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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Vita che restituisce: parte seconda

Post n°1461 pubblicato il 05 Novembre 2017 da lascrivana

Il tempo era passato velocemente, e Viola si ritrovò a inseguire tenacemente il sogno della sua vita di diventare una famosa musicista. Dopo aver frequentato il conservatorio, decise di prendere in privato lezioni di piano. Aveva preso appuntamento con il maestro Savuto tramite la sua segretaria; era stato un concertista , e grande amico di suo padre a consigliarle le sue lezioni.

Prima di raggiungere l’atrio dell’elegante edificio che si trovava in una delle vie più in della città, fu colta da un’ansia ingiustificata; il cuore le martellava forte in petto, mentre le ginocchia sembravano piegarsi a ogni suo passo. Decise di salire le scale, piuttosto che prendere l’ascensore e arrivare al quarto piano velocemente, senza nemmeno avere il tempo di riprendersi da quella ridicola e inopportuna sensazione.

Arrivata a destinazione, si sentì anche sollevata nel poter dare una spiegazione plausibile alla sua agitazione.

L’uomo che la aspettava sulla soglia dell’appartamento del maestro Savuto aveva stampato in viso un’espressione divertita, mentre osserva la snella e attraente figura di Viola che saliva affannata dalle scale.

Lo sguardo timido e imbarazzato di Viola, incontrò quello profondo ed enigmatico dell’uomo … uno sguardo che nonostante il tempo passato non aveva mai dimenticato.

-Buongiorno Viola … ti stavo aspettando. Comunque, se ti fosse sfuggito, volevo informarti che questo edificio è dotato di ascensore; magari  lo puoi usare la prossima volta che ti ricapiterà di tornare-.

Visibilmente imbarazzata per l’acuta osservazione, cercò di rendere il suo tono il più disinvolto possibile, quando dopo averlo salutato di rimando, si giustificò dicendo che preferiva fare le scale, piuttosto che servirsi dell’ascensore.

-Un po’ di sano movimento non guasta-.

Nonostante gli sforzi per celare la sua emozione, la voce tremante tradì il suo reale stato d’animo.

Dopo averla fatta accomodare in un piccolo ingresso, la invitò a seguirlo in un grande salone elegantemente arredato. Lo stile classico del mobilio ben si accostava con i quadri d’autore appesi alla parete; mentre larghi tappeti persiani erano situati ai piedi dei vari divani che si trovavano sparsi per la stanza. Un grande tavolo in noce scura, circondato da 12 sedie in pelle chiara, dominava il centro del salone; mentre il pianoforte si trovava vicino alla grande finestra che si affacciava proprio nel centro cittadino.

Dopo le formali presentazioni la invitò a sedersi in uno dei salottini vicino all’elegante camino.

Viola guardava esterrefatta l’uomo innanzi a se: non avrebbe mai immaginato nemmeno nei suoi sogni, che il maestro Savuto non fosse altro che il misterioso ciclista incontrato al bar quell’unico giorno in cui aveva saltato la scuola. Anche se erano passati molti anni, quel bel viso non l’aveva dimenticato; era certa che fosse lui.

Con gesti goffi si sistemò una ciocca di capelli color miele dietro l’orecchio, si sentiva ancora più stupida di quando lui chinandosi quasi a sfiorarle il viso, gli aveva dolcemente sussurrato che era ancora presto per loro due.

 

 

 

 

 

 

 
 
 
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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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