con la sola aggiunta di una piccola croce latina di bianco, caricata sulla prima, in cuore. L’Ordine ebbe l’approvazione del Sommo Pontefice Giovanni XXII il 14 marzo 1319, riservando lo stesso Papa anche alla Santa Sede, oltre che ai Sovrani portoghesi, la facoltà di conferire tale ambitissima distinzione cavalleresca. L’Ordine, con la destinazione di tutti i beni dei cavalieri del Tempio presenti in Portogallo e con lo scopo di difendere il Regno d’Algarve contro gl’infedeli scrisse, nella penisola iberica stupende pagine di eroismo e di gloria, nella dura e sanguinosa lotta contro i Mori. La sede originaria dell’istituzione cavalleresca era situata a Castro Marino, nell’Algarvia ed in seguito venne invece spostata a Tomar, nel vecchio convento dei templari, ribattezzato Monastero del Cristo, per meglio respingere gli assalti dei Mori. Il Sommo Pontefice Eugenio IV ( 1431 - 1455 ) |
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IL TESORO DEI TEMPLARI
Post n°16 pubblicato il 30 Giugno 2008 da knighttemplar
La storia racconta…… che nell’anno 1118 nove cavalieri francesi di nobili origini, lasciarono le loro terre per dirigersi verso la Terra Santa. Giunti a Gerusalemme si presentarono al Re Baldovino II, rivelandogli che avevano deciso di riunirsi in comunità per proteggere i pellegrini e di custodire le strade pubbliche che portavano al Santo Sepolcro. Il re li accoglie nella sua residenza, come se già li conoscesse o avesse avuto credenziali per dare loro assistenza e mette a loro disposizione una parte dell’antico Tempio di Salomone. Da questo momento i cavalieri prendono il nome di "Cavalieri del Tempio" o Cavalieri Templari. 1) Il Conte Hugues de Payns che diverrà poi il primo Gran Maestro dell’Ordine 2) 2) Geoffry de Saint-Omer di origine fiamminga. 3) Andrè de Mont Bard, zio (sembra più cugino) di Bernardo, abate di Clairvaux. 4) Nivar de Montdidier 5) Archambaud de Saint-Aignan 6) Gondemar de Savignac 7) Rossal (forse Timbaud) 8) Jacques de Martignac (o Montignac) 9) Philippe de Bordeaux Il fatto che si fossero recati a Gerusalemme per proteggere i pellegrini è alquanto improbabile poiché non erano uomini d’arme e risulterebbe che mai hanno partecipato ad azioni militari. Restarono nel Tempio per alcuni anni ed intrapresero (o continuarono) dei lavori senza che alcuno chiedesse loro più di tanto. Probabilmente avevano un compito segreto da svolgere (o dovevano continuare nello svolgerlo) cercando in quel luogo qualcosa di molto importante. Esiste anche un’altra versione dei fatti che alla fine risulta la più plausibile. Da quanto in precedenza indicato, i primi europei a difesa dei pellegrini in Terrasanta furono i Franchi Crociati che erano uomini d’arme e quindi combattenti; diversamente dai famosi nove cavalieri. Nel 1118, quando Ugo di Payns e gli altri 8 cavalieri decidono di fondare l’Ordine, con l’accordo di Bernardo di Chiaravalle, le crociate erano in atto da oltre 20 anni, Baldovino I già nel 1114-1115, aveva messo a disposizione di quattro Cavalieri francesi della Champagne, fra i quali Ugo di Payns, una parte del suo palazzo: il Tempio di Salomone. Questi cavalieri francesi, inviati a Gerusalemme da Luigi VI re di Francia, scoprirono che i sotterranei del palazzo rappresentavano un altro palazzo pieno di cunicoli, camere, corridoi e labirinti che in minima parte, fino ad allora, erano stati esplorati, anche perché molti ingressi erano rimasti celati da pareti. Ottennero il permesso di Baldovino per esplorare i sotterranei ed aprire i cunicoli che fino ad allora erano rimasti segreti. Dopo diversi anni di