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avventure semiserie di una mamma, condivisione di idee e materiali

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Lo sconcerto del giorno

Oggi ascoltavo il Tg2 Costume e società, cosa che faccio ogni volta che mi è possibile, perchè è uno dei pochi programmi di costume che riesco a seguire.

Con mia grande soddisfazione, la puntata di oggi era dedicata ai bambini.

Dico soddisfazione, non perchè sia una fissata cronica, che non riesce a pensare ad altro nella vita, ma perchè mi rendo sempre più conto, che parlare di bambini e di maternità in generale, sta diventando sempre di più una specie di taboo, qualcosa di noioso, di poco interessante, una cosa privata, per la serie "se avete dubbi, problemi o vi volete solo sfogare, sono cavoli vostri, a noi, parte del mondo civile, non interessa".

Forse è anche per questo motivo che ho iniziato a scrivere questo blog.

Perchè sono fermamente convinta che essere genitore e nello specifico madre, non sia una vergogna e non vedo perchè non se ne possa parlare liberamente e serenamente.

Ritornando al Tg2, dopo la felicità iniziale, è arrivata la "sorpresa", nel senso che la puntata di oggi, serviva a raccogliere commenti sulla notizia che in Inghilterra, si sta pensando "bene", di interdire i luoghi pubblici ai bambini, pare che ben il 74% degli Inglesi sia favorevole.

Ovviamente, pioggia di consensi per gli Inglesi, non se ne può più di questi bambini che si permettono persino di respirare!

Ora, io sono assolutamente d'accordo che esistono dei posti in cui portare dei bambini è assolutamente fuori luogo, per esempio i teatri, i cinema, i concerti, specie di jazz, sicuramente anche molti musei sono da evitare, così come le mostre.

Io personalmente poi, cerco di evitare anche alcuni tipi di ristoranti e comunque di luoghi di ritrovo, dove mi rendo conto che la presenza di bambini può arrecare disturbo, o se proprio ho voglia di andarci, scelgo orari in cui so che dò meno fastidio che in altri.

Non c'è bisogno che me lo dica un legislatore.

Fra l'altro con le mie figlie, non sono assolutamente dolce in caso di atteggiamenti che non gradisco, non le lascio gridare quanto vogliono e non le lascio scorazzare, nemmeno dentro casa, anche perchè da fastidio prima di tutto a me e poi penso ai vicini, che hanno  il diritto di stare tranquilli a casa loro.

In questo senso, vengo considerata anche un pò estremista da chi mi circonda, perchè molto spesso mi sono sentita dire che i figli non ce li ho solo io, che mi pongo anche troppi limiti, che dovrei vivere con più serenità e forse è anche vero.

Però è quello che mi sento di fare, non voglio che le mie figlie vengano rimproverate da altri, perchè so che reagirei malissimo, nè voglio ricevere io occhiatacce o lamentele, perchè so che non mi piacerebbe.

Quindi mi regolo di conseguenza, mi costringo sicuramente a molte rinunce, ma lo faccio volentieri, so che le mie figlie non avranno questa età in eterno e che se non sto insieme a loro, adesso che è possibile, probabilmente in futuro lo rimpiangerei.

Quindi, nonostante sia ferrea nella mia impostazione, resto dell'idea che un pò di tolleranza, comunque ci vuole lo stesso, non si può pensare di escludere dei bambini per legge da alcuni luoghi, ma come si fa?

Cos'è? Un ulteriore punizione sociale per aver scelto di essere genitori?

Ma questo 74%, si è scordato che ha avuto a sua volta dei genitori? Che è stato bambino? Che se un bambino non si comporta come tale, la cosa non è nè buona, nè giusta, ma gravissima?

E' ovvio che ci vuole comunque rispetto per chi frequenta un luogo e non desidera essere infastidito, ma questa non è responsabilità dei bambini, la responsabilità, se proprio vogliamo darla a qualcuno, va più data ai genitori, entrambi, non solo alle madri, che devono avere il coraggio di alzarsi e andare via, se si rendono conto che la situazione non è gestibile, oppure di fare qualche sacrificio e rinunciare, piuttosto che portarsi i figli persino in discoteca.

Che senso ha creare una legge per impedire a dei bambini di entrare in un ristorante?

La soluzione del Tg2: proporre dei luoghi che siano adatti ad essere frequentati dai bambini, con tanto di immagini di Briciole e Favole, ristorante di cui ho già ampiamente parlato, peccato che c'è solo quello! E poi solo a Roma!

Ad ogni modo, la soluzione non può essere solo quella.

Non si possono creare dei ghetti specifici e vietare l'accesso dei bambini a tutti gli altri luoghi, ci vuole rispetto da entrambe le parti e un pò di tolleranza, anche da parte di chi magari tra qualche anno si troverà al posto di quei genitori un pò nervosi che cercano di far smettere di piangere una bambina.

E poi ancora una considerazione: prima di scagliarvi contro mamme e papà, per favore considerate l'età del bambino in questione, se chi grida e corre ha 8 anni, avete tutto il diritto di manifestare il vostro disappunto, se ne ha solo 3, per favore, riflettete un attimo.

Essere bambini non può e non deve diventare un reato, è incivile.

E forse oggi sono felice ancora un pò di più, di essere italiana.

 
 
 
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