Creato da stringalove il 20/10/2004

Angolo Cattivo

"Luminoso e solo, come se fossi la prima stella della sera, minuscolo e buio, come se fossi l’ultimo uomo del mondo."

 

 

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Nastro di Möbius

Post n°465 pubblicato il 20 Marzo 2012 da stringalove
 

 

La notte magnificamente m'illude che ogni giorno appena giunto non sia un nastro di Möbius capricciosamente dilatato e neppure inverosimilmente un nodo stretto; poi mi sotterra nella nicchia serena in cui il mondo mi ha posto e dimenticato. 


I pensieri sono rami cresciuti attorcigliati in una zona estesa di aria spinosa visivamente catturata, mentre le radici induriscono nei loro grovigli terrestri espansi, tentando un deciso sprofondare nel suolo carnoso delle idee.


Gomitoli allungati dalla penna anneriscono di fili afoni e variamente circonflessi, le pareti della stanza: sembrano capelli, catene e fruste che evocano un dolore già rimosso, una fatica ciclica, il dovere imposto, l'abbandono spossato.


Ho il sospetto della voragine, se lo trascuro accelero temerario verso il precipizio.


La notte è pausa ed emozione, fermarsi e ripartire, poi è violenta corsa sullo slancio di un'inesauribile inerzia, forzatura dolce di situazioni improbabili ed invenzione di impalcature oltre il sipario scenico delle palpebre, inserimento di attori e sapori, ombre minori, urla silenziate da un ambiente già attutito dalla sterminatezza del sogno.


L'atmosfera è ipocrita, il pubblico ha abbandonato la platea e vociante si dilegua.


Il vento soffia negli acufeni che si distaccano dall'orecchio e poi lo trafiggono, conficcati come aculei nel sudario dei suoni sospesi e delle parole uccise.


Un unico applauso mi avvolge con un unico richiamo, un unico suono, concentrico e malato, compassionevole ed intenso, un piccolo vento che esce dall'incontro rapido di due superfici fuggevoli, quasi senza attrito.


La sciarpa é attorno al collo nelle fasi contigue di freddo, del brivido, del tepore e del caldo, mentre il giro solenne e crudo dell'orologio sul polso descrive la fine continua del tempo.


Le stringhe delle scarpe costringono al passo flemmatico un'inconsulta frenesia di gambe, il compasso danza con l'unico piede di grafite nello scenario candido ed imbrattabile del foglio e l'anello scivola dal dito e rotola musicalmente sino a perdersi.


Il tutto si ripete allorchè ricomincia.

 
 
 
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