scavi, rinvenirono, sotto il luogo indicato come Sancta Sanctorum, un qualcosa di importane e dei ritrovamenti manoscritti reliquie di rilevanza storica-religiosa. Dopo questo rinvenimento, i Saggi di Sion, consigliarono Ugo e gli altri di trasferire il "tesoro" in Europa per paura che i musulmani lo trovassero e lo distruggessero. Hugues de Payns, alla fine del 1117, rientra in Francia, rende edotto di ciò che è stato ritrovato, Bernardo di Chiaravalle ed assieme (solo loro due), in gran segreto, incontrano Papa Pasquale II, per riferire della loro scoperta. Alcuni hanno asserito, ma io sono di diverso parere, che Pasquale II, dopo aver appreso l’informazione, abbia subito uno scossone tale, che il 21 gennaio del 1118 lo ha portato alla morte. Pochi giorni dopo, il 24 gennaio 1118, è eletto Papa, Gelasio II. Bernardo ed Ugo riferiscono quindi a papa Gelasio, quanto ritrovato. Assieme viene deciso di portare, in gran segreto, il rinvenimento, in terra europea, per non farlo cadere nelle mani degli infedeli. Dapprima si pensa di portarlo a Roma, ma considerando che il papato era in lotta con Enrico V e la famiglia Frangipani, viene deciso di portare il rinvenimento in Francia, a Cluny. Per non dare troppo nell’occhio si dispone che la scorta sia formata da 4 cavalieri e 7 dame (le sette sorelle), così nessuno avrebbe fatto caso ad un convoglio formato per lo più da donne. Ugo ed altri cavalieri ripartono quindi per la Terra Santa portando con loro diverse dame di origine franca. In quel periodo il Papa, a Roma, viene aggredito da alcuni sicari e fugge in Francia, proprio a Cluny. Il 17 gennaio 1119 sbarcano sul territorio francese i 4 Cavalieri e le 7 sorelle, portando quanto era stato rinvenuto nel Tempio di Gerusalemme, ma anche Gelasio II muore, nello stesso mese, dopo aver verificato quanto gli era stato mostrato. Cinque giorni dopo viene eletto nell’abbazia di Cluny (e non a Roma) papa Callisto II, ovvero il francese Guido di Borgogna. Si tratta di un altro caso, cioè che venga eletto un francese e per di più a Cluny. Per ragioni di sicurezza e di segretezza, viene deciso, dal pontefice di nascondere, quanto trovato a Gerusalemme, nella piccola chiesa di Rennes le Château, luogo di venerazione di Santa Maria Maddalena. Ripartono quindi i 4 cavalieri e le 7 dame alla volta di Rennes portando con se il tesoro, composto da più reperti, che viene posto in un incavo all’interno della vecchia chiesuola (abbattuta e ricostruita a metà del 1200) e protetto da una lastra di marmo: quella (probabilmente) che poi sarà rinvenuta e chiamata "Dalle des Chevaliers". Vengono impartite disposizioni che prevedono che almeno un cavaliere a turno con altri, vigili, in preghiera, all’interno della chiesuola, durante tutte le ore di luce e che le 7 sorelle restino sempre disponibili, presso la loro famiglia, per qualsiasi evento. Per organizzare queste ultime ed averne un ricambio, sempre disponibile, viene fondato nel 1224, da Rodolfo di Worms (Cavaliere Templare), l’Ordine delle sorelle di Maria Maddalena, chiamato pure "Notre Dame du Refuge" ed un primo luogo monastico, guarda caso, realizzato nei pressi di Rennes. Le prime sorelle assumono lo stesso nome delle altre 7 dame che a cavallo del 1118 e 1119 contribuirono al trasporto del tesoro. Cosa molto strana che la regola di un ordine para-religioso maschile quale era quello Templare, prevedesse pure norme per le "sorores templi". In questo modo nessuno avrebbe fatto caso alle sorelle, non solo a quelle che accudivano i monaci-guerrieri, ma che con loro facevano carovana e si spostavano dall’Europa all’Oriente e viceversa. Fu fatto un giuramento fra Templari e Chiesa che prevedeva che mai alcun Templare avrebbe rivelato il segreto, e qualora ciò fosse stato fatto, spettava solo ed esclusivamente al papa. Quindi solo i dignitari Templari ed il papa sapevano di cosa si trattasse. Da questo si possono capire tante altre cose, quali: la potenza economica dei Templari, l’esenzione degli stessi dal pagamento delle decime ed il perché nei loro confronti, sebbene incriminati (ingiustamente) per eresia, non sia mai stata pronunciata alcuna scomunica. Il tesoro resta a Rennes fino al 1241 e viene spostato, in parte, in alcune grotte di Foix e di Niaux, per poi riprendere (ancora in parte) la via di Gerusalemme nel 1243, accompagnato da 6 Cavalieri e da 7 sorelle di quell’ordine fondato appositamente nel 1224. Viene decisa la partenza per Gerusalemme, perché il Sancta Sanctorum del Tempio della Città Santa è stato destinato quale luogo finale dove il "segreto" deve restare per l’eternità. Il convoglio si ferma a San Giovanni d’Acri, poiché Gerusalemme è assediata dai musulmani, che poi l’occupano (definitivamente) nel 1244. Visto che è difficile poter riprendere Gerusalemme, Luigi IX di Francia decide, nell’Agosto del 1248, di partire per una nuova crociata (la sesta), cercando l’appoggio dei Mongoli per poter rioccupare la Città Santa. Non riuscendo nel suo intento, Luigi IX, spinto anche dal Gran Maestro dei Templari, Renaud de Vichiers, dispone, nel 1251, la fortificazione di San Giovanni d’Acri per poter meglio difendere ciò che li era stato portato e occultato otto anni prima.Considerato che San Giovanni d’Acri era continuamente presa d’assalto dai musulmani, viene deciso, dopo il furioso assalto da parte dei mamelucchi, di riportare in Europa il cosiddetto "tesoro" poiché l’oriente è considerato luogo non più sicuro. A quel tempo, Patriarca di Gerusalemme è Jacques Pantaleon e Gran Maestro dei Templari Thomas Berault. Il Patriarca Pantaleon ha un ruolo importante in tutta la vicenda, non solo perché parte con la cassa contenente il "tesoro" unitamente a cinque cavalieri ed alle sempre presenti sette sorelle, ma anche per eventi successivi che fra breve indicherò. Il Patriarca, i Cavalieri e le sette sorelle approdano nella località di Fos, nei pressi di Marsiglia, nei primi giorni dell’aprile 1261. Da questo momento il "tesoro" non lascerà mai più L’Europa. Alcuni affermano che sia stato collocato in una nicchia sotto il pavimento della chiesa di Rennes, altri dicono invece che la chiesa sia quella di Rosslyn in Inghilterra, altri ancora che raggiunse l’Italia per essere consegnato alla Chiesa di Roma. Ritorno al Patriarca di Gerusalemme Jacques Pantaleon che, dopo diverse peripezie, raggiunge la Francia nei primi giorni d’Agosto del 1261 con la cassa contenente il segreto dei Templari. Nel momento del suo rientro sono in corso le elezioni per il nuovo Papa che deve succedere ad Alessandro IV, morto a Viterbo il 25 maggio dello stesso anno. I casi della vita e le coincidenze possono essere molte in un lungo periodo, ma in un breve no. Per eleggere il successore di Alessandro IV, i cardinali litigano per tre mesi, poi il 20 agosto 1261 compare a Viterbo Jacques Pantaleon che, non è candidato al trono papale ed incontra i maggiori dignitari della Chiesa per riferire di questioni che riguardavano la Terra Santa. Pochi giorni dopo, il 29 agosto, è consacrato papa, a Viterbo, Jacques Pantaleon che prende il nome di Urbano IV. Urbano IV rimase sempre fra Viterbo, Orvieto e Perugia e mai andò a Roma. Ampliò poi il collegio cardinalizio nominando sei francesi. Ma la cosa più importante ed interessante per il nostro argomento è che nel 1264 introdusse nella liturgia ecclesiastica la festa del "Corpus Domini". Da allora il Corpus Domini non è la festa del Signore Dio onnipotente, ma del Signore Gesù il cui simbolo risiede nell’ostia consacrata come "corpo di Cristo". Il tesoro potrà mai più ritornare a Gerusalemme divenuta città instabile dal punto di vista politico e militare, pensa che la giusta collocazione sia a Roma. Partono da Fos, a fine luglio del 1261, dirigendosi verso l’Italia, tre carri con le sette sorelle, il patriarca Pantaleon, le reliquie portate da Gerusalemme ed una scorta di cinque cavalieri Templari. La carovana raggiunge Viterbo il 20 agosto. Pantaleon incontra il Cardinale Giovanni Gaetano Orsini, gli mostra le reliquie che i Templari avevano trovato sotto il Tempio di Gerusalemme. Citano le cronache di quel tempo: "Doppo la morte dunque del nostro Santo Pontefice Alessandro, li Cardinali, doppo haverli celebrate le solite solenni Esequie, et haverlo altresì sepellito nella Cattedrale di S. Lorenzo, si ridussero in Conclave, per sostituirli un Successore; ma come erano pochi di numero, perochè non erano più che 19 e ciascheduno haveva forse la sua pretensione, né alcuno voleva cedere al compagno, la suddetta Creatione però del nuovo Papa, s’andava viè sempre più prologando, a segno, che essendo già passati tre Mesi, e più, alla per fine Gio. Gaetano della nobillissima Casa Orsini, che era di singolar prudenza dotato, e molto zelo haveva dell’honore e dell’utile di S. Chiesa, si pose in cuore, già che vedeva, che l’elettione difficilmente poteva cadere sopra alcuno de’ Cardinali, di farla almeno cadere sopra qualche gran Prelato della Chiesa; e perchè in questo tempo, per gran fortuna, ritrovavasi nella Romana Corte il Patriarca di Gierusalemme, che era Giacomo Pantaleone di natione Francese, nato in Troies di basso Lignaggio in vero (come che dicono li Scrittori della Chiesa, e del Secolo, che suo Padre fosse un povero Rigattiero) ma però di nobili costumi, e di gran Dottrina, ricco, e dovitioso; questo gran Soggetto, per tanto, cominciò il saggio Cardinale, a proporre con molta destrezza a gli altri, e tanto s’adoprò, che finalmente, come piacque a Sua Divina Maestà, cadde la sospirata Elettione in esso lui, la quale fu da tutti approvata con grande applauso fuori, che da esso medesimo, che ne pianse amaramente; e ciò successe a’ 29 d’Agosto di quest’Anno." Così Jacques Pantaleon diventa papa prendendo il nome di Urbano IV. Trattiene presso di se le sette sorelle e lascia liberi i cinque cavalieri Templari di ritornare in Francia. Racchiude le reliquie in un luogo sicuro del palazzo papale, nell’attesa di poterle fare trasportare a Roma. Nomina inquisitore generale il cardinale Giovanni Gaetano Orsini in segno di riconoscenza per aver convinto gli altri cardinali ad eleggerlo papa. Da notare che anche il cardinale Orsini, che era venuto direttamente a conoscenza del tesoro dei Templari, sarà nominato papa, nella basilica di San Pietro, il 26 dicembre dell’anno 1277 e prenderà il nome di Niccolò III. A quel tempo Roma era nelle mani di Manfredi e quindi era quasi impossibile portare le reliquie nella chiesa ove si trovava la tomba di San Pietro, Urbano decide quindi di far ritornare in Francia le sette sorelle presso il loro monastero. Urbano pensa di contattare Carlo d’Angiò che aveva conosciuto a Gerusalemme nel 1248 durante la spedizione comandata da Luigi IX. Il Villani descrive d’Angiò come: "Saggio, di sano consiglio e prode in arme, aspro e molto temuto e riguardato da tutti i re del mondo, magnanimo e d’alti intendimenti nel fare ogni grande impresa, sicuro, in ogni avversità, fermo, e veritiero d’ogni sua promessa, poco parlante e molto adoperante, non rideva quasi mai o pochissimo; onesto come un religioso; cattolico ma aspro in giustizia e spesso feroce; grande di persona, possente come corporatura, colore del viso olivastro con un gran naso; e più che un signore nella sua imponenza pareva proprio una maestà reale; molto vegliava e poco dormiva, e usava ricordare che, dormendo si perdeva tanto tempo; era largo con i cavalieri d’arme, ma sempre bramoso di conquistare terre e signorie, oltre che essere avido di denaro necessario per le sue imprese e le sue guerre; di gente di corte, di menestrelli o giocolieri lui non si dilettò mai" Carlo, era un Templare provenzale e cioè di quella zona della Francia in cui era (ed è tutt’oggi) venerata Maria Maddalena. Papa Urbano, con la complicità e l’astuzia dell’Arcivescovo Bartolomeo Pignatelli, riesce a concludere con il d’Angiò un trattato che prevede che lo stesso d’Angiò venga eletto senatore di Roma però dovrà riconoscere alla Santa Sede l’alta sovranità sul regno di Sicilia. In questo modo, il papa, oltre ad avere sovranità sul regno di Sicilia ha la quasi certezza che il d’Angiò riesca, in poco tempo, a liberare Roma dai ghibellini. Urbano si trasferisce ad Orvieto e lascia a Viterbo il tesoro sotto la sorveglianza e responsabilità del Cardinale Giovanni Gaetano Orsini, l’unico che a quel momento era a conoscenza dell’evento. Carlo d’Angiò non prende possesso del senato, ma invia, quali suoi vicari, due suoi fidati, anch’essi provenzali, Jacques Gaucelin (che morirà dopo breve tempo) e Jacques Gantelme che diventerà un tenace oppositore ai ghibellini. Urbano IV muore il 2 ottobre 1262 senza poter attuare nessuna delle sue iniziative. Gli succede, anche su pressioni di d’Angiò verso i cardinali riuniti a Perugia, un altro francese di origine provenzale (guarda caso) suddito di Carlo, anch’esso con un passato di Templare, che fu pure sposato e padre di due figli, ma dopo la morte della moglie si fece monaco fino a diventare vescovo. Si tratta di Guy Foulques che, consacrato papa il 5 febbraio del 1265, prende il nome di Clemente IV. Il Cardinale Orsini, dopo l’investitura di Clemente IV, lo informa di quanto aveva portato dalla Terra Santa il suo predecessore e che trovandosi con il tesoro nascosto a Viterbo, sarebbe stato necessario recarlo a Roma che però era ancora pericolosa in quanto i ghibellini erano sempre presenti, seminando tumulti. Clemente contatta Carlo d’Angiò invitandolo, secondo i patti sottoscritti con il suo predecessore, a marciare su Roma e scacciare i ghibellini. D’Angiò, dalla Francia, risponde che per organizzare una spedizione su Roma servono molti soldi e che quindi attende i fondi per potersi muovere. Il papa allora è costretto a chiedere contributi in denaro a tutte le curie comprese quelle più ricche di Inghilterra e Scozia.
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BRAY
Sceau (SIGILLO) de la baronnie de Bray La baronnie de Bray s'étend le long d'axes stratégiques comme la Seine, la voie romaine de Sens à Meaux qui permet de passer le pont en marquant le c'ur de la châtellenie de la vallée de l'Oreuse, la limite du comté de Champagne et l'Yonne. Ses barons Henri le Libéral, comte de Champagne, puis Jacques, duc de Savoie, gèrent les territoires autour de dix places principales : Passy, Montigny, Bazoches, Les Ormes, Dontilly, la Villeneuve-du-Comte, Égligny, Vin-neuf, Courlon et Bray-sur-Seine.
CENNI STORICI SUL MIO CASATO BRAYIl casato BRAY-BRAI, cognome sembra essere derivante dal francese (e prima da quello, Celtico). Il nome proviene da diversi periodi storici nei paesi d'Europa. Contea Wicklow, l'Irlanda, vicino a Brayhead. Nelle annotazioni antiche il nome era Bree, preso dal vecchio bri o brigh irlandese, una collina. Questa parola è simile nelle vecchie lingue gaeliche e celtiche; In Inghilterra il nome è trovato applicato alle parrocchie in contee Devon e Berks. Molti città e distretti in Francia impiegano il Bray o certa forma del nome, come: Bray-sur-Somme, Bray-sur-Seine, Bre-Cotes-du-Nord, Bray-La-Campagne, Bray-Calvados e paga de Bray. Ci sono parecchi posti chiamati BRAY in Europa, la città Bray in Inghilterra è in Berkshire sul fiume di Tamigi vicino a Windsor, Bray in Irlanda è sul sud del litorale appena di Dublino in contea Wicklow e ci è un distretto chiamato paga de Bray vicino a Rouen e ad un villaggio Bray vicino a Parigi in Francia in Lilla."La gente normanna„ dal Re", condizioni il nome deriva da un posto denominato Bray vicino ad Evreux, Normandia; Milo de Brai 1064 era signore di Montlhéry a partire dal 1095 sua moglie era Lithuise figlia di Stephes conte di Blois e di Adela della Normandia, figlia di William il conquistatore ed il suo figlio dello stesso nome Milo II de Brai 1118 signore di Montlhéry e di Braye, visconte di Troyes 1096, il figlio maggiore Trousseau de Brai, signore di Monthléry sua figlia Elizabeth di Montlhéry nel 1103 sposò Philip, Conte di Mantes, figlio di Philip I della Francia e di Bertrada de Momtfort, parteciparono alla 1^ crociata nel 1096. Nel 1066, sir Guillaume de Brai, successivamente in inglese William de Bray e sir Thomas de Bray, parteciparono alla conquista dell'Inghilterra a fianco del Duca di Normandia William. Sul rotolo nell'abbazia i nomi di coloro che hanno partecipato alla battaglia di hastings. Al Servizio dei Re d'Inghlilterra dal (1066 - 1485): In un villaggio vicino Berkshire Bray vi è una chiesa del XII secolo costruita da Bray, in cornovaglia. sir Richard Bray cavaliere della giarrettiera e Consigliere al servio di Henry VI e della sua moglie Joan Troughton. Nel Concistoro del 22 maggio 1262 fù nominato Cardinale Guillaume de Bray da Papa Urbano IV . Il casato si stabilì in Puglia in Gravina e nel salento. Nominis reliquiae supersunt planissime, Bibracte Galliae etiam nunc in Bray contrahitur, et non procul hinc Caesar Tamisim cum suis transmisit ...", Contatta l'autore
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A Troyes Francia nel 1127, i Cavalieri Templari adottarono il motto: "Non nobis Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam", ossia "Non a noi, Signore, non a noi, ma al Tuo nome da gloria". E’ facile immaginare come un simile motto potesse accendere gli animi. INVESTITURENel medioevo il cavaliere veniva istruito nell’uso delle armi; egli era sottoposto a studi che ingentilivano gli animi e di ordine morale. Altre caratteristiche della cavalleria erano: cortesia, difesa della giustizia, appoggio alla debolezza, omaggio alla bellezza, idealizzazione dell’amore come mezzo di elevazione morale. L’incontro con il soprannaturale, secondo le credenze d’epoca, avrebbe completato l’iniziazione del cavaliere. Iniziazione cavalleresca
CATTEDRALI GOTICHE
I Cavalieri Templari, si ritiene avessero rinvenuto documenti relativi alle "LEGGI DIVINE DEI NUMERI,DEI PESI E DELLE MISURE" sotto le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme e li avrebbero forniti ai costruttori di cattedrali. Le cattedrali gotiche sono dei veri e propri libri di pietra, per tramandare straordinarie conoscenze che solo poche persone iniziate a simboli ed a codici particolari, avrebbero potuto comprendere. Infatti la grandiosità, l'imponenza e tutta una serie di misteri non risolti hanno fatto diffondere attorno alle cattedrali gotiche numerose leggende legate a figure ed oggetti leggendari della storia del Cristianesimo, dai Cavalieri Templari al Santo Graal. |
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